Felice CaristoFelice Caristo

Riceviamo e pubblichiamo

L’Economia calabrese arranca, oltre 520mila calabresi non hanno relazioni con il mondo del lavoro. I dati comparativi che vengono messi a confronto nelle altre Regioni, in Calabria sono come si scrive con il linquaggio econometrico,  fuori scala.

Il Rapporto ultimo della Banca d’Italia sull’economia calabrese,purtroppo non lascia spazi a fraintendimenti.

I fattori strutturali che consolidano una crescita costante, come per esempio per le Imprese, sono gli investimenti in Ricerca ed innovazione, pensiamo a come le risorse del Piano di ripresa e resilienza dovevano aumenare le Risorse investite dal sistema produttivo nelle opportunità fornite dall’inteliggenza artificiale. 

Che in Calabria ha interessato soltanto una Impresa su quattro.

Il fenomeno del nanismo delle Aziende calabresi che non riescono nonostante le risorse del PNRR, ad aumentare le dimensioni sia strutturali che occupazionali, che inevitabilmente fanno aumentare la esportazioni verso mercati esterni dei propri prodotti.

Le Imprese calabresi esportano pocp e la Regione Calabria non è riuscita a implemenatre e consolidare una politica industriale, l’unica politica che crea crescita di Ricchezza e quindi di occupazione.

Le politiche di incentivazione fiscale, come la Zona Economica Speciale per il mezzogiorno, da sola non è sufficiente a creare  e ad attrarre investimenti.

Tutta una serie di strumenti come il credito d’imoosta o i patti territoriali, che in passato hanno generato crescita dell’economia calabrese non sono stati ripresi, investendo soltanto in turismo ed agricoltura, settori importanti, ma che non generano una crescita sostanziale.

La partita per il presente in Calabria, si gioca sul riuscire ad invertire la rotta in materia di politiche di crescita.

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