Riceviamo e pubblichiamo
Il Piano Strategico per invertire il declino delle aree interne approvato a livello nazionale per il 2021/2027 non consente per le aree cosiddette svantaggiate o a rischio spopolamento, una politica d’impatto, che consenta una inversione di tendenza, ma soltanto delle misure che grantendo il matenimento di alcuni standard minimi di qualità della vita né grantiscono, un lento ed inesorabile abbandono e declino.
Non vengono analizzati in questo documento i punti di forza delle aree interne, la ricchezza della Biodiversità, la coesione delle popolazioni, l’esistenza di una natura ancora incontaminata, che con i cambiamebti climatici in atto, nel innediato presente, renderanno le aree interne montane luoghi di eccezionale livello della qualità della vita,
Pensare con tutte le risorse a disposizione dell’Italia di non immagginare una politica di investimenti infrastrutturali oltre che di cablaggio del territorio e di dotazione di presidi sanitari, rappresenta una miopia grave della politica.
La forza, la ricchezza r la peculiarità della Penisola Italiana è la sua immensa diversità orografica e morfologica, oltre che naturalistica ed eno gastronomica.
Le aree interne sono luoghi che conservano intatte un patrimonio di diversità non riproducibile neabche con la potenza dell’Inteliggenza artificiale.
Questa logica del avviare ed accompagnare al declino tutto ciò che no genera immediato ritorno di crescita economica immediata, non tiene in considerazione aktri parametri, di ordine qualitativo che, in prospettiva misureranno gl’indici qualitativei del benessre collettivo.