Felice CaristoFelice Caristo

Riceviamo e pubblichiamo

Nella tornata amministrativa di domani e lunedi sarà estremamente importante misurare il dato dell’affluenza alle urne, considerando che le elezioni comunali per tanti motivi rappresentano l’unica Istituzione, in  Italia dove la partecipazione al voto è molto elevata.

Gli eventuali ballottaggi che si celebreranno nella stessa data in cui i cittadini voteranno per il Referenduum abrogativo che per essere convalidato deve raggiungere il 50% più uno degli aventi diritto, rappresenta un’altra prova, per misurare questo Istituto di Democrazia diretta.

Che considerando il dato fisiologico di partecipazione di più o meno la metà degli aventi diritto a qualsiasi tipo di elezione, renderà necessario apportare delle mofifiche ad alcune prescrizioni previste dall’artucolo 75 della Costituzione,  che consentano a questo Istituto di avere una sua reale efficacia, in un’epoca di allontanamento dalla partecipazione democratica di milioni  e milioni di aventi diritto.

Anche il Presidente della Repibblica Sergio Mattarella ha sottolineato che una democrazia a partecipazione ridotta, mina la leggittimazione delle Istituzioni e degli Istituti democratici, inaridendo il ruolo centrale dello Stato Comunità che comprende e rinvigorisce lo Sato apparato che altrimenti perde di autorevolezza rivestendosi sempre di più di Autorità, con le destre sovraniste al potere tutto questo si accentua e si velocizza.

La democrazia non è e non puo essere solo un’insieme di procedure più o meno conformi alla Costituzione formale, la democrazia dovrebbe garantire la effettiva partecipazione dei cittadini alla vita politica economica e sociale della Comunità nazionale.

Ma ormai tutto questo rischia di essere soltanto un ritornello auto assolutorio  delle classi dirigenti dominanti e non un’obbilettivo da persequire.

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