Fischietto abruzzese per il Catanzaro stasera a Genova contro la Sampdoria, il commercialista Federico Dionisi de L’Aquila, che non incrociava da un po’ di tempo sul suo cammino i calabri.
Mentre nella prima stagione dal ritorno tra i Cadetti dell’Us 1929, dopo circa 18 anni di assenza, il Ddg aquilano era stato chiamato a dirigere, dal suo capo Gianluca Rocchi di Firenze, Cittadella-Catanzaro e Catanzaro-Cremonese (quest’ultima di fine aprile 2024). Sostituito, invece, dal collega Alberto Ruben Arena di Torre del Greco prima di Palermo-Catanzaro dello scorso torneo, a causa di un problema personale dell’ultima ora.
Ma, a parte questo, l’arbitro abruzzese (38 anni, il prossimo 3 marzo) ha tagliato il traguardo delle 35 presenze in A a cui se ne aggiungono 70 in A, compresa la gara odierna.
Di cui solo una nella stagione in corso. È un elemento di prospettiva, dunque. Forse limitato da un fisico tutt’altro che statuario.
Che potrebbe teoricamente svantaggiarlo negli sviluppi di carriera. Una carriera, per lui, in teoria proiettata verso il conseguimento del badge Fifa o quantomeno della direzione di big-match di A. Cosa che però non sembra riguardare Dionisi. O, quantomeno, non a breve. Non avendo finora arbitrato alcuna supersfida di massima serie.
Eppure l’abruzzese ha esordito nel campionato italiano d’elite ad appena 31 anni e 13 giorni nel 2019, tra i più giovani di sempre con vicino gente quale Pierluigi Collina e Gianluca Paparesta. I quali, per giunta, con lui condividono anche una laurea in Economia conseguita a pieni voti. Mica male, allora, per sognare in grande.