Catanzaro, a Salerno, in cerca di riscatto. Perché, dopo il balbettante avvio di campionato di quest’anno, ha bisogno di cambiare marcia. Ma padroni di casa, come ovvio, nient’affatto d’accordo. Determinati, anzi, a ottenere l’intera posta in palio. I catanzaresi, tuttavia, confidano nell’arbitro Livio Marinelli, con il quale statisticamente si sono sempre tolti soddisfazioni immense in B e C, essendo fiduciosi pure nello stadio Arechi. In cui, sebbene in campo neutro contro la Gelbison Cilento, il 19 marzo 2023 hanno (ri)assaporato il gusto del ritorno in serie B dopo quasi 18 anni di assenza. Il film della partita è però vietato, anche e soprattutto nel primo tempo, agli habitué della pennichella pomeridiana.
Primo tempo:
Primo tempo soporifero che si accende, si fa per dire, solo al 16’. Quando Braaf chiama all’intervento Pigliacelli. Ma con un tiro da oltre 30 metri. Il calciatore olandese cerca di ripetersi al 27’, apparendo il più vivace nelle file campane, ma ancora niente da fare. E il Catanzaro? In avanti si vede solo con Pompetti. Che però fa la barba… ai tifosi salernitani in Curva per quanto è fuori misura. Poi il tiro di Verde al 39’. Ma dopo quella che almeno per noi era un’evidente punizione in favore del Catanzaro per fallo su Scognamillo a centro area.
Secondo tempo:
Gli sbadigli del primo tempo continuano nella ripresa. E forse aumentano pure. No, forse no. Dal momento che i padroni di casa ci provano sempre a minacciare Pigliacelli. In particolare da quando entrano in campo Torregrossa e Tello Mŭnoz. Che menomale per il Catanzaro siano rimasti per quasi un’ora, recupero compreso, in panchina. Perché danno gas agli… Ippocampi. E il Catanzaro? Non pervenuto dal centrocampo in su. Eccezion fatta per qualche azione di alleggerimento in cerca della giocata episodica tipo una prodezza personale o, di contro, l’errore di qualcuno. Nulla di diverso. Nulla di più. Si arriva comunque al frangente compreso tra il 36’ e il 39’, quando prima il solito Braaf, pur alle prese con i crampi, prova l’ultimo scatto ‘mangiandosi’ Brighenti in velocità e obbligando Pigliacelli a rifugiarsi in angolo. Mentre poi, dopo la sostituzione di un esausto Braaf, sul conseguente corner è Maggiore, di testa, a saggiare ancora una volta i riflessi di un attento e reattivo Pigliacelli. E nel prosieguo? Non succede alcunché, eccetto un tiro fuori di Verde al 96’.
