Riceviamo e pubblichiamo

Nella biblioteca comunale di San Mango D’Aquino si è tenuta una serata di grande spessore culturale e artistico con lo spettacolo “Bella Ciao – Genesi di un mito” scritto, diretto e interpretato dall’attore Dario De Luca e accompagnato dalla musica incantevole e dalle incursioni di Sasà Calabrese. Il seminario spettacolo, inserito nella kermesse “CalabriaTeatro” diretta da Nico Morelli e Diego Ruiz, prova a ricostruire le origini dell’omonimo canto, indagando anche l’aspetto musicale del brano.  Dario De Luca costruisce infatti il racconto della genesi del mito di Bella ciao attraversando due percorsi, quello della storia della canzone e quello della storia nella canzone, intrecciando sapientemente i testi che si sono succeduti su delle note rimaste sempre uguali. C’è stato raccontato in modo avvincente e coinvolgente una storia davvero speciale e, per alcuni versi, dal sapore antico del mito. Dario De Luca, infatti, ha svelato a piccoli passi lo svolgimento della sua indagine, e ha stupito con le sue conclusioni e cioè che Bella Ciao non è tanto un testo quanto una musica e che è la musica a dare il senso della rivoluzione, facendone un inno di rivolta per chiunque lotti per la libertà. 

Dario De Luca ha accompagnato gli spettatori nella lunga storia di Bella ciao. Attraverso le sue parole supportate dalle immagini del famosissimo film di Giuseppe De Santis “Riso amaro”, da vecchi filmati d’archivio del Festival di Spoleto, di foto di capi e di brigate partigiane, i numerosi presenti hanno potuto ammirare la nascita del mito della canzone e scoprire due cose fondamentali di Bella Ciao. La prima è che la canzone non era nata come inno che si cantava durante la Resistenza partigiana, poiché il testo originario era un canto di protesta ed emancipazione femminile delle mondine, le mondariso, contro le condizioni lavorative disumane in cui versavano. Ma la seconda e più importante cosa è che se la canzone Bella ciao fosse esistita durante la guerra partigiana, dei partigiani sarebbe stata indubbiamente l’inno. Infatti, la rivolta, la resistenza, la rivoluzione in Bella ciao, prima che nelle sue parole, vivono nelle sue immortali prime cinque note.

La chiave di lettura di questo mito, di questa genesi musicale, è stata magistralmente consegnata da Dario De Luca quando ha dato la parola al Maestro Sasà Calabrese che ha declinato il suono e il senso delle note musicali così “La melodia funziona nei bassi discendenti o ascendenti nello stesso modo, non c’è canzone più libera di questa”. 
Lo spettacolo, prodotto dalla Associazione culturale “Scena Verticale”, che è stato già presentato a Palazzo Madama presso il Senato della Repubblica, è stato realizzato con il sostegno della compagnia teatrale lametina “I Vacantusi” ed è inserito nel progetto “CalabriaTeatro” seconda edizione, finanziato con risorse Psc Piano per lo sviluppo e la coesione 06.02.02 (Distribuzione Teatrale) della Regione Calabria.

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