Articolo e foto tratti da Sky Tg24
Secondo alcuni documenti segreti pubblicati dal Financial Times, negli scorsi anni il Cremlino avrebbe addestrato la propria marina militare per colpire l’Europa con i missili nucleari. Prima dell’invasione in Ucraina vennero stilate mappe e indicati 32 obiettivi. I piani sono relativi al periodo 2008-2014, ma, dopo aver esaminato le fonti, gli analisti ritengono che siano ancora attuali e coerenti con le valutazioni fatte dall’Alleanza atlantica di recente.
Russia pronta a colpire
Il Financial Times ha pubblicato una serie di documenti segreti secondo cui negli ultimi anni il Cremlino avrebbe addestrato la propria marina militare per colpire l’Europa con i missili nucleari. In questo scenario, la Russia sarebbe pronta a colpire, mentre il Vecchio Continente non è pronto a difendersi.
Cosa sappiamo
Le mappe sono dettagliate e, anche se risalgono a prima dell’invasione dell’Ucraina, tratteggiano lo scenario di una guerra totale contro i Paesi della Nato. Dalla costa occidentale della Francia a Barrow-in-Furness e Hull nel Regno Unito, da Bergen in Norvegia al land dell’Assia in Germania, Mosca aveva addestrato la sua marina a colpire trentadue siti nel cuore dell’Europa con missili a testata nucleare in vista di un possibile conflitto. Un piano su scala globale che si spinge fino al Mar Nero, al Mar Caspio e al Pacifico.
Il piano per fasi
Per iniziare – secondo i documenti riservati destinati agli ufficiali della marina russa che il foglio della City è riuscito a ottenere da fonti occidentali -, Mosca aveva immaginato un attacco dimostrativo: l’esplosione di un’arma nucleare in un’area remota per spaventare l’Occidente. Un primo passo che, si legge nei file, dimostrerebbe “la disponibilità e la prontezza all’uso di armi atomiche di precisione non strategiche” da parte del Cremlino, la cui priorità è quella di “indebolire il potenziale militare ed economico del nemico” rappresentato dalla Nato.
A quando risale il piano
I piani redatti tra il 2008 e il 2014 – in corrispondenza delle offensive lanciate da Mosca in Georgia e in Crimea – aggiungono nuovi dettagli a quanto svelato a febbraio dallo stesso quotidiano britannico sui ‘wargames’ russi. E si intrecciano alla simulazione di un attacco nucleare contro Londra, Berlino e Parigi andato in onda sul primo canale russo nell’aprile del 2022. “Tutte e tre le città verrebbero polverizzate entro 200 secondi dal lancio dei missili”, era il calcolo di precisione. Poi c’era chi, come Aleksey Zhuravlyov, presidente del partito nazionalista Rodina, si era spinto anche oltre: “Basterebbe un siluro Sarmat e le isole britanniche non esisterebbero più”, aveva detto in diretta tv.
Cosa ne pensano gli esperti
Nel mirino delle congetture degli ufficiali russi in questo caso però non ci sarebbero state le capitali europee, bensì trentadue siti che, nel giudizio di William Alberque, ex funzionario della Nato ora allo Stimson Center, sulle mappe rappresenterebbero soltanto un piccolo campione di “centinaia, se non migliaia” di altri possibili bersagli, compresi obiettivi militari e infrastrutture critiche, che le flotte russe potrebbero colpire forti della “capacità ancora presente” di trasportare le armi nucleari su navi di superficie mettendo a segno “colpi improvvisi e preventivi da varie direzioni”. Un’ipotesi condivisa da diversi analisti che, dopo aver esaminato i documenti, hanno confermato la coerenza nella valutazione del rischio nucleare eseguita dall’Alleanza Atlantica. La capacità della Russia di colpire in tutta Europa implica, negli avvertimenti di ex funzionari, “che se il suo esercito dovesse scontrarsi con le forze della Nato in Paesi di prima linea come i Baltici e la Polonia, l’intero continente sarebbe a rischio”. Quei Paesi di confine, aveva avvertito Vladimir Putin a maggio tornando a brandire la minaccia nucleare, “devono ricordare che sono stati piccoli e densamente popolati”
Una strategia ancora attuale
I piani come detto sono relativi al periodo 2008-2014, ma, dopo aver esaminato i documenti, gli analisti ritengono che siano ancora attuali e coerenti con le valutazioni fatte dalla Nato negli scorsi mesi. Emerge anche che le armi nucleari andrebbero “usate in combinazione con altri mezzi di distruzione” per aumentare i danni e raggiungere velocemente i piani del Cremlino. Il Financial Times scrive che “la Russia ha mantenuto la capacità di trasportare armi nucleari su navi di superficie, una capacità che, secondo gli esperti, comporta notevoli rischi aggiuntivi di escalation o incidenti”
L’Europa è pronta a difendersi?
Qualche mese fa la Nato aveva lanciato l’allarme: se la Russia dovesse lanciare un attacco missilistico su larga scala sull’Europa centrale e orientale, la capacità di difesa dei Paesi Ue coprirebbe appena il 5% del fabbisogno. La questione dello scudo aereo europeo è sul tavolo dell’Alleanza e dell’Unione europea dall’inizio della guerra in Ucraina. Inoltre, come denunciato dal Financial Times, proprio gli Stati Ue più esposti al rischio di aggressione russa (Paesi baltici e Polonia) sono quelli che soffrono di una maggiore carenza di sistemi di difesa aerei adeguati. Le forze europee sono spesso inadeguate e mal coordinate: il rapporto “European Defence Matters” del 2023 ha evidenziato che solo il 30% delle forze armate europee è effettivamente pronto per le operazioni, mentre il resto è impegnato in missioni di pace o non è sufficientemente equipaggiato. Secondo stime recenti, ci vorrebbero almeno 30 giorni per mobilitare le forze dell’Alleanza in risposta a un attacco russo. Quindi in caso di attacco russo l’Europa avrebbe un doppio problema: la difesa sarebbe insufficiente non solo nei numeri, ma anche nei tempi.