Articolo tratto da Il Messaggero
Loriano Berti, maestro di flauto di Emanuela Orlandi nella scuola di musica “Tommaso Ludovico da Victoria”, è stato ascoltato oggi alla Commissione bicamerale di inchiesta sulle scomparse della ragazza e di Mirella Gregori.
«Quel flauto non è il suo» ha detto Berti dopo che gli è stata mostrata una foto del presunto flauto della Orlandi ritrovato dopo una segnalazione da parte di Marco Fassoni Accetti.
«Quello è un Rampone – ha detto l’uomo che è stato maestro della ragazzina scomparsa a Roma nel 1983 – invece quello di Emanuela doveva essere uno Yamaha nichelato, di maggiore qualità».
Le incongruenze
Riguardo al flauto fatto ritrovare da Accetti «ho sempre avuto dubbi che fosse quello» di Emanuela, ha riferito. Berti ha detto di non ricordare precisamente «il flauto che aveva» Emanuela ma «di sicuro era nichelato» e secondo me ne aveva uno marca «Yamaha nichelato».
Replicando alla Commissione che gli faceva notare che il flauto fatto ritrovare da Accetti era di marca Rampone e Cazzani, il maestro di flauto di Emanuela ha sostenuto che lui non consigliava quel flauto e se la ragazza avesse avuto quello «penso gli avrei detto di cambiarlo, ma non ricordo di averglielo mai detto».
Alle domande della Commissione su uno spartito musicale fatto ritrovare per capire se fossero studi che Emanuela faceva a scuola di musica, il maestro di flauto ha spiegato che in generale è un esercizio che usava nelle sue lezioni ma ha espresso dubbi sul fatto che Emanuela, che era al primo anno, potesse essere già a quel livello di studi.
Lo spartito
Secondo Loriano Berti, «difficilmente» lo spartito di musica che usarono i presunti rapitori della ragazza poteva essere di Emanuela. A suo dire infatti, lo spartito rinvenuto dagli inquirenti «si usava nella scuola ma più dal terzo, quarto anno» mentre Emanuela era allora solo quindicenne.
È uno dei maggiori elementi emersi dall’audizione di oggi in cui Berti ha descritto anche l’ambiente della scuola di musica dell’epoca, dove il maestro Valentino Miserachs Grau, ecclesiastico, operava a suo dire un po’ «come un boss» tanto che lui stesso veniva «pagato in nero».
Inoltre sempre riguardo all’ambiente del “Da Victoria” ha riconosciuto, in una foto che gli è stata mostrata, Laura Casagrande come «amica intima di Emanuela, con cui si frequentavano assiduamente».
Le ipotesi
Alla consueta domanda su che idea si sia fatto sul caso, Berti ha fatto riferimento a una serie di suggestioni veicolate da fonti aperte quali media e social sulla possibilità che la ragazza sia finita in «un giro di festini», ma come mera opinione personale. L’uomo poi, contrariamente da quanto risulta dai verbali, ha negato di essere stato sentito dall’allora giudice Ilario Martella mentre ricordava di essere stato sentito solo dai Carabinieri.
A questo proposito è stata rilevata anche una sua contraddittorietà. L’uomo infatti in audizione ha negato che all’epoca svolgeva anche lezioni private a pagamento e per questo ha sostenuto che «non dava il suo numero di telefono agli studenti» e tantomeno che lo avesse dato a Emanuela. Risulta invece dal verbale che all’epoca a Martella aveva detto che faceva anche lezioni private.
Nuova audizione per il fratello Pietro
A quanto si apprende Pietro Orlandi, fratello di Emanuela, dovrebbe essere sentito nuovamente il 7 ottobre davanti alla Commissione parlamentare di inchiesta sulla scomparsa della ragazza e di Mirella Gregori. Pietro Orlandi fu già ascoltato il 9 maggio del 2024, insieme alle sorelle di Emanuela, davanti all’organismo parlamentare, a pochi mesi dall’inizio dei lavori. Tra gli argomenti della prossima audizione la pista di Londra.