Articolo e foto tratti da Sky Tg24

Scontri e guerriglia urbana a Roma, dove è in corso il corteo (vietato dalla Questura) dei manifestanti pro Palestina, che si sono mossi verso viale di Porta Ardeatina. Alcuni sono incappucciati. La strada è sbarrata dai blindati della polizia: per questo i manifestanti hanno deviato il percorso e stanno sfilando verso piazzale Ostiense. La tensione è sfociata subito in disordini: i manifestanti hanno lanciato bottiglie, sassi, fumogeni e bombe carta contro gli agenti. La polizia risponde con lacrimogeni e usa gli idranti per disperdere i manifestanti violenti, molti incappucciati. Anche un palo della segnaletica stradale è stato lanciato contro le forze dell’ordine che presidiano la piazza. Il grosso dei manifestanti è arretrato ma in piazza si è scatenata un vera e propria guerriglia. La polizia ha effettuato diverse cariche per disperdere i manifestanti violenti. Una ragazza è rimasta ferita alla testa negli scontri. Una parte dei manifestanti si è poi ricompattata partendo con un corteo spontaneo. Al grido “Vogliamo Gaza libera” si trovano ora su viale Marco Polo.

Dal primo pomeriggio si sono susseguiti i cori “Palestina libera”, “Israele criminale” e “Ora Intifada”. In piazzale Ostiense sono arrivate alcune migliaia di manifestanti che hanno sfidato il divieto della Questura. L’area è superpresidiata e un elicottero sorvola la zona. Agenti delle forze dell’ordine, blindati e idranti erano schierati in tutti gli accessi alla piazza, dove sono stati chiesti i documenti a chi entra. Si registrano anche slogan contro la premier italiana e il primo ministro israeliano. “Meloni assassina” e ” Netanyahu assassino”, viene urlato. Cori anche contro il presidente americano Joe Biden. I manifestanti sono posizionati dietro lo striscione “Palestina e Libano uniti: fermiamo il genocidio con la resistenza”. Tra le tante bandiere presenti ne è spuntata anche una di Hezbollah accanto a quella libanese

I manifestanti: “Non celebriamo Hamas, commemoriamo i morti”
“Nonostante il divieto siamo scesi in piazza perché abbiamo una responsabilità storica. Chiediamo la fine dei bombardamenti. L’Italia deve prendere una linea chiara. C’è stata una mistificazione su questo corteo. Ci hanno detto che era una celebrazione di Hamas, ma noi siamo qui per commemorare i nostri morti, i morti palestinesi. Gli unici che fanno celebrazioni qua in Italia sono gli amici di Israele e l’industria bellica italiana”. Così dal megafono, uno dei rappresentanti dell’Unione democratica arabo-palestinese, in piazza a Roma alla manifestazione nazionale . “Il divieto è arrivato non per garantire la pace, ma per garantire la guerra. Potevamo essere molti di più se questo non fosse uno Stato di polizia, uno Stato fascista”, ha affermato un’attivista dei giovani palestinesi. Dalla piazza è partito anche un coro contro le forze dell’ordine: “Vergogna, vergogna”. “La Palestina rappresenta gli esclusi nel mondo. Il 7 ottobre è iniziata la rivoluzione. Fuori gli occupanti”, ha detto un altro attivista. Al corteo ci sono manifestanti di Osa, Potere al Popolo e Usb; presenti le bandiere della Rete della conoscenza e dei comunisti.

Il piano sicurezza


La mobilitazione arriva alla vigilia del 7 ottobre, primo anniversario dell’attacco di Hamas a Israele. Già stamattina sono scattate le misure di sicurezza per intercettare eventuali infiltrati violenti. A essere controllati sono stati finora 1.600 manifestanti: 19 sono stati portati in questura per valutare la loro posizione al fine di un’eventuale foglio di via. Il piano sicurezza è stato messo a punto in un tavolo tecnico in questura, il primo presieduto dal nuovo questore Roberto Massucci. Tra le misure, controlli nelle stazioni e ai caselli autostradali e un dispositivo a cerchi concentrici sempre più stringenti attorno all’area di piazzale Ostiense.

Tajani: “Non sia un’esaltazione dell’antisemitismo”


Sulla manifestazione è intervenuto anche il ministro degli Esteri Antonio Tajani: “Non si può trasformare una legittima manifestazione in un’esaltazione dell’antisemitismo e di un’azione terroristica che ha provocato migliaia di morti. Dobbiamo garantire la sicurezza di tutti i luoghi di culto ebraici e mi auguro che prevalga il buon senso: il diritto di manifestare è un’altra cosa”. E poi: “Il diritto di trasformare manifestazioni di libero pensiero in manifestazioni in cui si indica al pubblico ludibrio una persona come la senatrice Liliana Segre, che è un’immagine emblematica della lotta contro il nazifascismo, additarla come pericolosa agente sionista o fare lo stesso con persone che sono di origine ebraica, è inaccettabile”. Infine: “Trasformare una manifestazione del diritto del popolo palestinese in una manifestazione di odio razziale contro Israele non significa esprimere libero pensiero”.

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