Prima di… iniziare, un rapido flashback. Nicola Fiorita lo immaginiamo, già da bimbo, come una specie di simpatico Grisù. Che ripete ossessivamente a tutti guardando il padre (nell’appena citato cartone animato chiamato Fumè): “Da grande pure io farò il sindaco, da grande pure io farò il sindaco…”. Solo che ahinoi, a differenza del Grisù-pompiere, lui riuscirà nel fanciullesco intento.

E nel farlo perderà definitivamente ogni credibilità politica (e non solo). Come ad esempio successo ieri, quando in una nota stampa si trasformerà in Simone Inzaghi e affermerà più o meno: “Va via Azione? Spiace! Io però continuo come nulla fosse, considerato che sto facendo così bene per la città (e a questo punto dovrebbe partire la risata finta come al cinema o in tv per la bella battuta, ndr). E poi, del resto, i calendiani sono stati eletti per fare opposizione”. Ed è proprio in tale passaggio che si denota l’inciampo lessicale, o meglio l’impossibilità fioritiana di trovare altre scuse plausibili per non fare un passo indietro.

Dal momento che se il vecchio gruppo Talerico non era stato eletto per governare con lui, dopo averlo mollato appena tre mesi fa, lo stesso Nick si baloccava, vantando(si) che con Azione c’era il vero centrosinistra al potere. E ora, cambia di nuovo spartito. Ma la realtà è che stava in piedi allora, e continua a farlo, con 7-8 uomini di centrodestra in… missione a sinistra. Incoraggiati dai leader di riferimento. In un certo senso in combutta con Fiorita per interessi trasversali.

Fiorita è davvero entrato nella storia, ma dalla porta sbagliata, e così sarà per sempre ricordato come il Re Travicello di esopiana memoria

Fiorita nella storia ci è effettivamente entrato, peraltro restandoci per sempre. Ma lo ha fatto dalla… porta sbagliata. Perché sta governando Catanzaro, e continuerà a farlo per altri 2 anni, come “sindaco dimezzato” o a… sovranità limitata. E soltanto piegando, a proprio uso e consumo, proprio quella democrazia a cui si appella quando gli fa comodo. E, ancor di più, restando assai poco onorevolmente in sella grazie al “permesso” e al favore di Roberto Occhiuto e Filippo Mancuso. Ai quali dovrebbe quindi fare una statua. E sotto sotto, in privato, gliela fa, anche se sulla stampa e in pubblico rispolvera il Metodo Stanislavskij. Che permette a un attore consumato come lui di immedesimarsi con relativa facilità nel personaggio da interpretare. Il Gran Vis(z)ir”, capo e strenuo difensore, di tutti i Kommunisti catanzaresi per l’esattezza. Che protegge dall’orda fascioleghista asserragliata “fhora i porti (fuori le porte)” e pronta a minacciare la città nientemeno a colpi di comunicati stampa e interventi in Aula. Che pericolo! E che paura, fa!

La democrazia prima blandita, e poi ‘vilipesa’, da Fiorita e il suo sempre più sconcertante cerchio magico

La democrazia sì, quella… bella però. Quella che permette cioè a un sindaco di governare come nulla fosse tra compromessi e accorduni politici sottobanco d’ogni tipo, pur essendo rimasto a metà del percorso da fare con appena 9 consiglieri comunali, più lui stesso e il presidente del civico consesso, su 33 totali. E tra poco capirete che siamo anche di manica molto larga, persino rispetto al… misero numero in mano a Nick e al suo sempre più esiguo… cucuzzaro. Ma si va avanti in una democrazia in cui, peraltro, Fiorita è stato ab origine eletto da una posizione di minoranza in Aula.

Dato emblematico che avrebbe dovuto farlo immediatamente riflettere sull’opportunità di dare forfait già in partenza per l’impossibilità di avere le mani libere con la forza dei numeri dalla sua per attuare il programma di governo varato. Ma questa è la sua democrazia, di fronte a cui noi non contrapponiamo certo dittature o democrature.

Bensì solo un alto senso delle Istituzioni. Che Nick non condivide con noi. Altrimenti avrebbe dovuto presentare da tempo dignitose e perfino onorevoli dimissioni. Non continuando invece ad andare in… chiesa a dispetto dei Santi con una faccia di tolla che lascia a bocca aperta. Soprattutto se a mostrarla è quel presunto “cavaliere senza macchia e senza paura”, implacabile fustigatore dei “decadenti costumi abramiani”. Mentre in realtà, fin da principio, con i post abramiani e talliniani (seguaci cioè del predecessore o dell’arcinoto Domenico “Mimmo”, già plenipotenziario locale forzista) Fiorita è machiavellicamente diventato pappa e ciccia un… attimo dopo avergli gettato addosso letame con la pala.

Nick, ma davvero infliggi tutto questo a te stesso e alla città per l’ossessione della carriera

Tutto per la… carriera. Di un Fiorita Jr probabilmente non disposto, a qualunque prezzo, a rinunciare al sogno di eguagliare o essere addirittura più bravo dell’ottimo papà Franco (ci dicono, non avendo avuto la fortuna di conoscerlo, grande galantuomo ed eccellente politico). E non che Nick non sia una persona perbene con una splendida famiglia, ci mancherebbe. Senza contare che è anche colto, intelligente, a tratti simpatico senza forzature di sorta, e, seppur quasi mai sincero fino in fondo con l’interlocutore, dai modi molto garbati e gradevoli per chi si intrattiene con lui. Una figura la cui cifra personale resta alta, quindi. Altissima, anzi. Soprattutto in rapporto a quanto si vede in circolazione oggigiorno. Solo che in relazione all’ambito politico il discorso cambia. Eccome. E forse, o meglio senza il forse, addirittura si ribalta, purtroppo.

Tutti i nomi del Consiglio, il loro posizionamento e le logiche a cui rispondono. A cominciare dai fioritiani

Ecco i nomi che consentono al Mago Nick di continuare a fare la solita vecchia magia del pallottoliere. Ma con il…. trucco! Ben evidente. A cominciare dalla… moltiplicazione dei veri pochissimi fioritiani usciti dalle urne che in rigido ordine alfabetico, oltre ai citati sindaco e presidente Gianmichele Bosco, sono: Gregorio Buccolieri, Vincenzo Capellupo, Alberto Carpino, Igea Caviano, Fabio Celia, Daniela Palaia, Danilo Sergi e Tommaso Serraino. Ma da questo già esiguo novero andrebbero però come premesso sottratti probabilmente Serraino (di destra, seppur eletto dall’altra parte) e Celia. Quest’ultimo in particolare tra i pochissimi, e comunque cento volte più di Marco Polimeni ed Eugenio Riccio ad esempio, davvero al lavoro (e a viso aperto, gli va riconosciuto) per mandare a casa Nick. E ciò malgrado abbia una compagna (nel senso partitico, come ovvio) quale la vicesindaco Giusy Iemma. Che mentre lo ammansisce: “Stai sereno Fabio, siamo pronti alla gran revolucion. Hasta la victoria, siempre, amigo”, un attimo dopo puntella la sua ambita poltrona di numero due dell’Amministrazione chiamando Fiorita per chiedergli: “Allora Nicola, che lavoro dobbiamo fare ora?”.

Ecco chi invece salva davvero Fiorita dall’inevitabile caduta

I veri corazzieri di Fiorita sono tuttavia altri e, con l’acquisto politico (da parte di Iemma) di Antonio Barberio (nel 2022 candidatosi al Comune per necessità e convenienza a destra nella compagine dell’ex capogruppo di Forza Italia in Regione, Claudio Parente, in coalizione con Tallini e pro sindaco Talerico ma già pentastellato e membro del Pd dove quindi è tornato), ammontano in totale a ben 9 unità. Si tratta dei noti Francesco Scarpino, Raffaele Serò, Rosario Mancuso, Giulia Procopi, Emanuele Ciciarello, Manuel Laudadio, Rosario Lostumbo e Jonny Corsi. Malgrado alcuni di loro lo neghino recisamente. E si picchino pure nel farlo. Tipo, ad esempio, gli ultimi tre da noi menzionati. Che, di conseguenza, ci smentiranno, facendoci fare una figuraccia senza precedenti con i fatti, ovvero dimettendosi e mandando a casa Fiorita ma innanzitutto loro stessi. Un comportamento davvero meritorio.

I restanti rappresentanti del popolo catanzarese, quasi tutti con poche eccezioni un po’ di lotta e un po’ di governo. Campioni di dimissioni e… spallate immaginarie, ma sotto sotto pro Nick

Oltre ai 19 membri del Consiglio nominati finora, inclusi “Nick e Gianmick”, ecco i tre componenti di Azione (Valerio Donato, Gianni Parisi e Stefano Veraldi) e gli 11 alfieri della destra catanzarese. In teoria antifioritiana. Ma solo sulla stampa e in Aula con cortine fumogene a beneficio dei… gonzi che ci cascano. Chi sono? Il citato Polimeni, Antonello Talerico (l’altro, insieme a Celia, davvero in preda al furore di vendetta nei confronti di Fiorita) e con lui il fido Francesco Antonio Assisi, Sergio e Manuela Costanzo, Luigi Levato e Alessandra Lobello per Forza Italia; lo stesso Riccio, Lea Concolino e Gianni Costa (Lega) e Anna Chiara Verrengia (Fratelli d’Italia). Ma tranne Talerico e Assisi per Fi e Donato, Parisi e Veraldi, per Azione, gli altri sono come detto grandi oppositori da… microfono e giornali. E non certo per colpa loro, per la verità, quanto perché, come premesso e scritto ieri (leggi qui: irriverentemente.com/?p=10844) gli ordini di scuderia di chi comanda in realtà sono: “Salvate il soldato Nick!”.

Antonello Talerico, un altro che come Jasmine Cristallo (pur essendo i due simili quanto il sole e la luna) ci ha capito poco o niente (eufemismo!) e continua a girare in tondo con nessun costrutto

Sapete chi è l’unico di cui si può paradossalmente fidare al 100% Talerik? Celia. Sì, esatto, il kommunista Fabio. Che avrà tutti i difetti di questo mondo, ma in politica almeno i patti (se dipende da lui) lì mantiene. Riguardo al resto, se il vulcanico è talvolta ‘pittoresco’ Antonello non si farà blindare in Regione per il 2026 dal suo nume tutelare Occhiuto, o da chi per lui, corre il rischio di diventare il Baldo Esposito catanzarese numero due… la Vendetta. Uno cioè, che pur con messe di voti, resterà a casa a guardare la… partita. Niente campo e pallone, pardon Consiglio, dunque per lui se non si proteggerà a dovere dalla cottura a fuoco lento dei vari ‘amici’ forzisti Polimeni e Costanzo S. su tutti. Ma anche Levato e Lobello, tanto per gradire.

Un pensiero su “Catanzaro, altro che Peones. Fiorita governa con favore e “permesso” di Occhiuto e Mancuso F. Mentre si sente solita solfa: Kommunisti contro Fascioleghisti nemici  della sola… democrazia in cui comandano senza voti. Ma ecco “nomi e trame””
  1. Cosa aggiungere? Nulla! Ci troviamo ad essere amministrati da un signore che candidatosi alle amministrative e uscendo perdente, non ha appoggiato il candidato della coalizione di csx ,favorendo la vittoria di Abramo. E si dice di sx. Tanto di sx da vincere al ballottaggio le amministrative ultime, con la regia e sottobraccio ai personaggi da lei citati . Nello spazio tra le due amministrative ha trovato il tempo per frantumare il PD, che non contento lo sostiene alle amministrative del ’22, salvo ri-frantumarsi tra sostenitori e oppositori al sindaco.

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