In riferimento alle scene di giubilo di calabresi in Parlamento ribadisco la mia perplessità per l’approvazione di una legge che è solo un pennacchio per qualcuno e che, così com’è, non tutela il nostro territorio. La posizione della maggioranza del Consiglio regionale della Calabria sull’autonomia differenziata, condivisa dal presidente Occhiuto, è sempre stata improntata al senso di responsabilità che antepone le ragioni delle nostre comunità a tutto il resto, in un’imprescindibile visione unitaria del Paese. Una posizione che abbiamo rappresentato, con nettezza, fin da quando si è iniziato a discutere del progetto.
Con linearità e trasparenza sia in Consiglio regionale, approvando uno specifico documento con cui chiedevamo garanzie specifiche circa la devoluzione alle Regioni delle materie non Lep, che nel dibattito pubblico, abbiamo pragmaticamente ritenuto che a certe condizioni la legge potesse essere un’opportunità per il Mezzogiorno. Alla fine, però, la legge approvata si è rivelata un pasticciaccio difficile persino da decifrare, non essendo agevole capire neppure se trattasi di un testo che rimuove la disparità di accesso ai servizi essenziali sul territorio o se, invece, incide negativamente sulla solidarietà tra Regioni favorendo quelle del Nord.
E che, soprattutto, sarà difficile applicare, perché, in ogni caso, non si potranno mai violare i principi costituzionali, tra cui il diritto dei cittadini ad avere gli stessi servizi ovunque risiedano. Purtroppo, il Parlamento, anziché prediligere la semplificazione e la chiarezza normativa, cedendo alla fretta che non è mai buona consigliera, ha approvato un testo di legge confusionario e certamente non in linea con i bisogni reali del Mezzogiorno e neppure con quelli di un Paese che, per affrontare le sfide del momento, deve irrobustire non mettere a rischio la coesione sociale e territoriale.