Riceviamo e pubblichiamo
Da molto tempo la comunità di Badolato e il comprensorio circostante attendono la risoluzione di una problematica che sta creando grandi disagi e grandi pericoli nella viabilità cittadina.
Mi riferisco all’assenza di un parapetto a norma nel tratto della Statale 106 che attraversa il torrente Barone, tratto in cui perse la vita circa due anni fa in un tragico incidente Giovanni Mellace e da allora mai più ripristinato in maniera adeguata e definitiva.
Su una statale 106 già ricca di criticità, situazioni di questo tipo aumentano la pericolosità e i disagi dei singoli tratti che, spesso, interessano zone che collegano molti centri urbani e possono avere anche valenza turistica.
Sono numerose, infatti, le segnalazioni di cittadini e associazioni che ho ricevuto e che denunciano come la situazione tampone adottata da ANAS, e cioè la collocazione di new jersey in cemento, crei problematiche alla viabilità, mentre non appare adeguatamente visibile e illuminata la segnaletica verticale.
Al riguardo ho voluto interpellare direttamente ANAS per chiedere chiarimenti riguardo l’opera in questione e i tempi di realizzazione ricevendo ottime notizie.
Con riferimento al parapetto incidentato, infatti, mi è stato confermato che ANAS ha di recente perfezionato e quindi finanziato il progetto di ripristino dell’opera mediante installazione di una barriera bordo ponte a norma, un progetto di prossimo avvio.
Ho accolto con grande soddisfazione questi chiarimenti che annunciano, dunque, la risoluzione della problematica al più presto.
Il timore principale dei cittadini, infatti, era quello di non ricevere segnali riguardo l’opera da realizzare, temendo che la situazione attuale a poco a poco divenisse definitiva.
Un timore, per fortuna, scongiurato dalle parole dirette di ANAS con cui continuerò a confrontarmi riguardo la messa a terra e la conduzione di questo e altri interventi così importanti per i nostri territori.
Bruno:
“La notizia dello stop alla XXI edizione dello storico Presepe Vivente di Panettieri è un campanello d’allarme che non può essere ignorato.
Una manifestazione radicata, un patrimonio identitario per l’intera comunità, si ferma non per mancanza di volontà, ma per il colpevole ritardo della Regione Calabria nella pubblicazione dei bandi per gli eventi culturali 2025”. È quanto afferma Enzo Bruno, consigliere regionale, capogruppo di “Tridico Presidente”.
“Il bando La Calabria che incanta, pubblicato soltanto a metà luglio, rappresenta l’ennesima dimostrazione di una programmazione improvvisata e confusa, incapace di garantire ai Comuni — soprattutto ai più piccoli — tempi adeguati per progettare iniziative complesse come il Presepe di Panettieri.
Eventi che richiedono mesi di lavoro, coordinamento, volontari, logistica, scenografie e un’organizzazione meticolosa non possono essere programmati in poche settimane – afferma ancora Enzo Bruno –.
La Giunta Occhiuto ha scelto di gestire la cultura e il turismo attraverso una struttura amministrativa caotica, con bandi che spesso ricadono contemporaneamente nei Dipartimenti Turismo e Cultura, senza una governance univoca e senza linee guida precise rispetto ai tempi delle graduatorie.
Una confusione che mette in difficoltà perfino i funzionari regionali — professionisti capaci che devono operare dentro una macchina amministrativa disorganizzata — ma che soprattutto penalizza i Comuni, le Pro Loco, i comitati locali e tutte quelle realtà che costituiscono l’ossatura culturale della Calabria. Eventi che slittano, eventi che saltano, eventi che non possono essere realizzati. E Panettieri è solo la punta dell’iceberg”.
“Mentre si parla di turismo, si investe quasi tutto sui mega eventi. Alle comunità restano le briciole. Da un lato la Regione proclama l’importanza del turismo e della cultura; dall’altro concentra risorse, visibilità e priorità su pochi mega eventi, spesso scollegati dai territori e dalla loro storia – sottolinea ancora Bruno –.
Alle decine di manifestazioni storicizzate, ai progetti delle comunità, ai borghi che fanno cultura da decenni, rimangono le briciole, accompagnate da bandi tardivi e procedure ingestibili.
Gli eventi storicizzati devono essere tutelati, non sacrificati sull’altare dell’improvvisazione. Le tradizioni che vengono messe in discussione sono presidi culturali, sono motori di identità, sono leve di coesione sociale e di economia locale.
Vanno sostenuti con bandi tempestivi, con regole chiare, con una programmazione annuale, non con avvisi last minute che rendono impossibile organizzare qualunque cosa.
Serve rimettere ordine alle norme, unificare la governance e soprattutto costruire una visione territoriale e sistemica della cultura, capace di valorizzare tutte le realtà e non solo pochi eventi vetrina.
Finché la Regione continuerà a privilegiare la propaganda ai fatti e l’improvvisazione alla pianificazione, la Calabria perderà pezzi della sua identità e indebolirà il proprio patrimonio culturale, quello vero: quello custodito dai borghi, dalle associazioni e dai cittadini”.