Riceviamo e pubblichiamo
Diffida durissima per fermare la macchina della riscossione che non risparmia nemmeno le famiglie dei defunti.
“Un sistema che lucra non solo sui più deboli ma anche sui morti – Richieste dopo 10 anni senza alcuna verifica”
Il Codacons denuncia oggi uno scandalo di proporzioni inaudite che tocca il fondo dell’indecenza: l’Azienda Ospedaliero-Universitaria “Renato Dulbecco” di Catanzaro sta inviando richieste di pagamento per ticket sanitari anche a persone decedute.
Costringendo le famiglie già provate dal lutto a subire l’umiliazione di una riscossione coattiva per prestazioni sanitarie non dovute.
“Quello che stiamo denunciando oggi supera ogni limite della decenza umana”, dichiara con indignazione Francesco Di Lieto, vicepresidente nazionale del Codacons.
“Non solo si richiede il pagamento di ticket a soggetti esenti per legge.
Ma si arriva addirittura a tormentare le famiglie dei defunti con richieste di pagamento per prestazioni sanitarie che, per legge, non dovevano essere pagate”.
Il caso emblematico riguarda un cittadino che ha fatto accesso al pronto soccorso il 29 marzo 2015 ed è deceduto dopo poco più di 24 ore.
Nonostante il decesso sia avvenuto a seguito del ricovero ospedaliero – circostanza che comporta automaticamente l’esenzione dal pagamento del ticket – l’Azienda “Dulbecco” ha comunque proceduto a richiedere il pagamento dopo oltre dieci anni dal decesso.
ESENZIONE CERTIFICATA MA IGNORATA
Ma la vicenda è ancora più grave.
Il paziente deceduto, infatti, risultava esente dal pagamento del ticket come attestato dall’ASP di Catanzaro con codice C01 per invalidità civile al 100%”, continua Di Lieto.
“Questo conferma come l’Azienda sanitaria stia inviando richieste di pagamento senza effettuare alcuna verifica, nemmeno quella più elementare sulla sussistenza delle condizioni di esenzione”.
La documentazione in possesso del Codacons dimostra infatti che il paziente era titolare di esenzione per invalidità civile totale, circostanza che lo esonerava completamente dal pagamento di qualsiasi ticket sanitario.
La condotta dell’Azienda Dulbecco configura una violazione sistematica della normativa vigente su più fronti: Esenzione per ricovero: La legge prevede espressamente che non è dovuto il pagamento del ticket quando l’accesso al pronto soccorso comporta successivo ricovero o decesso; Esenzione per invalidità: Il paziente era titolare di esenzione per invalidità civile al 100%; Prescrizione decennale: Le richieste si riferiscono a prestazioni del 2015, notificate solo nel 2025.
Per non parlare dell’omessa informazione circa la tenutezza al pagamento: Infatti il povero paziente non è sopravvissuto e se le richieste fossero state rivolte ai familiari ben avrebbero potuto produrre l’attestazione dell’esenzione.
LA MACCHINA DELLA RISCOSSIONE È FUORI CONTROLLO
“Siamo di fronte a una macchina della riscossione completamente fuori controllo che procede a tappeto senza alcuna verifica”, denuncia Di Lieto.
“È inaccettabile che si proceda all’invio massivo di richieste di pagamento senza nemmeno controllare se i destinatari siano ancora in vita o se abbiano diritto all’esenzione”.
Il Codacons ha documentato come l’Azienda sanitaria abbia sistematicamente violato l’obbligo di verificare d’ufficio la sussistenza delle condizioni di esenzione, trasferendo illegittimamente sui cittadini e sulle loro famiglie un onere che non compete loro.
Confidiamo – conclude Di Lieto – in una sospensione immediata di tutte le procedure di riscossione coattiva per far si che l’azienda proceda, preliminarmente, ad una verifica sistematica delle condizioni di esenzione con annullamento d’ufficio delle richieste illegittime.
“Chiediamo una moratoria immediata per un sistema che ha dimostrato di non avere alcun rispetto per la dignità umana”, afferma Di Lieto.
“Non è possibile che in una regione già martoriata da problemi sanitari si arrivi a vessare anche le famiglie dei defunti”.
“Questo non è solo un problema di legalità, ma di dignità umana”, conclude Di Lieto. “Una sanità che arriva a richiedere soldi ai morti e alle loro famiglie ha perso ogni credibilità e rispetto per i cittadini. È tempo di dire basta a questo scempio”.
“La salute non può essere trasformata in un business che lucra sulla pelle dei più deboli e nemmeno sui defunti. Chiediamo al Presidente Occhiuto di intervenire immediatamente per fermare questa vergogna che sta gettando fango sull’immagine della sanità calabrese”.