Quanto dura la consiliatura iniziata a fine giugno del 2022 a Catanzaro? Saremmo portati a dire fino alla scadenza naturale, anche perché ormai lo decide la destra con un sindaco Nicola Fiorita sempre più… commissariato. In mano a 8 consiglieri (forse 7, ma poco o niente cambia) che probabilmente attendono posti nelle varie strutture regionali dai neoeletti sostenuti per loro stessi (o chi per loro), pronti a scattare al solo fischio di Filippo Mancuso o di Roberto Occhiuto. Ragion per cui non dovrebbero esserci problemi salvo Gianmichele Bosco, una delle tante vittime politiche del Fiorita-style come l’ex compagna Jasmine Cristallo alle Europee ‘24, dopo esser stato giocato a… dadi dal suo grande amico Nick (meno male che noi ormai di amici non ne abbiamo quasi più) non reagisca in qualche modo. Considerato come si è probabilmente “fumato” un posto di potere da 20mila euro al mese proprio per il mancato aiuto elettorale non solo del sindaco quanto pure di assessori comunali come Donatella Monteverdi a cui Bosco in passato avrebbe dato una grossa mano nelle urne a livello cottadino (eppure Monteverdi, al solito come Nick, avrebbe votato per il Dem Ernesto Alecci).
“Caduta” anticipata dell’Amministrazione? Improbabile, anzi quasi impossibile, anche se…
È pur vero, però, che con gli stipendi attuali e le grame prospettive davanti a sé, la sinistra locale è infatti letteralmente allo sbando tanto per cambiare, Bosco faccia spallucce ingoiando il rospo. Che in Cambiavento era ormai da tempo, e continua a essere, bello grosso (leggi qui: https://irriverentemente.com/?p=21998). Ma tant’è: lavoro e relativo legittimo stipendio prima di tutto. Senza contare che Pasquale Tridico ha vinto bene a Cosenza città e straperso a Catanzaro per la disperazione, ad esempio, di un Vincenzo Capellupo che con i suoi 3 post Facebook quotidiani in campagna elettorale sul tema “Occhiuto anticatanzarese” si è dimostrato più inutile di un pettine per quelli come noi e lui stesso. Impatto zero, sottozero anzi, insomma. Senza contare che ora dovrà fare una fatica doppia per spiegare la sonora bocciatura del suo sindaco da parte degli elettori, se stanno lavorando così bene. Ma è chiaro che, dopo una così umiliante sconfitta, la butteranno in caciara facendo finta di litigare con una destra in verità a molti di loro indispensabile per racimolare il lauto stipendio fin quando sarà previsto per legge.
Flop Fiorita e tradimento Bosco
Quella appena accennata su un Fiorita a cui la stessa leader Democrat Elly Schlein forse per scherzo chirderà di dichiararsi di destra, considerato il consenso che (non) genera, e su chi sta sccanto a Nick come appunto il fido Capellupo è però un’altra storia. Semmai ci sono guai più seri come, ad esempio, le conseguenze dello schiaffo dato in faccia (metaforicamente parlando, s’intende!) a un Bosco che pur intercettando il voto di destra grazie a una figura chiave come il fratello, primario neurologo Nico, ci ha fatto toppare clamorosamente una previsione, una volta tanto. Noi lo davamo, infatti, dietro al collega Antonio Maria Lo Schiavo (notaio vibonese oltretutto consigliere uscente) nella lista di Avs e poco sopra i 3mila voti. Ne ha presi circa 900 in più invece, arrivando primo. Bravo lui, dunque, bocciati noi invece! Ma questo non può che aumentarne il rammarico per essere fuori “grazie” a Fiorita. Sempre lo stesso, immarcescibile protettore dei suoi interessi, sopra tutto e tutti.
Gruppo Celia-Iemma
La polveriera De Nobili è alimentata da vari fuochi come quello su cui soffia un Fabio Celia che, sull’asse con Giusy Iemma oggi non può non cantare mestamente: “Non c’è più niente da fare, ma è stato bello sognare”, come Bobby Solo nell’ormai lontanissimo 1967 (leggi qui: https://irriverentemente.com/?p=22594). Ma mentre entrambi auspicano forse guai giudiziari per il neoeletto governatore, soltanto in senso tecnico perché in realtà già presidente di lungo corso Roberto Occhiuto, hanno una realtà davanti a loro costituita da un desolante deserto politico. Senza più alcunché, ribadiamo salvo scossoni in Cittadella, a cui potersi candidare se non a un ruolo da consiglieri comunali di minoranza nel 2027. Difficile allora tenere a bada lo scalpitante Celia, sempre più marginale e dimenticato pure dalla stampa locale. Eccetto forse quella di cui fu proprietario o l’altra dove sta riprendendo a fare pubblicità, almeno per ora fino a quando non sappiamo, per le proprie attività dopo le gravi vicissitudini imprenditoriali patite. Una réclame fatta pure tramite i cosiddetti tabelloni 6×3 Pubbliemme di Catanzaro dell’editore Domenico Maduli (LaC) con cui ha una relazione talvolta di amore, talaltra di freddezza. Ma sempre nel contesto di rapporti personali che in una realtà come quella calabrese contano più di 10 lauree alla Sorbona. Materia in cui Celia & Co. sono peraltro… maestri!
