Pluri-indagati, o chicchieratissimi, anche per fatti di ‘ndrangheta, certi editori e direttori di giornali(?) calabresi (con la faccia assai peggio del cu@o) da settimane, anzi forse da mesi ovvero da molto prima delle dimissioni di Roberto Occhiuto e dal conseguente inizio della campagna elettorale per le Regionali 2025, hanno fatto un tifo smodato per la sinistra. Roba da capiultrà di Curva che davano la carica ai loro giornalisti-sguatteri!

Persino a tarda primavera, per le Amministrative in una serie di medio-piccoli Comuni locali. Rispetto a cui hanno evocato grandi vittorie della sinistra, pur a fronte di risultati in realtà territoriali di fatto poco oltre i 15mila abitanti manco fossero Milano, Torino o Bologna. Ma (g)niente, a dargli retta, il sol dell’avvenire sembrava già bussare alle porte del Pollino a Nord e dello Stretto a Sud. Peccato che alcuni di loro siano “compagni” per vecchia… vocazione (e stipendio), mentre altri per più recenti interessi, ma tutti siano di sicuro accomunati dalla paura delle manette e quindi dalla convinzione (meglio ossessione) di dover ricorrere… all’immunità comunista. Ombrellone salvifico che, ahinoi, è sempre salvifico in Italia.

Adesso, tuttavia, dopo l’odierna… freschissima rullata marchigiana al campo largo con il probabile bis in Calabria, tra sette giorni esatti, ecco partire il “contrordine compagni” con una certa cautela che inizia a farsi strada. Una prudenza che porta a un dietrofront propedeutico al bacio dell’anello e alla conseguente richiesta di contributi al possibile confermato (e vituperato anche perché indagato) governatore di destra Roberto Occhiuto.

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