Riceviamo e pubblichiamo

Il candidato al consiglio regionale e coordinatore provinciale del dell’M5s Cosenza Giuseppe Giorno è stato chiaro: “La razionalizzazione dei costi è fallita. La migrazione sanitaria è costata centinaia di milioni. Basta con l’uso strumentale delle sofferenze dei calabresi”

“La chiusura dei 18 ospedali durante la presidenza Scopelliti è stato un errore madornale che ha compromesso il diritto alla Salute dei calabresi”.

Lo dichiara Giuseppe Giorno, candidato consigliere regionale del Movimento 5 Stelle nella circoscrizione nord a sostegno di Pasquale Tridico.

“Al di là della retorica sulle responsabilità – prosegue Giorno – è evidente che la presunta razionalizzazione dei costi non ha garantito la sicurezza sanitaria.

Al contrario, ha peggiorato la situazione economica del comparto, favorendo una migrazione sanitaria che è costata centinaia di milioni di euro alla nostra regione”.

Il candidato pentastellato si sofferma in particolare sulla situazione dell’alto Tirreno cosentino: “La chiusura degli ospedali di frontiera come quelli di Praia a Mare e Trebisacce ha mutilato il diritto alla Salute di intere comunità. Ho analizzato la proposta di patto per la riapertura dell’ospedale di Praia a Mare avanzata dal comitato cittadino e riconosco la validità delle richieste. Sarebbe facile sottoscriverlo oggi per ottenere consenso, ma queste istanze non devono diventare un’arma elettorale”.

Giorno garantisce invece un impegno concreto: “Contando sulla rete di attivisti che da anni segnalano le criticità del territorio, mi impegno a lavorare con presenza costante e ascolto reale di cittadini e comitati.

Affronteremo con decisione i problemi che attanagliano da decenni l’alto Tirreno cosentino, andando oltre la semplice firma di un patto”.

“La sanità – conclude il candidato al Consiglio regionale – è uno dei pilastri del programma di Pasquale Tridico e del Movimento 5 Stelle. Lavoreremo per garantire a tutti i calabresi il diritto alla salute, con proposte concrete e un approccio trasparente, lontano dalla politica dei proclami che ha caratterizzato questi anni”.

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