Riceviamo e pubblichiamo
La Uil Scuola Rua con Simone Veronese ha tuonato contro il sindaco Giuseppe Falcomatà sulla questione edifici scolastici: “È inaccettabile che solo oggi si informi la cittadinanza di una situazione di tale gravità. Se non avessimo sollevato il problema, probabilmente il sindaco avrebbe taciuto fino alla vigilia dell’apertura delle scuole, lasciando insegnanti, studenti e genitori senza tempo per prepararsi a questa catastrofe”.
Reggio è in crisi con tante scuole inagibili a pochi giorni dall’inizio dell’anno scolastico. Ecco quali:
Secondo quanto si apprende dalla nota del settore tecnico, i plessi scolastici “di cui si rappresenta la necessità di inibire in via prudenziale e non decorrenza immediata l’accesso a tutti i locali” sono i seguenti:
- Dante Alighieri (secondaria di primo grado) via Figurella, Catona
- Distaccamento Dante Alighieri (secondaria di primo grado) via Nazionale, Catona
- Klearchos (secondaria di primo grado), via Baglio Giunta, Archi Cep
- Melissari (primaria), via di Tre Mulini
- Galluppi (primaria), via Botteghelle
- Vitrioli (secondaria di primo grado)
- Frangipane edificio nord (primaria), viale Calabria
- Pythagoras (scuola media), Ravagnese
All’elenco si aggiunge la scuola primaria di Condera, nella quale lo stato di agibilità è noto dall’anno scorso e inizieranno a breve i lavori di ristrutturazione. Nella nota si invitano gli istituti cittadini a valutare “la possibilità di riorganizzare gli spazi a propria disposizione provvedendo a redistribuire le classi attualmente ospitate nei suddetti plessi e comunicare allo scrivente ufficio dove eventualmente andrebbero trasferite”. Un invito indirizzato non solo alle scuole che perderanno locali ed è presumibile pensare che non ne abbiano altri disponibili, ma a tutti i dirigenti. Gli spostamenti richiesti sono da farsi “a stretto giro” per consentire l’avvio del nuovo anno scolastico: in un momento di intenso lavoro per l’assegnazione dei docenti in corso da parte dell’ufficio regionale, i dirigenti si ritrovano a dover fronteggiare un’emergenza non da poco perché quegli spazi alternativi, detto in modo crudo, non ci sono.