Riceviamo e pubblichiamo

<<A Reggio si assiste all’inaugurazione
di interventi di rigenerazione urbana e restituzione degli spazi alla collettività, ma ciò che continuiamo a non percepire è una reale e strutturata programmazione degli interventi a favore delle imprese e dell’innovazione>>, Questa la lamentela di Copagri.

<<Una lacuna – si aggiunge – che emerge con particolare evidenza osservando il destino di numerosi storici insediamenti produttivi e commerciali della città.

Aree come l’ex Italcitrus, la fiera di Pentimele, il mercato Coperto, il mercato di Mortara e il centro Gelsomino rappresentavano, ciascuna con la propria specificità, nodi fondamentali dell’economia urbana e territoriale. Nel tempo, invece, queste aree sono state progressivamente svuotate della loro funzione originaria, riconvertite o
abbandonate, senza una visione complessiva, privilegiando interventi frammentati e prevalentemente ricreativi. Per rigenerazione urbana non si può intendere una semplice operazione estetica.

Rigenerare significa recuperare e valorizzare gli spazi senza cancellarne la vocazione, integrando qualità urbana, sostenibilità ambientale e sviluppo economico. Verde e impresa non sono elementi in contrasto: modelli come la Silicon Valley dimostrano che parchi, spazi aperti e servizi possono convivere con insediamenti produttivi, centri di ricerca, start-up e innovazione, creando ecosistemi capaci di generare lavoro e benessere.

Anche l’area dell’Italcitrus avrebbe potuto seguire questa logica, coniugando verde pubblico e strutture riconvertite ad attività produttive green, una rigenerazione che non crea lavoro e non sostiene le imprese resta, inevitabilmente, incompleta e priva di una reale prospettiva di sviluppo per la città.

Nel caso dell’Italcitrus, ad esempio – va avanti Copagri Calabria –  esistevano già manufatti e strutture industriali che avrebbero potuto essere trasformati, con costi contenuti, in incubatori e acceleratori per start-up, laboratori per l’innovazione, spazi di coworking, centri per l’agroindustria avanzata, magari in collaborazione con la Stazione sperimentale per le industrie delle essenze e dei derivati dagli agrumi.  Sia chiaro: ben vengano i parchi, il verde urbano, gli asili nido e i servizi per le famiglie.

Sono elementi fondamentali
per una città moderna e inclusiva. Ma una città come Reggio, che soffre di disoccupazione strutturale, di una cronica debolezza del tessuto imprenditoriale e di una costante fuga di giovani competenze, non può permettersi di rinunciare o non predisporre spazi destinati allo sviluppo economico.

La vera occasione mancata è stata quella di
conciliare le funzioni sociali con quelle produttive. Reggio ha bisogno di una visione complessiva e di lungo periodo, capace di mettere insieme verde pubblico,
servizi sociali e infrastrutture per le imprese.

Le aree di Italcitrus, fiera di Pentimele, mercato Coperto, mercato di Mortara e del Centro Gelsomino potevano diventare simboli di una rinascita produttiva. Si è scelto diversamente, purtroppo  e la perenne instabilità politica dell’Amministrazione non aiuta, dunque, oggi la vera sfida è non ripetere gli stessi errori e iniziare a programmare interventi che guardino davvero al futuro della città>>.

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