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Riceviamo e pubblichiamo. Foti Archivio

La mitologia omerica diventa contemporanea e scava nei meandri della mentalità della questione meridionale.

Sabato, alle ore 20:30, la Compagnia Teatrale BA17 sarà ancora una volta al Teatro “Regina Margherita” di Racalmuto (AG) dove porterà in scena per la Fondazione Leonardo Sciascia lo spettacolo “Ilios. La città brucia” opera scritta, diretta e interpretata dalla poliedrica Angelica Artemisia Pedatella, con la colonna sonora originale interpretata dal vivo da uno straordinario Daniele Fabio, la narrazione accattivante di Claudio Cavaliere, la superba performance della coreografa e danzatrice Giada Guzzo che sarà accompagnata dal ballerino Ermes Mancuso e con le scene oniriche di Silvana Esposito.

Portare lo spettacolo a Racalmuto è stata una scelta importante, nata dall’intuizione del regista, drammaturgo e scrittore Fabrizio Catalano, vero mentore dello “sbarco” in Sicilia del team di artisti calabresi della Compagnia Teatrale BA17: a far comprendere il potenziale dell’opera ha concorso indubbiamente il tema della mitologia omerica, rivista in chiave contemporanea attraverso un intersecarsi di linguaggi dal sapore originalissimo, ma anche la messa in scena critica e attuale attraversata dalla capacità provocatoria di rompere gli schemi.

La ritmica travolgente e la dinamica fisica tipica dello stile della Compagnia BA17 raccoglie tutto questo in una formula che arriva al pubblico facilmente: questa l’intuizione di chi ha optato per la scelta. Le stagioni teatrali passate, curate dallo stesso Catalano, hanno visto calcare le scene del Regina Margherita da artisti di grandissimo calibro e questa volta tocca all’Iliade di Omero. Achille, Ettore, Andromaca, Briseide e Cassandra, con i loro dolori, le loro storie al limite, i sentimenti travolgenti racconteranno le loro vicende in una evocazione quasi magica.

«Quando ho pensato a quest’opera – spiega Angelica Artemisia Pedatella – ho capito che non c’era nulla da aggiungere ad Omero; bastava usare un linguaggio contemporaneo per descrivere i sentimenti che nel testo greco sono raccontati con la sintesi e il colore di questa splendida lingua, che oggi rivive nel nostro grecanico di Calabria. Recitare alcune parti in grecanico mi ha messo addosso davvero il senso di un’antichità che non muore mai. È più che una sperimentazione teatrale, è un tuffo in una dimensione che arriva dritta al cuore».

La recitazione, accompagnata dalla danza e dalla musica dal vivo di Daniele Fabio diventa un’alchimia emotiva che ha recentemente infiammato anche l’Arena dello Stretto a Reggio Calabria.

«L’alea controllata – spiega Daniele Fabio – è una tecnica compositiva d’improvvisazione che permette di sondare lo stato d’animo della scena e del pubblico e di far reagire noi artisti in scena in un modo sempre nuovo: impossibile assistere due volte alla stessa performance, anche se ormai le corde che vibrano dentro di noi sono assolutamente quelle. Eppure la sperimentazione non fa che stupirci di continuo. Attraverso la chitarra riesco a “sentire” gli altri artisti in scena e li guido come le note».

Una grande sinergia in scena tra i quattro performer, che fanno rivivere i personaggi, spiegando la loro dimensione eterna del sentimento, mentre si inserisce una narrazione che riporta di continuo il sentimento struggente degli antichi eroi alla contemporaneità: è questo l’apporto creativo di Claudio Cavaliere, narratore di una mitologia contemporanea che rispecchia nei fatti di oggi il valore eterno dell’Iliade. «In fondo il valore di Sciascia e dei grandi autori si consuma in questa formula molto semplice: ogni presente è eterno, se diventa un classico. E non c’è niente di più classico della guerra, purtroppo», spiega ancora Angelica Artemisia Pedatella, rivendicando l’assoluto valore dell’opera omerica.

A svelare il senso ultimo dell’opera greca sarà la misteriosa Cassandra, mettendo in luce come l’origine del male di ogni tempo è condensato in una parola al centro della grande questione della legalità e del sud, un tema fondante dell’opera sciasciana. «Rendere omaggio a Sciascia – conclude Cavaliere – significa comprendere fino in fondo il suo messaggio e noi proviamo a farlo anche reinterpretando, con l’occhio allenato alla cultura, il messaggio eterno dell’Iliade. In fondo, c’è una parola al centro della sua opera e anche al centro dell’opera omerica. Questa, la sveleremo alla fine della nostra narrazione». Non resta che scoprirla andando a teatro, per incantarsi ancora una volta di fronte alla bellezza suprema della letteratura. _

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