Riceviamo e pubblichiamo
Premio Viva Vitalità Italiana Calabria conferito al giudice della Corte Costituzionale Francesco Saverio Marini e ai fratelli avvocati Giuseppe e Renato.
Omaggiato anche il prefetto Castrese De Rosa con una tela della Luminere di Pentone,.
Premi realizzati da Michele Affidato, l’orafo fra i più famosi d’Italia.
De Rosa si è peraltro soffermato in particolare sui doveri delle pubbliche amministrazioni per lo sviluppo generale del territorio.
Lo stesso De Rosa, come premesso, ha consegnato il premio al giudice della Corte Costituzionale Francesco Saverio Marini.
Il fratello Giuseppe è stato invece premiato dal presidente della Provincia di Catanzaro Mario Amedeo Mormile mentre l’altro fratello, Renato, dallo scultore Luigi Verrino.
La famiglia Marini sin dal 1630 ha notevolmente contributo allo sviluppo economico, politico e sociale della comunità pentonese.
Il giudice Marini ha messo in rilievo come “l’appartenenza territoriale, il richiamo della terra, l’attenzione per i legami familiari sono valori essenziali e fondanti della convivenza civile. Valori morali prima ancora che giuridici. Valori che la nostra Costituzione ha fatto propri in molte norme: da quelle sui diritti della persona nelle organizzazioni sociali, nelle quali si sviluppa la propria personalità, al principio del decentramento, alla tutela della famiglia o alle norme sulla nazione e sulla cittadinanza. Purtroppo, sono valori che stanno attraversando una gravissima crisi, in parte collegata alla globalizzazione e a una generalizzata perdita identitaria”.
Il giudice ha poi aggiunto che: “I motivi di questi fenomeni sono parecchi e almeno in parte dovuti alle esigenze delle grandi imprese multinazionali. Queste imprese sono, infatti, favorite da un’omogeneizzazione dei mercati e dunque appunto da un superamento delle dimensioni territoriali, locali e nazionali. Ben vengano allora queste iniziative che, senza condurre battaglie velleitarie e anacronistiche, vanno virtuosamente in una direzione opposta.
Apprezzamento che si estende all’intera attività degli enti territoriali della Calabria, dal Comune alla Regione e al loro impegno per la cosa pubblica che i rappresentanti qui presenti riservano nella loro attività istituzionale. Associazioni private e soggetti pubblici che in un approccio condiviso e collaborativo si trovano, nella stretto legame con la cittadinanza e il territorio, a dover quotidianamente costruire e preservare quel legame tra le istituzioni e gli elettori sul quale vive la democrazia”.
Il fratello Giuseppe ha ricordato come “in Calabria abbiamo trascorso le prime estati
della nostra vita. Ho letto da qualche parte, non so se sia vero, che la memoria registra
i ricordi solo dal quarto-quinto anno di età in poi. Nonno Giuseppe, di cui porto con orgoglio il nome, è morto nel 1975. Avevo 7 anni, e dopo la sua morte abbiamo passato poco tempo in Calabria. Il poco tempo trascorso sinora è inversamente proporzionale all’amore che sento di provare per la Calabria e Pentone. Mi sono anche chiesto più volte perché sento in modo così profondo l’attaccamento alla terra di origine. Forse non è vero che i ricordi si registrano a partire dai 5 anni. E forse per i racconti o forse per l’insieme dei valori trasmessi da papà, fatto sta che avverto un senso di appartenenza profondo con Pentone e con la Calabria che mi auguro di trasmettere ai miei figli. Il riconoscimento ricevuto ha per me un significato particolare, perché lo intendo come un riconoscimento a tutta la mia famiglia”.
Infine Renato: “È con la stessa emozione che ho provato qualche tempo fa nel ricevere per conto di papà la cittadinanza onoraria di Pentone. Se dunque non c’è due senza tre, come recita un noto proverbio popolare significa che, senza fare una ‘minaccia’ a Pentone, lo stesso reciproco affetto e considerazione che noi nutriamo per Pentone ci riporterà qui per un’altra cerimonia”.
I fratelli Marini sono figli del già presidente della Corte Costituzionale Annibale, onore e vanto di Pentone e dell’intera Calabria.