Articolo tratto da Ansa
L’obiettivo è migliorare la qualità della vita della popolazione detenuta, attraverso percorsi di apprendimento culturale all’interno delle Case di detenzione.
È questa l’esperienza portata avanti da Eugenio Attanasio della Cineteca della Calabria, con il Direttore della Casa Circondariale di Paola Emy Boccagna, che hanno proposto ai detenuti la visione del film Figli del Minotauro/storie di uomini e animali Il film racconta la storia della transumanza. A proiezione conclusa, si è aperta una interessante e partecipata conversazione.
Nell’opera si parla di una Calabria diversa ma anche una storia universale, quella del rapporto tra gli uomini e gli animali che parte fin dalla preistoria. Fra gli attori figurano Mattia Isaac Renda, Francesco Stanizzi, Gianluca Cortese, Salvatore Gullì, Alessandra Macchioni, Franco Primiero. Gli allevatori di podoliche, sono i depositari oggi di una cultura millenaria, praticando l’allevamento estensivo, una forma ecosostenibile di agricoltura.
La troupe ha ripreso per ben tre anni monticazione e demonticazione della famiglia Mancuso di Marcedusa, composta dallo zio Salvatore e dal nipote Antonio, che mantengono ancora i richiami verbali con i quali riescono a comunicare con gli animali, chiamandoli per nome e riuscendo a farsi intendere.
I campanacci disegnano un paesaggio sonoro, illustrato nel film dal un etnoantropologo di fama come Antonello Ricci, riconoscibile agli allevatori, agli animali, alle comunità che attraversano e che si sono formate come stazioni di posta della transumanza.
La transumanza modella le relazioni tra persone, animali ed ecosistemi. Implica rituali e pratiche sociali condivisi, prendersi cura e allevare animali, gestire terreni, foreste e risorse idriche e affrontare i pericoli naturali. Nel 2019 è stata inserita dall’UNESCO nella Lista del Patrimonio Culturale.
Ma I Figli del Minotauro è anche un libro, sempre curato dalla Cineteca. A sostegno e promozione del film e del volume si è formato un gruppo di sostenitori, “Figli del Minotauro” appunto, composto fra gli altri da Salvatore Tozzo, Domenico Levato, Luigi Stanizzi, Peppe Gallucci, Elisabetta Grande, Elia Panzarella.
Belle le emozioni e le sensazioni suscitate da questo primo esperimento nel penitenziario, sia per il pubblico ma anche per i formatori: attraverso il linguaggio cinematografico, inteso quale strumento di reinserimento sociale di persone sottoposte a limitazione della libertà personale, insieme ai film, si viaggia in un mondo libero, a contatto con la natura come questo della transumanza.
È un progetto ambizioso, che sarebbe stato impossibile immaginare e realizzare senza l’apporto e la collaborazione di tutto il personale della casa circondariale. Grazie quindi al direttore Emy Boccagna, all’ispettore Ercole Vanzillotta, alle educatrici Piera Metallo, Maria Oliverio e Anna Gentile, alla Polizia penitenziaria tutta. Dopo questo primo appuntamento, sono previsti altri incontri per proporre altri materiali custoditi negli archivi della Cineteca della Calabria.