Riceviamo e pubblichiamo
Montauro è una comunità viva, complessa, in crescita. E proprio per questo avrebbe bisogno di una politica all’altezza: dialogante, propositiva, concreta. Purtroppo, però, da tempo in Consiglio Comunale assistiamo a una dinamica diversa: si preferisce il confronto personale allo scontro sulle idee, la propaganda alla progettualità, il discredito al confronto.
Non c’è nulla di male nel pensare in modo diverso. Fa parte della democrazia. Ma quando si rinuncia del tutto a portare proposte, a formulare soluzioni, a chiedere atti o chiarimenti nel rispetto delle regole istituzionali, allora non siamo più nel campo della politica, ma del puro ostruzionismo.
È bene precisarlo: non tutti i cittadini o i consiglieri sono così. Ma esiste una parte, visibile e rumorosa, che tende a sostituire l’azione con l’attacco, e il confronto con la comunicazione urlata.
Post, manifesti, articoli: strumenti legittimi, che però vengono spesso usati non per informare, ma per distorcere, alimentare sfiducia, creare un clima di tensione.
Questo atteggiamento si riflette anche nelle dinamiche elettorali: ci si affida a volte a candidati esterni, provenienti da realtà come la Marina o Catanzaro, perché i numeri lo impongono.
Ma poi, una volta concluso il voto, queste stesse persone vengono progressivamente isolate. Un approccio che non premia né il merito né la rappresentatività.
Del resto, chi invoca legalità, trasparenza e rispetto delle istituzioni, dovrebbe essere il primo a praticarli, anche nei rapporti umani e politici.
Non si può predicare correttezza e poi discriminare o delegittimare un collega consigliere solo perché ha idee diverse, fa domande scomode o non si piega alle logiche di gruppo. Essere coerenti significa accettare il confronto, anche quando è critico.
E se si sceglie di comunicare attraverso manifesti, articoli o dichiarazioni pubbliche, allora è legittimo – e persino doveroso – che un consigliere risponda con gli stessi strumenti.
Senza polemiche, ma con la forza dei fatti, della verità e del rispetto che si deve ai cittadini. Chi porta idee, visione, senso istituzionale, spesso si trova a dover fronteggiare non il dissenso, ma la diffidenza.
Eppure, proprio in questi momenti, è importante restare lucidi e coerenti. Non reagire con rabbia, ma con impegno. Non rispondere agli attacchi, ma rilanciare con il lavoro.
Personalmente, ho scelto di rimanere concentrato sull’obiettivo che per me conta di più: servire il territorio che amo da sempre, in cui sono cresciuto, che conosco profondamente.
È qui che voglio continuare a lavorare, con rispetto per tutti, senza contrapposizioni sterili, ma con la determinazione di chi vuole davvero il bene della collettività.
Ringrazio chi ogni giorno mi sostiene, anche solo con uno sguardo, una parola, un messaggio.
È questa fiducia silenziosa che dà senso a tutto il resto.