Teatro Grandinetti LameziaTeatro Grandinetti Lamezia

Riceviamo e pubblichiamo

La serata celebrata dal Festival Caudex – Visioni letterarie, al Teatro Grandinetti, in occasione della Giornata Internazionale dei Diritti Umani, è stata un’esperienza intensa e viscerale.

Il fulcro dell’evento è stato la messa in scena e il racconto del libro “Beirut-Verona. Sola Andata” di Robert El Asmar.

Sotto la direzione artistica di Sabrina Pugliese, il palco ha ospitato una scenografia evocativa, con cartelloni che mostravano sotto lenzuoli bianchi strappati scene di guerra, affiancati da squarci di parole che ricordano come “dalle crepe arriva luce”.

In apertura, la direttrice artistica Sabrina Pugliese, ha subito inquadrato il senso profondo della serata attraverso le parole della poetessa siriana Maram Al Masri: “L’atto di scrivere è un atto scandaloso perché si urla la propria nudità, e il bello e il brutto di scrivere è morire e rinascere”.

La prima scena accoglie il pubblico con un minuto e mezzo di rumore di aerei, di fragore, un prologo sonoro che ha catapultato gli spettatori nelle brutture della guerra.

La storia è quella di un ragazzo costretto a fuggire da Beirut, la cui speranza di salvezza in un convento a Verona si scontra con ulteriori soprusi che lo costringono a vivere un’innocenza spezzata, intimamente distrutta.

Il protagonista del libro è lo stesso Robert El Asmar, vittima di un dramma che oggi lo porta a gridare No a ogni forma di violenza e indifferenza.

Il racconto è incarnato con potenza dall’ensemble degli attori: Eugenio Nicolazzo, Walter Vasta, Angela Gaetano, Vincenzo Muraca e Ruggero Chieffallo che hanno dato voce a quella innocenza che muore.

Lo stesso Robert El Asmar ha confessato di aver usato il metodo della cronaca per mantenere un distacco oggettivo, riuscendo però a trasformare la sua opera in un messaggio spirituale e universale “la vita è solo andata”, la vera fede non è soltanto credere in Dio, ma credere nell’umanità, nella libertà e nella tolleranza.

Il suo libro, scritto come “atto terapeutico” dopo il Covid, è l’urlo di chi ha sentito il bisogno di “morire e rinascere” attraverso la scrittura. Robert ci lascia un messaggio importante che è il coraggio di denunciare sempre, anche “quando fa male, anche quando si è annientati”.

Il dialogo illuminante, condotto dal direttore artistico Sabrina Pugliese, dall’assessore alla Cultura e alle Pari opportunità del Comune di Lamezia Terme Annalisa Spinelli e dalla docente e critico letterario Giovanna Vilella, ha inquadrato la missione degli autori.
Le musiche, un ricamo vibrante e poetico, sono state tessute dalle mani dei musicisti Vittorio Viscomi, Anna Russo e Antonio Fusto Petitto, con la voce toccante del cantante Eugenio Nicolazzo.

A rinvigorire le coscienze, la presenza forte e delicata, della poetessa siriana Maram Al Masri. Donna che ha fatto della scrittura la sua missione, con il coraggio di chi, scrivendo, “si toglie la pelle”. Attraverso le sue parole, ha raccontato del suo esilio e della maternità negata dal marito che le ha portato via il figlio.

Maram ha declamato le sue struggenti poesie in arabo, donando al pubblico un momento di grande suggestione, mentre le attrici Rosellina Aiello, Daniela Muraca e Rosy Vergori le hanno declamato in italiano così da dare al pubblico la possibilità di cogliere fino in fondo la profondità e l’essenza delle sue parole.

Il culmine è stato l’inno di resistenza “Arriva nuda la libertà” e “Anime scalze”, che indaga sulla violenza invisibile che spezza le anime di chi vive una vita apparentemente normale. Termina questo momento di palpabile emozione “I figli della libertà” che ci restituisce un messaggio importante che è la sensibilità, l’empatia verso il prossimo. L’Umanità è a portata di mano, non bisogna andare molto lontano per guardare in faccia la povertà.

La serata si è conclusa con un abbraccio collettivo a queste due bellissime personalità, Robert El Asmar e Maram Al Masri, testimonianze vive di resistenza, che ci dimostrano come il dolore più profondo possa regalarci ancora bellezza.

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