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Articolo tratto da Sky TG24

Quello delle liste d’attesa nella sanità italiana è un tema al centro del dibattito, anche politico. Secondo i dati raccolti Cittadinanzattiva, tra gennaio del 2023 e maggio 2024, sono state 24mila le segnalazioni arrivate all’associazione da persone che avevano avuto problemi nel prenotare una visita.

Il 31% ha segnalato un blocco delle liste d’attesa, circa il 20% ha lamentato difficoltà nel contattare i centri di prenotazione, mentre il restante 50% ha riferito di tempi molto oltre le scadenze.

Inoltre, secondo una recente indagine di Altroconsumo, solo il 40% circa degli italiani alle prese con le liste d’attesa sa che la normativa prevede dei tempi massimi di attesa per ottenere l’appuntamento per una visita o un esame. Le regole quindi ci sono, ma non vengono applicate. Più della metà delle visite (52%) e più di un terzo degli esami (36%) vanno oltre i tempi massimi

Quello che devi sapere

La tabella per i tempi d’attesa
Va ricordato che il Sistema Sanitario Nazionale ha adottato un sistema basato sulle priorità cliniche che, indicate dal medico che prescrive la ricetta, dovrebbero consentire di garantire l’assistenza sanitaria in considerazione dell’urgenza.

In generale, sono quattro le lettere che indicano i tempi di attesa:
U = urgenza (entro 72 ore)
B = breve (entro 10 giorni)
D = differibile (entro 30 giorni)
P = programmabile (entro 120 giorni)
E per i ricoveri? Anche qui sono previste quattro classi di priorità, che corrispondono ad altrettante attese massime:

A = attesa massima 30gg;
B = con attesa massima 60 gg;
C = con attesa massima 180gg;
D = con attesa massima 12 mesi

L’indagine di Altroconsumo: 52% delle visite oltre i tempi massimi

Secondo una recente indagine di Altroconsumo, solo il 40% circa degli italiani alle prese con le liste d’attesa sa che la normativa prevede dei tempi massimi di attesa per ottenere l’appuntamento per una visita o un esame. Le regole quindi ci sono, ma non vengono applicate. Più della metà di queste visite (52%) e più di un terzo degli esami (36%) vanno oltre questi tempi massimi, con attese medie di circa 105 giorni.

Le criticità e la sanità privata

Anche se ci sono delle tabelle di riferimento per le tempistiche, quindi, molti cittadini negli ultimi anni hanno avuto a che fare con scadenze non rispettate e con attese che in alcuni casi durano mesi, se non addirittura più di un anno.

Dati i tempi molto lunghi, in molti si rivolgono alla sanità privata, per avere visite e prestazioni più veloci, ma dovendo pagare ingenti somme.

Ma, in questo sistema, chi non può permettersi di pagare una struttura privata è costretto a rinunciare alle cure

Nello specifico, nel 30% dei casi le persone hanno scelto di rivolgersi alla sanità privata, spendendo in media 138 euro. In un quarto dei casi, queste cifre si sostengono tramite assicurazioni sanitarie: il 25% ne ha una (nel 20% dei casi legata al suo lavoro).

Non è un caso, quindi, che la spesa sanitaria sia cresciuta nel nostro Paese: nel 2023 secondo il Rapporto GIMBE sul Servizio Sanitario Nazionale, quella delle famiglie italiane è aumentata del 10,3% rispetto al 2022.

Significativo il passaggio da un decennio all’altro: tra il 2012 e il 2022, la spesa è cresciuta del 26,8%

Tempi di attesa per le prime visite con priorità breve

Basandosi sui dati raccolti dall’associazione Cittadinanzattiva, Il Post ha elaborato alcuni grafici che mostrano quali sono i tempi massimi di attesa per le prime visite con priorità breve, cioè quelle che dovrebbero essere svolte entro 10 giorni dalla richiesta. Per quelle urologiche si arriva ad aspettare fino a 180 giorni, per quelle vascolari 127 e per quelle oculistiche 120. Sotto alla “soglia” dei 10 giorni ci sono ginecologia (8), fisiatria (8) e oncologia (7).

Tempi di attesa per gli esami con priorità urgente

Guardando invece alla tipoligia degli esami, quelli che dovrebbero essere fatti entro 72 ore, cioè urgenti, la situazione peggiore per le attese si riscontra per le RM addome inferiore e pelvico, la colonscopia totale e la TAC del torace. Rimangono nelle tempistiche, la TAC dell’addome, la TAC cranio-encefalo e la TAC del rachide vertebra-cervicale

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