Articolo tratto da Sky Tg24
Persone in trattamento con farmaci psicotropi temono di guidare per il rischio di arresto e sospensione della patente. Si tratta di pazienti affetti da sclerosi multipla, individui che convivono con dolori cronici, insonnia, depressione, gravi problemi motori o disabilità che possono arrivare al 100%.
I pazienti in terapia con cannabis temono di guidare e non senza motivo. Dal 14 dicembre, in base all’articolo 187 del nuovo Codice della Strada, rischiano la sospensione della patente per due anni, una multa fino a 6.000 euro e fino a un anno di arresto.
Per questo, hanno inviato una diffida al governo (coinvolgendo i ministeri della Salute, dei Trasporti e della Giustizia), alla Camera e al Senato, chiedendo con urgenza la convocazione di un tavolo tecnico entro il 20 gennaio. Lo scopo è discutere possibili deroghe che permettano ai pazienti in cura con THC e CBD, i principi attivi della cannabis, di guidare senza timore di sanzioni. Se il governo ignorerà la richiesta, migliaia di pazienti sono pronti a lanciare una class action per chiedere risarcimenti per i danni fisici e morali subiti.
La diffida
Le principali associazioni di pazienti, con il supporto legale degli avvocati Claudio Miglio e Lorenzo Simonetti, hanno inviato una diffida formale al governo tramite PEC. Il documento, rivolto ai ministeri competenti, alla Camera e al Senato, sollecita l’immediata convocazione del tavolo tecnico entro il 20 gennaio per discutere deroghe al nuovo Codice della Strada.
La norma attuale, infatti, prevede sanzioni severe (sospensione della patente, multa fino a 6.000 euro e arresto) per chi risulta positivo al THC, senza distinzione tra uso terapeutico e abuso. Questa situazione colpisce duramente pazienti affetti da gravi patologie, come sclerosi multipla o dolori cronici, che assumono cannabis terapeutica quotidianamente e rischiano penalizzazioni anche in assenza di alterazioni psicofisiche. Le tracce del principio attivo possono rimanere nel corpo per giorni, ben oltre la durata degli effetti, limitando la loro libertà di movimento.
Nonostante le promesse di Matteo Salvini, che ha annunciato un nuovo tavolo tecnico, i pazienti denunciano l’assenza di consultazioni reali e ricordano che un tavolo simile, istituito nel 2021, non è mai stato convocato dal governo attuale. Se non ci saranno risposte concrete entro il 20 gennaio, migliaia di pazienti sono pronti ad avviare una class action contro lo Stato, chiedendo risarcimenti per i danni fisici e morali subiti.