Articolo e foto tratti da Sky Tg24
Introduzione
La riforma dell’articolo 187 del Codice della strada prevede una stretta sull’uso delle sostanze stupefacenti o psicotrope: sarà sufficiente risultare positivi al test e non sarà più necessario essere trovati alla guida in uno stato di alterazione psico-fisica. Non sono compresi in questa fattispecie i consumatori di cannabis terapeutica, con il ministero dei Trasporti che ha fatto sapere che è in arrivo una circolare che farà chiarezza sul punto e sarà necessaria una ponderazione caso per caso, senza prevedere divieti assoluti di guida: “I pazienti dovranno continuare a seguire quanto già oggi riportato nei prontuari terapeutici e riferirsi alle indicazioni del proprio medico curante”. La norma è ritenuta controversa: rischia la sospensione della patente anche chi non ha guidato in stato di alterazione, ma ha assunto sostanze nei giorni precedenti.
Quello che devi sapere. Gli accertamenti previsti
Il percorso di accertamento previsto parte dai test rapidi, eseguiti sul posto anche attraverso apparecchi portatili, e arriva fino ad analisi più dettagliate su campioni di saliva o mucosa. A questi si aggiungono esami da condurre in una struttura sanitaria su sangue o altri fluidi biologici.
Le tempistiche cambiano in base ai campioni
L’analisi sulle urine prevede la possibilità di analizzare la sostanza parente e/o i suoi metaboliti dopo diversi giorni. Al contrario, prosegue l’Iss, nel caso in cui si voglia stabilire un’attualità d’uso, l’accertamento analitico viene eseguito sul sangue o, in alternativa, sulla saliva (campione raccolto tramite un tampone effettuato sulla gengiva o sulla parete interna della bocca). Nel caso in cui si debba incrementare la finestra di rilevabilità per valutare un consumo della cannabis non recente, le analisi si eseguono sui capelli prelevati nella parte posteriore della testa il più possibile vicino al cuoio capelluto.
Gli accertamenti previsti. La cannabis
L’analisi per la ricerca dei cannabinoidi nell’organismo può essere effettuata su urine, sangue, saliva e capelli. Sul sito dell’Istituto superiore di sanità si trovano informazioni in merito ai test e a come vengono eseguiti. La ricerca di queste sostanze viene generalmente richiesta per finalità cliniche e/o medico-legali come:
identificazione delle cause di intossicazione acuta o cronica
idoneità psico-fisica alla guida
idoneità a particolari norme concorsuali
accertamento di tossicodipendenza
idoneità all’affidamento dei figli, nei casi di separazione coniugale
assenza di sostanze proibite in materia di anti-doping.
Le tempistiche cambiano in base ai campioni
L’analisi sulle urine prevede la possibilità di analizzare la sostanza parente e/o i suoi metaboliti dopo diversi giorni. Al contrario, prosegue l’Iss, nel caso in cui si voglia stabilire un’attualità d’uso, l’accertamento analitico viene eseguito sul sangue o, in alternativa, sulla saliva (campione raccolto tramite un tampone effettuato sulla gengiva o sulla parete interna della bocca). Nel caso in cui si debba incrementare la finestra di rilevabilità per valutare un consumo della cannabis non recente, le analisi si eseguono sui capelli prelevati nella parte posteriore della testa il più possibile vicino al cuoio capelluto.
Non è possibile distinguere fra uso terapeutico e uso ricreativo
Gli esami iniziali di screening, si legge ancora, “producono esclusivamente un risultato di tipo qualitativo, vale a dire la probabile positività (meglio definita come ‘non negatività’), ovvero la presenza nella matrice biologica esaminata di una quantità di cannabinoidi superiore a un valore soglia (‘cut-off’) prestabilito, diverso a seconda della matrice su cui viene eseguito l’esame (urine, sangue, saliva). Se il risultato ottenuto con il test di screening risulta positivo, questo deve essere confermato utilizzando una metodica specifica per il tipo di sostanza analizzata. La positività a un’analisi di conferma non fornisce alcuna informazione circa le modalità di assunzione della sostanza e non può distinguere se l’uso della cannabis è avvenuto per motivi di salute o ricreativi”.
Attenzione alla negatività
Per quanto riguarda la determinazione del cannabinoide Thc, si informa nel focus, “esistono in commercio, anche in farmacia, dei dispositivi medici il cui risultato deve essere interpretato in base alla presenza/assenza di bande colorate dopo aver bagnato le strisce del dispositivo medico nel campione di urina”. Da sottolineare che un risultato negativo non significa necessariamente “che la persona sottoposta al test non faccia uso di cannabis”. Il Thc potrebbe infatti “essere presente a concentrazioni tali da non essere rilevato o essere già stato eliminato dall’organismo. Inoltre, il periodo di tempo durante il quale il Thc risulta rilevabile, dopo l’assunzione di cannabis, varia da persona a persona, poiché è influenzato dal metabolismo individuale, dalla dose assunta e dalla frequenza dell’uso”.
L’arco temporale rilevato nelle analisi e il rischio del fumo passivo
Le analisi possono essere in grado di rilevare l’assunzione di cannabis avvenuta da 3 giorni fino a 30 giorni prima della loro esecuzione. Gli utilizzatori abituali di cannabis possono risultare positivi al test anche per periodi maggiori di 30 giorni dall’ultima assunzione. Alcuni studi hanno dimostrato che si possono verificare risultati positivi al Thc anche a causa del fumo passivo in persone che non hanno fumato cannabis
Guida in stato di ebbrezza
Oltre alle sostanze stupefacenti, le modifiche prevedono una stretta anche per chi consuma alcolici. Se il tasso alcolemico è compreso tra 0,5 e 0,8 grammi per litro si riceve una sanzione tra 573 e 2.170 euro, con una sospensione della patente da 3 a 6 mesi. Se il tasso alcolemico è compreso tra 0,8 e 1,5 grammi per litro, si è puniti con la doppia sanzione, detentiva e pecuniaria (arresto fino a 6 mesi e ammenda da 800 a 3.200 euro). Sospensione della patente da 6 mesi a un anno. Se il tasso alcolemico è superiore a 1,5 grammi per litro, la contravvenzione è punita con sanzione detentiva e pecuniaria (arresto da 6 mesi e un anno e ammenda da 1.500 a 6.000 euro) e sospensione della patente da uno a due anni. Cosa si può bere? Dipende dal peso e dall’altezza della persona e se si è a stomaco pieno: in genere si è sicuri con un bicchiere di vino o una lattina di birra o un bicchierino di superalcolico. Per i neo patentati le norme già in vigore prevedono un tasso alcolico zero per tre anni. Tutte le ipotesi di guida in stato di ebbrezza portano alla decurtazione di 10 punti dalla patente. Tra le sanzioni c’è anche l’obbligo di installare sulla macchina l’alcol.