Premessa fondamentale di fronte a quanto stiamo per scrivere e che sa chiunque. Non tutto in una serie incentrata su una persona famosa è per forza fedelmente ispirato a ogni fatto realmente accaduto nella sua vita. Anzi, semmai, diverse cose sono inventate di sana pianta allo scopo di assecondare la sceneggiatura e una trama narrativa. Così com’è necessario ometterne e adattarne altrettante, considerate marginali o poco interessante per i telespettatori. Ma intanto una curiosità ci pervade, inerente a Catanzaro di cui diremo a breve, avendo assistito su Sky On Demand alla prima puntata (di 8 complessive) di “Hanno ucciso l’uomo ragno”.
Titolo della serie che copia quello del brano forse più iconico con cui gli 883, band pavese fondata da Max Pezzali e Mauro Repetto, si imporranno al grande pubblico con un notevole successo agli inizi degli anni Novanta. Questo prima che Repetto lasci… perdere per “stanchezza rispetto a una vita da star della musica pop italiana”, seppur regalando il… marchio della sempre piu apprezzata band all’amico ed ex compagno di classe Max. Che poi continuerà la carriera da solo con il suo nome (in realtà all’anagrafe sarebbe Massimo, ma cambia poco), come ovvio sempre alla guida di un gruppo musicale. I prodromi di tale boom risalgono tuttavia a qualche anno prima: il 1989 nella finzione scenica.
E partono, come accade spessissimo in questi casi, da un fallimento. Scolastico, nella fattispecie. Max, infatti, viene bocciato al terzo Liceo Scientifico. E si ritrova punito dai genitori, comprensibilmente assai delusi dall’accaduto, che lo sbattono in negozio per l’estate. La fioreria di famiglia, cioè. In cui deve occuparsi, per ulteriore punizione, delle consegne a tutti i funerali. Tra cui quelle di un ‘presunto nonno’ con i nipoti di Catanzaro. Come si legge sulla fascia, scritta a mano, della corona portata in chiesa da un giovanissimo Max. Frutto, molto probabile, della fantasia del talentuoso regista della serie Sydney Sibilia. Ma se così, quasi per assurdo, non fosse chissà chi era quel nonno con i nipoti catanzaresi, clienti della famiglia Pezzali.