Si (ri)accende, come peraltro avviene ciclicamente ormai, l’annosa polemica social (perché i catanzaresi solo quelle sanno imbastire) sulla pista ciclabile di Lido.

Ebbene, fermo restando che non ci interessa la sterile polemica politica in atto, teatrale per giunta, tra gente di diverso colore solo sulla carta (talvolta pure cambiato con frequenza).

Gente in molti casi vincitrice del… Superenalotto con l’elezione, perché precedentemente disoccupata, in preda a situazioni debitorie preoccupanti o titolare di stipendi irrisori.

Gente, ancora, che fa finta di litigare sulle quisquilie, prendendo in giro cittadini fessi, comunque ben disposti (per interesse) a farsi perculare.

Ma gente, infine, che si guarda bene dal toccare argomenti sensibili tipo quelli dei “vip” impegnati a superare i concorsi comunali o di certe concessioni ai soliti notabili. Nulla di illegale, sia chiaro, ma… . Le ragioni di inopportunità, nell’assordante silenzio generale, sono una montagna!

Perché, si sa, che, a… giro, questi temi possono toccare bianchi, gialli, rossi, neri, leghisti, kommunisti e via dicendo. Tutte facce della stessa medaglia. Che in realtà conoscono una sola ideologia: quella della mazzicogna! Salvo il teatrino, appunto, sulle presunte differenze morali e di principi.

Ma il fatto, serio, della ciclabile in questione, resta tutto. E ce l’ha riproposto all’attenzione, per l’ennesima volta, un gruppo di abitanti di Marina nei confronti di cui nutriamo massima stima.

Che già nel weekend scorso ci ha segnalato il manifestino, carbonaro perché poco divulgato da un Comune di solito invece stra-comunicativo pure per le fesserie, relativo al divieto di circolare sul lungomare con biciclette e monopattini. Identificati come “mezzi di locomozione”.

Bene, ma allora si decidano al vertice del De Nobili. E chiudano magari quell’obbrobrio di ciclabile a Lido, oltretutto intitolata a un uomo di sport per pura passione come il catanzarese Raffaele Lagonia 2 anni fa esatti. Un Lagonia che forse non meritava tale lingua di terra senza senso, bensì ben altro.

Perché la pista di Lido è stata definita tale, in passato (assai prima dell’era Fiorita, insomma), forse per ottenere qualche finanziamento ad hoc. Ma che in realtà è solo un… percorso.

Che inoltre, in base alla specifica normativa, non può fungere da effettiva pista ciclabile per i troppi punti di attraversamento e per le sue… misure. Oltre a varie altre questioni, da esaminare nel dettaglio, che si evincono dall’appena citata norma in nostro possesso.

Intervenga allora Nick, prima che in qualche fine-settimana nel cuore dell’estate, con un sacco di gente in giro, si verifichi qualche grave incidente tra passeggiatori e… ciclisti o… monopattisti. Che inevitabilmente lì sono a strettissimo contatto.

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