Articolo tratto da Il Messaggero
Ha saputo via mail che era stata bocciata agli esami di riparazione, è tornata a casa e si è lanciata dal quinto piano di un palazzo alle porte del capoluogo pontino. A.M.F., 16 anni (ne avrebbe compiuti 17 il prossimo 6 settembre), è morta ieri mattina dopo una drammatica notte di agonia al Santa Maria Goretti.
Il 27 e il 28 agosto aveva sostenuto gli esami di riparazione in un istituto superiore di Latina. Poi il 29 aveva atteso l’esito dello scrutinio. I professori si erano riuniti alle nove. Alle dieci avevano deciso.
Nel primo pomeriggio di ieri la situazione è precipitata. I residenti del palazzo hanno sentito un urlo e il tonfo.
In molti hanno dato l’allarme chiamando il 112: «Qualcuno si è buttato di sotto».
Pochi istanti e sul posto arrivano un’ambulanza e un’auto medica, accompagnate dalle pattuglie della Squadra Volante della polizia.
A terra c’è una ragazza. L’adolescente è precipitata per quindici metri, ha urtato su una rientranza dell’edificio e poi è caduta sul marciapiede.
Il personale sanitario la trova priva di sensi, la carica sul mezzo del 118 e la trasferisce d’urgenza, in codice rosso, all’ospedale Santa Maria Goretti.
Nel nosocomio pontino la diciassettenne arriva in pochi minuti. Le sue condizioni sono gravissime, viene sottoposta ad un delicato intervento chirurgico dall’equipe del primario facente funzioni Luigi Greco.
I medici le asportano la milza e un rene, ma ha anche il bacino fratturato, oltre a numerose contusioni e diverse lesioni interne. Viene ricoverata nel reparto di Rianimazione, sotto osservazione dell’equipe del primario Fabio Alfredo Nania, ma le sue condizioni restano critiche.
Va più volte in arresto cardiaco. Malgrado i tentativi di stabilizzarla e salvarle la vita, la giovanissima non riesce a superare la notte.
L’adolescente non ha lasciato messaggi o biglietti d’addio.
I genitori, come hanno raccontato anche agli investigatori della Squadra Mobile, si erano mostrati comprensivi con la ragazza, non le avevano messo pressione e anzi avevano provato a sostenerla ipotizzando anche la possibilità di cambiare indirizzo di studi.