Articolo tratto da Rainews

Circa un kg di esplosivo nascosto tra i vasi: “Poteva uccidere”. Indaga l’Antimafia. Solidarietà da Meloni: “Libertà informazione valore irrinunciabile”.

Danneggiata l’auto del giornalista e della figlia, parcheggiate di fronte la loro abitazione.

Federazione Nazionale della Stampa Italiana: “Attentato alla libertà di informazione”.

Presidio oggi alle 16 in via Teulada
“L’attentato a Sigfrido Ranucci riporta  indietro di decenni l’orologio della democrazia in Italia.

È un  attentato non solo al collega di Report, ma alla libertà di  informazione, all’articolo 21 della Costituzione, ai basilari principi della convivenza civile e di democrazia”.

Lo afferma in una nota  Alessandra Costante, segretaria generale della Fnsi.

“La Federazione  nazionale della Stampa – prosegue – chiede che venga fatta chiarezza  con rapidità su quanto accaduto. L’attentato a Ranucci mostra un salto di qualità nelle azioni contro il giornalismo”.       

Fnsi, Usigrai e Stampa Romana, si legge nella nota, “organizzano per  oggi alle 16 un presidio davanti alla sede Rai di via Teulada.

Per  essere al fianco di Sigfrido Ranucci e per dimostrare che per i  giornalisti italiani la libertà di informazione è inviolabile”.

Sottosegretaria alla Cultura Bergonzoni: Giornalismo d’inchiesta patrimonio culturale da difendere

“Desidero esprimere la mia solidarietà al giornalista Sigfrido Ranucci e alla redazione di Report.

Anche il giornalismo d’inchiesta è patrimonio culturale del nostro Paese”.

Lo dichiara il sottosegretario alla Cultura Lucia Borgonzoni.

Gabanelli: Hanno sbagliato bersaglio, Report non si fa intimidire

“È un atto terribile. Non succedeva da 0 anni in Italia una cosa del genere”. Così all’Adnkronos, Milena  Gabanelli, fondatrice e per vent’anni volto di ‘Report’, commenta il  grave atto intimidatorio contro il suo successore e collega Sigfrido  Ranucci.

“Per me vuol dire una cosa sola: ‘Cari e caro Sigfrido, alla  testa di Report non dovete più occuparvi dei fatti nostri'”, dice la  giornalista. Gabanelli, che ha lavorato per un decennio con Ranucci  come suo coautore, esprime piena fiducia nella squadra di ‘Report’. 

“La conosco bene, conosco Sigfrido e conosco i ragazzi uno per uno. Hanno sbagliato bersaglio. È un atto intimidatorio, e quella squadra  non si fa intimidire”.  Alla domanda su quale consiglio darebbe oggi al team di ‘Report’,  risponde con pragmatismo: “Uno sceglie di fare questo mestiere sapendo cosa si porta appresso.

Il mio consiglio è di essere prudenti,  ovviamente, perché l’incoscienza è inutile. Ma quando si sceglie la  strada del giornalismo d’inchiesta, si sa che è una strada che porta  dei rischi. Fa parte del pacchetto”.

Gabanelli distingue nettamente il lavoro di ‘Report’ da altre forme di giornalismo: “Oggi chiamano  inchiesta qualunque cosa, ma a ‘Report’ il concetto di giornalismo  d’inchiesta è radicato e profondo”.

Infine, un’analisi del contesto in cui è maturata la violenza: “Il  clima verso il giornalismo d’inchiesta non è mai stato tenero”,  afferma. “Poi dipende da chi vai a toccare. Se si toccano i gruppi più violenti, è evidente che reagiscono. Evidentemente qualcuno si è  infastidito molto per i temi che hanno toccato o che stanno per  affrontare”.

Landini: Solidarietà da Cgil, atto vile per colpire libertà informazione

“Esprimo a nome di tutta la Cgil la piena  solidarietà a Sigfrido Ranucci e alla sua famiglia, vittima questa  notte di un grave e vile attentato che ha distrutto la sua macchina e  danneggiato quella di sua figlia, parcheggiate sotto la sua  abitazione”.

E’ quanto dichiara in una nota il segretario generale  della Cgil, Maurizio Landini. “Condanniamo questo gravissimo atto che  mira a colpire la libertà di informazione, uno dei pilastri della  nostra democrazia. Sia fatta luce su quanto accaduto e vengano presi  gli adeguati provvedimenti da parte delle istituzioni”, prosegue.

“A Sigfrido Ranucci va tutta la nostra vicinanza. Non possiamo accettare attacchi alla libertà di informazione e al giornalismo  d’inchiesta e difenderemo con tutti i mezzi a nostra disposizione la  libertà e la democrazia”, conclude Landini.

Indagini su esplosione, ordigno lasciato tra vasi esterni

E’ stato lasciato tra due vasi esterni, presumibilmente con la miccia accesa, l’ordigno rudimentale che questa notte è esploso davanti all’abitazione del giornalista e conduttore di Report Sigfrido Ranucci a Campo Ascolano, comune di Pomezia, alle  porte di Roma.

Un ordigno dunque che non sarebbe stato azionato a  distanza né con un timer. Il giornalista questa mattina ha presentato  denuncia presso gli uffici della Compagnia Carabinieri Trionfale di  via Teulada.

Gli inquirenti che lavorano alle indagini stanno cercando eventuali telecamere che possano aver ripreso elementi utili a  ricostruire chi ha posizionato l’ordigno

Saviano: Atti partoriti dopo campagne di fango, resistere

“Solidarietà a Sigfrido Ranucci, questi  atti sono partoriti sempre dopo campagne di fango. Resistere”.

Così  Roberto Saviano commenta su Instagram, l’attentato commesso ai danni  del giornalista di ‘Report’.

“Quello che è accaduto stanotte a  @sigfridoranucci – scrive Saviano nel post – non riguarda solo lui.

Ma il clima che stiamo accettando.

Quando si decide che un giornalista  può diventare un bersaglio, significa che qualcuno vuole stabilire che certi argomenti non si devono toccare”. 

“La delegittimazione – che è cosa ben diversa dalla critica – mira ad  attaccare non le idee o il lavoro, ma la persona.

E quando si  trasforma qualcuno in un bersaglio pubblico – prosegue il giornalista  e scrittore – prima o poi qualcuno penserà di poter colpire anche  fuori dallo schermo.

A Sigfrido – conclude – va la mia solidarietà. 

Continuare a raccontare, oggi, è già un atto di resistenza civile”.

Ranucci: Alle 22.17 ho sentito un boato tremendo

“Ho sentito un boato tremendo, erano le  22.17.

Sono riusciti a sentirlo anche i carabinieri attraverso l’audio di alcune persone, che erano in zona, e che stavano registrando con il telefono in quel momento”.

A dirlo il giornalista e conduttore di Report Sigfrido Ranucci lasciando gli uffici della Compagnia Carabinieri Trionfale di via Teulada.

Dove ha presentato denuncia in  seguito all’esplosione, avvenuta la scorsa notte, che ha distrutto la  sua auto parcheggiata davanti casa a Campo Ascolano, comune di  Pomezia, alle porte di Roma. 

In merito al rafforzamento del livello di protezione Ranucci conferma  il passaggio alla macchina blindata. Chi è stato?

”È impossibile  dirlo in questo momento: si tratta un contesto abbastanza allargato ed è su quello che sono state fatte le segnalazioni in questi mesi”, spiega il giornalista.

Ranucci, denuncia dai carabinieri: Stanotte contro di me salto di qualità

”Ho ricostruito con i carabinieri  quanto è successo ieri.

C’è una lista infinita di minacce, di varia  natura, che ho ricevuto e di cui ho sempre informato l’autorità giudiziaria e di cui i ragazzi della mia scorta hanno sempre fatto rapporto.

Io comunque mi sento tranquillo nel senso che lo Stato e le  istituzioni mi sono sempre state vicine in questi mesi.

Quello di  stanotte è stato un salto di qualità preoccupante perché proprio  davanti casa, dove l’anno scorso erano stati trovati dei proiettili”.

A dirlo il giornalista e conduttore di Report Sigfrido Ranucci  lasciando gli uffici della Compagnia Carabinieri Trionfale dove ha  presentato denuncia in seguito all’esplosione, avvenuta la scorsa notte.

Che ha distrutto la sua auto parcheggiata davanti casa a Campo Ascolano, comune di Pomezia, alle porte di Roma.

Solidarietà Fiorita

Il sindaco di Catanzaro Nicola Fiorita ha espresso solidarietà al giornalista e conduttore di Report, Sigfrido Ranucci, le cui due auto di proprietà sono state distrutte dall’esplosione di un ordigno.

“Un grave e vile atto intimidatorio volto a minare la libertà di stampa quale pilastro fondamentale della nostra democrazia.

Colpire un giornalista che svolge il proprio lavoro con rigore e spirito di servizio significa colpire il diritto di tutti i cittadini ad essere informati.

Sigfrido Ranucci, attraverso tante coraggiose inchieste, ha contribuito in tanti anni a fare luce su verità scomode interpretando il suo ruolo senza paura.

L’episodio accaduto oggi, come ogni forma di intimidazione verso chi opera al servizio dell’informazione, non deve passare sotto traccia.

L’augurio è che si possa, nel più breve tempo possibile, assicurare alla giustizia i responsabili e fare in modo che una delle voci più importanti del nostro giornalismo possa continuare il proprio lavoro garantendogli serenità e protezione”.

Condanna Agende Rosse

In seguito ai recenti accadimenti, il Movimento Agende Rosse “Paolo Borsellino” gruppo provinciale Catanzaro esprime piena solidarietà e vicinanza al giornalista e conduttore Sigfrido Ranucci e condanna il vile atto intimidatorio a cui è stato esposto nella notte di giovedì scorso.

In qualità di Movimento che nasce per ottenere verità e giustizia nel più ampio alveo della legalità, siamo consapevoli del fatto che queste possano essere raggiunte anche, e soprattutto, attraverso una libera e corretta informazione, così come la nostra stessa Costituzione riconosce.

In tal senso, l’opera svolta fino ad oggi da Sigfrido Ranucci e da tutta la squadra di Report, rappresenta uno dei pochi baluardi di consapevolezza per il cittadino, consentendo la conoscibilità anche di quelle vicende opache e controverse che hanno caratterizzato e caratterizzano trasversalmente la storia della nostra Repubblica, tanto da sfociare in rapporti poco chiari tra pezzi deviati dello Stato e mafie.

Una politica che mira a delegittimare il lavoro dei giornalisti d’inchiesta esponendoli a facili aggressioni verbali, espressioni di una dialettica propagandistica, e che, disponendo in modo sproporzionato degli ordinari strumenti messi a disposizione dallo Stato di diritto, denota una propensione all’intimidazione.

Ma ottiene al contrario soltanto l’effetto di smuovere maggiormente la coscienza di una società civile ancora attiva.

Per loro naturale vocazione, le Agende Rosse continueranno a vigilare contro ogni minaccia alle libertà fondamentali, con l’augurio che, già a partire dall’imminente nuova stagione, Report possa beneficiare di una più ampia consapevolezza collettiva verso le inchieste di cui si fa portavoce.

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