Fonte Polizia
La notte tra il 2 e il 3 giugno, gli agenti della Squadra Volante della Questura di Cosenza, diretta dal vicequestore aggiunto Roberta Martire, è intervenuta all’interno di un’abitazione, traendo in salvo una donna e impedendo, di fatto, il verificarsi di quello che sarebbe potuto essere un potenziale femminicidio.
La vicenda ha origine da una telefonata, effettuata al numero unico di emergenza 112 della polizia, da parte della donna che riferiva di essere stata aggredita da parte del coniuge alla presenza dei figli, all’interno della propria abitazione, a seguito di una discussione generata da futili motivi. La donna, presa da un forte stato di ansia, si rifugiava sul balcone della camera da letto, allertando le forze dell’ordine, che prontamente giungevano sul posto riuscendo ad entrare nell’appartamento grazie all’intervento della figlia, che apriva il portone d’ingresso.
La vittima ha raccontato ai poliziotti di essere già stata vittima in passato di maltrattamenti da parte del marito il quale, utilizzando una chiave di casa, dapprima le provocava con la parte seghettata un evidente graffio alla schiena, causandole un’escoriazione di 20 centimetri per poi porre sul fuoco una pentola d’acqua, con il chiaro intento di versargliela addosso.
L’uomo, un quarantenne, è stato tratto in arresto in flagranza di reato per maltrattamenti in famiglia e, su disposizione del pubblico ministero di turno presso la Procura del Tribunale di Cosenza, è stato tradotto presso la locale Casa circondariale, laddove – a seguito di udienza di convalida dell’arresto – è stato sottoposto alla misura cautelare dell’allontanamento dalla casa familiare, disponendo l’applicazione del braccialetto elettronico al fine di monitorare costantemente il rispetto del divieto.