Una vecchia canzone, di circa 18 anni fa, aveva come refrain la frase: “Se ne dicono di parole…”. Un commento che, per Catanzaro, è perfetto. Perché in nessuna città si parla tanto come a Catanzaro, salvo poi combinare poco o niente. Unico sfogo, i social. Su cui in parecchi si lamentano e imprecano contro il “Governo Ladro”, per poi comunque nel 90% dei casi baciare gli anelli di quanti quello stesso Governo Ladro lo compongono. Sola eccezione per la squadra di calcio locale e qualsiasi cosa la riguardi, non sia mai venga toccata, in una realtà dove invece quasi tutto il resto cade a pezzi nell’indifferenza e nell’apatia generale. Una sorta di farsa, insomma. Che se non fosse insensata e ridicola, risulterebbe tragica.

Il caso Celia sgonfiatosi come un soufflé e i tanti altri che neppure finiscono sulla stampa

La premessa appena fatta, come avevamo per l’ennesima volta previsto, porta ad esempio alle “zero conseguenze” rispetto al cosiddetto caso Celia. Al centro di molte presunte rivelazioni e congetture, anche su asseriti fatti gravi, ma con nessuna sostanza rispetto a quanto sarebbe dovuto accadere dopo. E non è la prima volta che succede. Tant’è vero che sembra (lo diciamo per paradosso, come ovvio) sia lui stesso a ispirare gli articoli contro di sé. Un modo per stare sotto i riflettori e farsi pubblicità (non importando se buona, negativa o persino negativissima). Perché tanto, alla fine della fiera, di atti ufficiali tangibili neanche l’ombra. E allora si tratta soltanto di… bolle di sapone. O no? Comunque sia, se il citato Celia è quantomeno esposto mediaticamente, a molti suoi colleghi nemmeno tocca questa sorte. Eppure…, mica sono tutti agnellini.

Di chiacchiere tante, di provvedimenti ufficiali neppure l’ombra

Tante ipotesi e illazioni, ma gira che ti rigira tutti restano beatamente in carica, malgrado meriterebbero forse la medesima “radiografia giornalistica” di un Celia che non può essere un demone tra gli angeli. Come parrebbe sulla base di certi rumors. Boatos a cui se ne aggiungono altri. Ben più allarmanti su una serie di membri, di Consiglio e Giunta, del De Nobili. Che, se confermati, dovrebbero subito portare a una sfilza di provvedimenti draconiani nei confronti di molti diretti interessati. Ma come premesso, nella Città del Peccato, niente accade e ogni cosa fila liscia per determinati soggetti con la complicità e il favore del popolo bue, nel 99% dei casi complice e connivente e non certo vittima o angustiato. Un popolo che si risveglia solo per gridare “giallorossi, giallorossi” e quindi destinato alla vessazione… per sua colpa, sua colpa, sua grandissima colpa.

Capitolo aumento Tari e fermento sui social

Chiariti alcuni aspetti, va detto che sui social si rumoreggia. Perché il catanzarese medio, soprattutto, è stato toccato nella tasca dall’aumento delle tasse comunali (sui rifiuti) a fronte di servizi inqualificabili. In particolare relativamente alla fornitura dell’acqua. Fatto che ha spinto parecchia gente, sempre e solo sugli immancabili social, a chiedersi: “Ma da un Consiglio di indagati (vale solo per chi lo è, naturalmente, ndr), chiacchierati (diversi, ma alcuni in modo specifico e mirato, ndr) e pare pure indebitati con l’ente, si può accettare senza colpo ferire un aumento delle tasse? E beh, sembrerebbe proprio di sì. Una beffa se si pensa a taluni assessori e consiglieri, peraltro con “strane dichiarazioni dei redditi” (abbiamo scritto con carte alla mano in proposito già a metà marzo 2023). Politici locali che si vocifera avrebbero (avuto) talmente tanto “le pezze al culo”, o magari “solo” l’indole truffaldina, da non aver pagato per anni gli stessi tributi ora aumentati. Da loro stessi. Ma in fondo non è grave per il popolo più inerte e asservito d’Italia. 

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