Riceviamo e pubblichiamo
Appare quantomeno singolare e al contempo inverosimile che l’Autorità garante regionale per le vittime di reato e altri importanti presìdi attivi nel sociale ignorino che la norma – per la precisione la Legge regionale 25 novembre 1996 n. 32, titolo V, articoli dal 42 al 45 – assegna all’Aterp e non al Comune la competenza esclusiva sul cambio dell’alloggio per gli assegnatari aventi diritto, a prescindere dalle motivazioni della richiesta. L’attivazione dell’Istituto della mobilità è in capo quindi alla stessa Azienda e in particolare all’apposita commissione che esamina e valuta le domande. Pertanto è del tutto immotivata la chiamata in causa dell’Amministrazione Comunale, al punto da far sorgere il sospetto che per ragioni francamente incomprensibili si voglia montare un caso e strumentalizzare una vicenda che, al contrario, merita tutt’altro approccio.
Siamo venuti a conoscenza della storia drammatica del giovane Antonio dalla presidente dell’associazione Ra.Gi., Elena Sodano, che l’ha resa pubblica attraverso i social. Una storia di cui non v’è traccia presso i Servizi Sociali del Comune ma della quale, responsabilmente e pur in assenza di competenze dirette, intendiamo farci carico per dare, come è accaduto sempre in circostanze simili, e sottolineo sempre, il nostro contributo nella ricerca di una possibile soluzione per liberare il ragazzo e i suoi familiari da una situazione che appare socialmente e umanamente odiosa e intollerabile. Per questo, secondo il “nostro” consueto approccio, incontrerò già oggi pomeriggio la presidente di Ra.Gi. per fare il punto della situazione e capire cosa di utile e concreto può essere fatto, mentre nei prossimi giorni è intenzione del sindaco Fiorita e mia incontrare anche Antonio per fargli sentire, al di là delle soluzioni operative, tutta la nostra vicinanza.
Noi pensiamo che in certi casi i polveroni non servano, non servano i toni alti e le accuse generiche, l’indignazione d’ufficio, così come non sarebbe utile, in questo momento, ripercorrere tutte le iniziative intraprese dal Comune per porre rimedio alla marginalità in cui versavano i nostri quartieri più difficili, vittime di anni di abbandono. Nulla di tutto ciò serve in questo momento. In questo momento serve restituire serenità ad Antonio affinché prosegua il suo percorso.