Il regolamento di conti nel Pd avrebbe una sorta di… agente provocatore. Il solito Nicola Fiorita che, per liberarsi di Marina Mongiardo sembrerebbe invisa a una figura assai vicina a Fiorita stesso, le ha detto: “Marina, mi spiace, il Pd non ti vuole!”. Che è anche vero, sia chiaro, ma non è questo il punto! Perché il partito, oltre al nome blindato di Giusy Iemma, ha già portato il secondo candidato al tavolo. E si tratta di un professionista, ancora relativamente giovane, negli ultimi anni molto impegnato per il bene e la crescita del partito e del nuovo centrosinistra oltreché candidatosi alle elezioni.
Il nome? C’è bisogno di farlo? E poi lo abbiamo fatto sei mesi fa, quando ancora di Fiorita-ter parlavamo solo noi dandovi le prime indiscrezioni. Ma questo, lo abbiamo premesso, non c’entra con una Mongiardo che poteva e doveva essere in quota Nick. Perché, di fatto, tale è stata per 2 anni. Salvo non esserlo più appena il… consigliere di famiglia ha detto basta! Ma a proposito di Pd, non si sa se Fiorita si sia lamentato direttamente con Elly Schlein o abbia, in subordine, parlato con Nicola Irto. Però è più probabile la prima ipotesi. Ma lamentato di cosa? Del fatto che Jasmine Cristallo, tramite il suo attivo referente locale Pasqualino Mancuso, ma pure il segretario provinciale Domenico Giampà si erano intestati l’operazione Azione in Giunta.
Che tuttavia è fallita, salvo ulteriori clamorosi colpi di scena. E per la verità più per l’ormai risaputa natura fioritiana ad addossare agli altri, personaggi e strategie sue. Come nel caso dei primi papabili membri trovati per il nuovo Esecutivo che avrebbero letteralmente inorridito (termine esagerato, ma neanche poi tanto) non solo il prof Valerio Donato quanto persino un Roberto Guerriero desideroso a tutti i costi di fare l’assessore. Il che è tanto dire. Ma al sindaco, per accontentare più gente possibile soprattutto a destra in modo da avere poi finti nemici dentro e fuori dall’aula, vuol probabilmente assessori… obliqui. O, per meglio dire, in quota di singoli consiglieri forti, più che di sigle e partiti, in modo da poter inciuciare nel segreto delle stanze tra un accorduni e l’altro. Una dimostrazione? Il peso che avrebbe finora avuto ai vecchi Servizi Sociali, in particolare con l’assessore Giusy Pino, il consigliere Rosario Lostumbo.