Disastro scuola a Catanzaro. Tante vittime, un solo colpevole. Manco a dirlo, Nicola Fiorita. Che quando definiamo una sorta di Giano Bifronte, non lo facciamo certo per motivazioni ideologiche (è un democristiano come avremmo potuto essere noi). E, meno che mai, di convenienza. Del resto: la destra, in città, è peggio di lui e della sua truppa. Ma anche il Centro e, considerato che esistono (eccome!), pure il Mondo di sopra e quello di sotto. Molto imflòuenti e trasversali nel capoluogo. Tanto che, per dirla alla catanzarese, si potrebbe amaramente commentare: “Cca, scarti frusciu e pigghi primera”. Ovvero “Qua, credi di evitare un danno per incappare invece in uno peggiore. Ed è un dato di fatto, purtroppo. Ma ciò non toglie che il sindaco attuale resti mediocre. Un politico furbo, ma fumoso, per dirla con i suoi alleati ombra, in apparenza sul fronte opposto, sempre a caccia della… pagnotta.
La singolare situazione del plesso Partari-Rodari-Pascoli-Aldisio con i lavori “fantasma”
Attenzione a non fare confusione. Nella storia che vi stiamo per raccontare il cosiddetto accorpamento scolastico (in merito a cui Fiorita, tentando di allisciare i docenti catanzaresi, ha collezionato l’ennesima figuraccia come su nome aeroporto di Lamezia e Medicina a Cosenza) non c’entra alcunché. Anzi, l’accorpamento come vedremo a breve in un certo senso ha persino reso un po’ più fluida una situazione intricata. Che comunque rimane tale. Sia chiaro! La vicenda infatti inizia a prendere corpo nel cuore dell’estate da poco finita in archivio. Si apprende infatti in quel periodo che l’ultimo piano della Rodari deve subire dei lavori, urgenti e indefettibili (pure al tetto dell’edificio), per la messa in sicurezza dei luoghi.
A cui si aggiunge il ripristino della Sala Mensa, non più utilizzata dal periodo del Covid, con il conseguente necessario spostamento delle classi allocate nel piano che ospitava il “tempo pieno (7 con una media di circa 20 piccoli alunni per classe)”. Si arriva così, con un salto temporale, proprio a ridosso di Ferragosto. Quando avviene il sopralluogo delle figure preposte del Comune. Che di fatto in quel momento non ha già più un assessore ai Lavori Pubblici, essendo Raffaele Scalise dimissionario seppur con il sostituto in pectore Pasquale Squillace in pole. Però il sopralluogo, come premesso, si tiene regolarmente e tra il 12 e il 13 agosto la preside Anna Maria Rotella dirama due circolari (in nostro possesso) indirizzate anche ai genitori degli alunni interessati.
I lavori si faranno e dureranno circa un mese. Presumibile inizio dell’intervento in oggetto metà settembre. In coincidenza, cioè, con l’avvio del nuovo anno scolastico fissato per il giorno 16 del mese.
Le rassicurazioni su quanto accadrà arrivate dal Comune alla preside e “girate” da quest’ultima ai genitori
A inizio del mese in corso, quando ormai le ore trascorse al mare o in montagna iniziano a essere un piacevole ricordo e i consueti affanni quotidiani bussano alle porte, i genitori (ora rivoltisi a noi di Irriverentemente.com) chiedono come ovvio ancora lumi sulla faccenda lavori. E si sentono informalmente rispondere dalla scuola che la deadline (scadenza) dell’intervento sarebbe fissata per fine ottobre, il 31 per l’esattezza, che calendario alla mano significa il 4 novembre essendo quest’anno la festa nazionale di Ognissanti del primo novembre un venerdì. Dunque con il sabato di “ponte” in mezzo e poi la domenica. E nel frattempo che si fa?
Bisogna solo patire un passeggero disagio, come detto di un mesetto e mezzo al massimo feste escluse naturalmente, con lo spostamento degli alunni delle classi interessate all’Aldisio. Scuola, quest’ultima, che fa parte dello stesso Istituto Comprensivo (proprio in virtù del tanto vituperato accorpamento, probabilmente anche in modo strumentale a fini politici) e di cui quindi si può disporre senza ulteriori autorizzazioni o altri atti. Una ‘rassicurazione’ che già fa inalberare i genitori dei bambini e ragazzini spostati altrove. Non fosse altro perché all’Aldisio non c’è la mensa e i bimbi dovranno mangiare in classe, esattamente come alla Rodari; c’è invece la difficoltà di parcheggiare l’auto all’orario di entrata e uscita degli alunni. Problema che però c’è pure alla Rodari, per la verità.
Scuola che tuttavia, soprattutto d’inverno magari con la pioggia, è raggiungibile anche a piedi da molte famiglie dei piccoli frequentanti. Che abitano proprio nei pressi. Ma non si deve infine dimenticare pure il grosso guaio dei figli… divisi. Ci spieghiamo meglio. Parliamo del caso di sorelle e fratelli non più a lezione nello stesso edificio, bensì ora separati con uno rimasto alla Rodari e l’altro “dirottato” all’Aldisio. Stato di cose che, con il suono delle campanelle di inizio (e fine) lezione concomitanti, non rende la vita comodissima. Malgrado la vicinanza tra le due scuole. Che però con il traffico e il resto non è proprio una… sciocchezza.
Lavori ancora non iniziati alla Rodari
Mentre la preside della Rodari (da qualche tempo come tutti i suoi colleghi identificabile con la definizione di dirigente scolastico) starebbe inviando Pec e comunicazioni al Comune per sollecitare il sindaco o meglio l’Amministrazione (questo ci dicono i genitori degli alunni interessati), almeno al momento dal De Nobili starebbero facendo “orecchie da mercante”. Non sarebbe quindi ancora stata comunicata alcuna data di inizio lavori. In vista dei quali, sebbene la necessità della stessa ristrutturazione fosse nota da mesi, non sono stati trovati i “tempi tecnici” per avviarli e magari “miracolosamente” concluderli entro le vacanze estive. In modo da non arrecare danno alle famiglie. Genitori, parecchi, che se avessero saputo di questi lavori e conseguenti fastidi ai cosiddetti Open Day avrebbero potuto fare scelte diverse in ordine alle iscrizioni dei loro figli. Ma tant’è: “Questa è l’era Fiorita, bellezza, e tu non ci puoi far niente, niente!”, verrebbe da dire mutuando il noto L’Ultima Minaccia.
Problemi che si trascinerebbero da molti mesi, se non addirittura anni, anche alla Patari, a Lido (Porto) e all’Aranceto (Chiattine)
A quanto fin qui scritto, bisogna infine aggiungere anche gli spinosi casi della palestra inagibile da un paio d’anni della Patari (eppure la pratica sportiva sarebbe obbligatoria nelle scuole), che sempre gli stessi genitori della Rodari con figli in edifici diversi ci testimoniano. Senza contare i gravi problemi della scuola di Lido (Porto) tra ‘caos mensa’ e ‘trasporti sfasati’ con gli orari dei bus che semplicemente… non coincidono con il termine delle lezioni. Un pasticcio che si trascina dall’avvio del Fiorita Uno a metà 2022. E poi c’è anche la situazione incresciosa del plesso Chiattine dell’Aranceto. Dove sono stati, anche lì, promessi interventi risolutivi a genitori, adesso soprattutto, molto inca@@ti.
Che hanno al solito assistito a un Nick e ai componenti della sua immancabile clack, sulla stampa animatori di una fantomatica Corte dei Miracoli in cui tutto si aggiusta e tutto si risolve, trionfanti di fronte alla risoluzione dell’affaire scuola in un quartiere notoriamente ad alto rischio sicurezza diciamo così. Ma, come nel gioco dell’Oca, torniamo infine alla casella di partenza, per unirci all’auspicio dei genitori interessati dal “forzato trasloco” dei loro adorati figli dalla Rodari all’Aldisio.
Vale a dire: la speranza che l’immarcescibile Fiorita non gli faccia… ciaone per tutto l’anno! E in questo loro augurio confidano anche nella laboriosità e serietà del neo assessore al ramo: l’ormai ex capo di gabinetto Squillace, peraltro in qualche modo un predestinato di famiglia ai Lavori Pubblici catanzaresi. Lo diciamo essendo lui, in primis un ingegnere molto bravo ma soprattutto il genero dell’indiscusso esperto e dominus al De Nobili della materia ai tempi del più “rampante” centrodestra che si sia mai visto in città. Giuseppe “Pino” Cardamone, cioè.