“Facciamo il programma di governo cittadino dei prossimi 2 anni e mezzo? Sì, dai, facciamolo! Sì, vabbè, ma chi lo fa?”. Queste le domande cruciali, alla base della… surreale interpartitica di ieri nella Sala Giunta del Comune (più simile a un’ora del tè tra amiche e amici), che si saranno posti i vertici della Corazzata Potëmkin. Quale? Quella che deve dare forza a Nicola Fiorita. La sinistra versione Viribus Unitis, nello specifico. Che in una città di destra come Catanzaro, o quantomeno di centrodestra, in cui la sinistra vince ogni 10-12 anni circa, e dal 1997 al 2027 (se ci arriva) avrà governato 10 anni su 30, già in partenza un bel po’ di problemi li ha. Eppure sembra non curarsene affatto, al solito intenta a ritirare il proprio ombelico.
Il… guazzabuglio dell’interpartitica di ieri
Se la sinistra locale mette insieme un guazzabuglio, come nel film di fantascienza diviso tra horror e fantasy di ieri, allora la ricetta per il fallimento è assicurata. Perché la ‘compagnia di giro’ composta da chi voti non ne ha, nemmeno se lo strizzi come uno straccio; chi non si sa ancora dove stia (“mezzo pro e mezzo contro Fiorita”, cioè), e chi non è della città, è inesorabilmente destinata a finire in modo rovinoso fuori strada alla prima curva. Comunque sia, ecco i nomi che abbiamo avuto dalla nostra fonte (salvo non ci abbia perculato) dei partecipanti alla super-riunione in cui si faceva il punto sulle “magnifiche sorti e progressive” del capoluogo (per noi, purtroppo) in mano a Fiorita & company. Si tratta di Paonessa (Socialisti); Gualtieri (Cambiavento); addirittura un “non catanzarese” per Sì o Avs; Guerriero (Roberto) per Azione e Rotundo e Troiano per il Pd. Che, Guerriero a parte, con il dovuto rispetto per i diretti interessati, ci sono subito sembrati i protagonisti della simpatica rubrica di Mai dire Gol dal titolo: “All’improvviso uno sconosciuto!”. Ma anche del thriller di Karen Arthur, a proposito di cinema.
Ma che è successo alla riunione in Comune?
Rispetto a quanto fin qui riferito però, per rievocare un brano caro al Pd bersaniano, il Meglio deve ancora venire. Vi è di più, infatti, molto di più. Intanto le critiche a Nick, emerse nell’interpartitica di cui sopra, sulla gestione del capoluogo. E poi la cosiddetta “guerra dei bandi”. Ovvero il ritiro di quello in passato redatto dell’ex assessore Marina Mongiardo (a cui oltretutto il Dem Troiano sarebbe legato da motivi familiari) sul recupero dell’Imu da parte di una società privata. Su cui a essere attaccato è persino stato il consigliere Gianni Parisi che ha sì promosso il ritiro stesso. Ma che sta pure per entrare nel Pd in quanto vicino al citato Guerriero, unico con i voti veri di tutto il menzionato cucuzzaro. Furbo come atteggiamento, quindi. Roberto, tuttavia, pare abbia incassato senza colpo ferire. Considerato come, pur rappresentando adesso un partito più di là (destra) che di qua (sinistra), sa bene di essere prossimo a fare all in su quello di Elly Schlein in cima ai Tre Colli. Pure perché di fatto già congedato da Azione dal segretario cittadino Andrea Santoro. E allora… meglio far finta di niente. Tanto chi si è lamentato conta come il due di coppa quando la briscola è a denari.
Il nodo Municipalizzate è le ‘mazzate’ a Celia
Nel mentre che nell’interpartitica discutono sul da farsi… nel Palazzo Nick se ne sbatte allegramente di queste inutili iniziative dal sapore novecentesco. E delle annesse critiche a lui rivolte, e pare anche all’assessore cristalliana Irene Colosimo, considerati gli altri ca@@i, assai più seri, a cui deve pensare. Ad esempio nel suo vorticoso personale Risiko delle poltrone ‘acchiappamici’. A cui gioca meditando il cambio dell’Au della Catanzaro Servizi. E forse anche della presidenza Amc, rivendicata dai calendiani (a breve Dem) capeggiati dal pluricitato Guerriero.
Che sarebbe l’ennesima mossa contro Fabio Celia. Il quale ha espresso (con l’allora determinante appoggio del vecchio alleato di ferro di Nick, Antonello Talerico) proprio il presidente di quest’ultima Società, nella persona del suo avvocato, e che ora viene per così dire maltrattato non solo dal sindaco. Ma anche, in maniera ancor più ingiustificata, dal ‘suo’ Pd. Partito per cui si è speso. E anche tanto. In termini di voti portati e non unicamente di quelli.
E che oggi, quando versa in un momento di oggettiva e nota difficoltà, invece di supportarlo lo… ripaga nel peggiore dei modi. Neppure coinvolgendolo a una riunione sulla città, da capogruppo Dem in Comune, a cui si poteva pure fargli mandare una sorta di delegato. Inconcepibile! Perché sta probabilmente subendo un trattamento che non merita. Lo ribadiamo. Ma, forse no, ci sbagliamo. Dal momento che riunioni come quella appena descritta è simile a una pellicola horror-fantasy. Che però strizza l’occhio alla più… verace commedia all’italiana.
