Riceviamo e pubblichiamo (mail firmata)

“Probabilmente la sigla COMALCA S.c.r.l. sarà sconosciuta a tanti, ma quando si parla di “mercato ortofrutticolo di Catanzaro” tutti sanno a cosa ci riferiamo.

La struttura che, da oltre 22 anni, alberga nella zona di Germaneto e che ufficialmente porta appunto il nome di COMALCA – Consorzio Mercato Agricolo Alimentare Calabria. Un acronimo che ha sempre trovato poco spazio in termini di promozione, chissà se per scarsa accortezza o per specifica volontà di chi è chiamato a gestire quella struttura.

E sarebbe necessario porsi qualche domanda proprio su come viene ‘governata’.

Le finalità con cui il Consorzio ortofrutticolo è nato erano lungimiranti e non destinate soltanto ad assolvere il compito principale di portare sulle tavole dei cittadini calabresi prodotti freschi e di qualità, ma anche a promuovere e valorizzare tali beni primari sul mercato, andando a incrementare gli utili della struttura stessa e a potenziare pertanto la solidità di COMALCA S.c.r.l..

Viene da chiedersi: è stato realmente rincorso questo obiettivo? C’è ancora la volontà di perseguire questi fini?

Entrando nello specifico, con quale scopo è stato creato nel 2022 un ente in house di COMALCA, denominato CO.SVI.SER. s.r.l, per poi metterlo in liquidazione nel 2024? Credo sia doveroso analizzare quali risultati abbia prodotto in un lasso di tempo così limitato, considerato che all’ente erano affidate proprio mansioni di sviluppo.

A titolo informativo, i dipendenti di questo ente in house che collocazione lavorativa hanno avuto successivamente?

Sarebbe utile interrogarsi altresì sulle tariffe d’ingresso e sulla gestione degli ingressi stessi che creano disagio agli utenti. Questi ultimi, è bene ricordarlo, rappresentano la linfa della struttura.

Il sentore è quello di prezzi d’accesso elevati soprattutto per la categoria dei conferenti e trasportatori che – in alcune sessioni di mercato, quelle più ‘importanti’, definiamole così – pagano il dazio, tanto da portare il Comalca di Catanzaro a raggiungere un amaro primato, quello di essere il mercato più caro d’Italia.

Almeno in questo un primo posto è stato guadagnato! Qualora fosse proprio così,, occorrerebbe garantire delle risposte accurate.

A quanto detto finora, si aggiungano le dovute riflessioni sulla gestione della stecca mercato, a partire dalla sicurezza, passando per gli spazi interni ed esterni occupati dagli operativi, alla pulizia, e poi ancora ai fitti di locazione, ai frequentatori della stecca mercato stessa.

VIsta la mole di manodopera necessaria per portare avanti la produzione giornaliera, si è in grado di evitare situazioni di precarietà dei lavoratori?

Più in generale, una domanda primeggia su tutte: su che base di valutazione economica e qualità sono stati scelti i vari programmi di gestione e controllo accessi negli ultimi anni di “governo” della struttura?

Avremmo sicuramento ancora diversi aspetti da approfondire, ma ci si augura che l’attuale dirigenza possa partire da queste prime riflessioni per fornire adeguate delucidazioni, magari in grado di anticipare eventuali argomentazioni future.

Le risposte che oggi cerchiamo rincorrono semplici canoni di dialogo, di trasparenza e di professionalità. Tre elementi a mio avviso necessari per accompagnare a 360° le attività di “COMALCA S.c.r.l.”.

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