Il senso di un cartello affisso (ma sarebbe meglio dire appiccicato) a un albero nel viale del centro oncologico Ciaccio-De Lellis di Catanzaro? Nessuno! Eppure ciò che comunica è un messaggio di… civiltà, che dovrebbe essere scontato. Ma in cima ai Tre Colli invece è velleitario, inutile e, siamo pronti a scommettere (noi che scommettitori non siamo), pure oggetto di critiche e di scherno. Vediamo però di che si tratta.

Il Ciaccio-De Lellis

Il Ciaccio-De Lellis, come premesso, è un polo oncologico d’eccellenza di Catanzaro, frequentato, quotidianamente, da decine, meglio centinaia, di pazienti e loro familiari, parenti o amici, con gravi patologie tumorali conclamate o il… sospetto dell’insorgenza della stessa spaventosa malattia, tanto da doversi sottoporre a delicati e spesso addirittura salvavita terapie o “esami diagnostici”. A queste sfortunate persone si aggiungono poi, naturalmente, altrettanti lavoratori del comparto sanitario e dipendenti vari: dagli operai ai… sorveglianti agli addetti al servizio mensa e così via. Senza dimenticare il continuo via vai dal presidio ospedaliero in questione di ambulanze, cosiddette automediche, mezzi (anche di dimensioni imponenti) adibiti al trasporto di materiale farmacologico di ogni tipo e persino bus Amc. Tutti sottoposti a un inaccettabile sopruso almeno una ventina di giorni all’anno (tra stagione regolare ed eventuali playoff) in cui l’Us 1929 è impegnata in gare casalinghe nel vicino stadio Nicola Ceravolo.

Il viale-parcheggio

Le giornate delle partite coincidono con il parcheggio selvaggio di un numero esorbitante di auto lungo il grande viale che conduce al Centro, anche su prati e aiuole. Oltreché davanti ad accessi di case e terreni privati, non solo all’interno del vialone medesimo, ma persino di quelli che insistono sul lato dell’ingresso che dà su traversa (e via) Giovanni Fiore del quartiere Pontepiccolo. Interdetti al passaggio dai tifosi giallorossi, a cui tutto è concesso. Perché i tifosi votano e i catanzaresi in generale è risaputo come si inca@@ino con i politici locali soltanto per la loro… Squadra del Cuore. Tanto che se in Italia dal 2000 in avanti sono fallite società persino di realtà quali Napoli e Firenze, aggiungendo Palermo, Catania, Messina, Bari, Salerno e così via, lo stesso non è (mai) successo in cima ai Tre Colli. Dove, quantomeno una derelitta che più derelitta non si può C2 “semiprofessionistica” come nell’annata balorda di Malu Mpasinkatu & Co., la si è sempre garantita alla cittadinanza con uno stoico impegno della politica locale tutta.

Torniamo a… bomba!

Ma, tornando allo sconcio del “Posteggio-Ciaccio” e di almeno tre rioni adibiti allo stesso scopo improprio in modo selvaggio, dicevamo del cartello, privo di timbro e firma, quindi senza… paternità, che rivolge un invito cortese da un albero del De Lellis. Una richiesta che, ancorché garbata, appare purtroppo inutile. Anzi, ahinoi farsesca: “Si invita cortesemente a non posteggiare in divieto di sosta (sottolineato, ndr) sul rettilineo di ingresso-uscita poiché causa intralcio al doppio senso di circolazione e in particolare ai mezzi di soccorso. Sostare solo negli spazi parcheggio (che  già vanno esauriti ogni giorno, quando vi è un afflusso… normale alla struttura, ndr)”. Ergo, caro “affissore” dell’avviso, considerato come nel viale del De Lellis di vigili urbani in occasione delle gare delle Aquile non se ne veda l’ombra (essendo tutti giustamente impegnati al Ceravolo e dintorni) e meno che mai si veda l’ombra di carri-attrezzi comunque impossibilitati a operare essendo le auto quasi attaccate, c’è un’unica soluzione. Montare una sbarra elettronica al cancello principale da utilizzare solo quando giocano in casa le Aquile. Ma con una classe politica amica dei giallorossi e ancor più della proprietà, per giunta spalleggiata da una città nella circostanza dalla sua parte per fare come ca@@o gli pare per obblighi di tifo, si farà questo? Difficile. No, scusate, impossibile!

Il nostro cortese invito ai malati oncologici, con cui ci scusiamo per la forse inopportuna ironia

Un’ironia inopportuna, quasi tragica la nostra, con un invito rivolto ai malati oncologici di tutta la città e la Calabria che afferiscono al Ciaccio per le cure: “Cari amici ammalati, molto meglio per voi se non avete emergenze mediche quando giocano le Aquile in casa. Altrimenti, pure in ambulanza, sarete costretti a fare zigzag tra le… mille auto in sosta. Ma se gioca l’Uesse in casa, un piccolo sacrificio lo potete fare. Anzi, lo dovete fare!”.

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