Dopo le Regionali di inizio ottobre scorso, sono innumerevoli i discorsi politici da fare. In particolare a Catanzaro. Perché le conseguenze dell’Occhiuto-bis, con i posti di… lavoro diminuiti per tanti noti nullafacenti del capoluogo, si stanno già facendo sentire, pesanti, nell’ambiente del “sottobosco” cittadino. Ci riferiamo a quel mondo, perfettamente conosciuto ahinoi, degli aventi causa dei vari rappresentanti istituzionali. Personaggi minori, costantemente a caccia dell’incarico… salvavita da portaborse. Esperti di nulla se non di passeggio su Corso Mazzini (mentre ad esempio adesso i membri interni, già dipendenti regionali, da mettere obbligatoriamente in… squadra dovranno regolarmente timbrare). Persone che 99% dei casi non danno alcun apporto pratico a differenza di quanto sarebbe invece previsto dagli Statuti relativamente alle varie Strutture pubbliche, ma allergici a qualunque mansione lavorativa vera. C’è però da dire che, stavolta, anche tra i big, ovvero fra i ballerini di prima fila, cominciano i calcoli sul (loro) futuro e quello del governo della città. Su cui, allo stato, gravano mille incognite. Vediamo meglio, tuttavia.

Gli orfani delle Strutture

Gli orfani delle Strutture sono tutti quei questuanti, catanzaresi nella fattispecie, che vivono sempre e solo di politica. Gente che ha avuto un brivido lungo la schiena per l’esito delle recenti Regionali in città e dintorni e soprattutto per le successive, peraltro annunciate, scelte di Occhiuto (leggi qui: https://irriverentemente.com/regione-occhiuto-vara-nuova-giunta-e-a-catanzaro-alcuni-sono-a-lutto/). Decisioni che, in cima ai Tre Colli, hanno infatti lasciato parecchi a bocca asciutta. Leggasi senza stipendio o comunque simil-prebenda. Ecco allora serpeggiare il malcontento, in primis tra gli aficionados del neo vicegovernatore  (su cui torneremo, parlando della questione sindaco) Filippo Mancuso. Il quale, da presidente dell’assise di Palazzo Campanella, si è trasformato in una sorta di Babbo Natale per ben 4 anni. Che adesso però, pur non essendo certo un… passante, per le feste 2025 avrà una slitta assai meno carica di doni. Non fosse altro perché gli incarichi e i riconoscimenti che potrà distribuire ai suoi saranno parecchi di meno. Mentre a fare la parte del leone, come fatalmente succede in ambito politico, sarà il successore, che potrà accontentare i propri sostenitori. La legge oltretutto lo prevede e la politica si fa anche, anzi specialmente, così. In particolare in tempi grami come quelli attuali.

I nomi dei papabili prossimi sindaci nel centrodestra

Ai tempi in cui scrivevamo per un webgiornale regionale non catanzarese, in piena campagna elettorale per le Comunali di Catanzaro del 2022, tirando fuori un nome di papabile sindaco, gradito nientemeno che al sottosegretario all’Interno in carica Wanda Ferro allora “semplice parlamentare” di Fdi, facemmo quello di Aldo Ferrara. Che ora… riproponiamo. Sì, proprio lui, nipote d’arte di un grande zio, maggiorente Dc e stimato uomo delle Istituzioni locali ormai diversi decenni fa, ma soprattutto da tempo presidente di Confindustria (o Assindustria) Calabria. Una specie di “elefante nella stanza” nel ‘22 (ma anche tra un anno) che fece inquietare molti lettori… eccellenti. Che andarono ben oltre la smentita, curiosamente peraltro mai venuta dal diretto interessato, protestando vibratamente. Comunque sia, Ferrara a parte, dicevamo prima di Mancuso. Che la tentazione di fare il sindaco ce l’ha. Eccome. Ma a patto che tiri aria di vittoria sicura per la destra. Aria che, gravando mille incognite sulle Amministrative del ‘27 (perché purtroppo, per noi almeno, con Nick & Co. si arriverà al ‘27), non è detto affatto tiri. Pronta, quindi, l’ipotesi B con uno dei pezzi più pregiati dell’argenteria mancusiana (non certo ricca di superprofessionisti, fedeli, a parte lui), cioè il garante delle Vittime di reato Antonio Lomonaco. Oltretutto già avvocato del capogruppo della Lega a Palazzo De Nobili, Eugenio Riccio.

Le incognite sulla sicura vittoria della destra a Catanzaro: su tutte la rabbia dei “compagni” Aiello, Talerico e Tallini

Come abbiamo scritto all’indomani, si fa per dire, della vittoria in pompa magna di Roberto Occhiuto alla presidenza della Regione, il gruppo Piero Aiello-Antonello Talerico-MimmoTallini, su tutte le furie per la beffarda vittoria di Marco Polimeni, ha provato a fare… ammoina tramite qualche giornale e giornalista… amico (leggi qui: https://irriverentemente.com/catanzaro-2t-politica-locale-una-del-passato-laltra-del-presente-schiumano-rabbia-per-elezioni-e-tentano-mossa-disperata-a-breve-scadenza-per-regione-e-lunga-per-comune-con-gia-i-candidati/).

Fuffa pura con l’obiettivo di, per dirla proprio alla Tallini, di “mostrare i muscoli”, parlando di improbabili ricorsi, denunce ed esposti, contro i candidati consiglieri forzisti eletti nella Circoscrizione Centro Polimeni e Sergio Ferrari come accade ai tempi del… blitz di Talerico ai danni di Valeria Fedele nel ‘21. Un tentativo “sgamato”, sempre per dirla alla… Mimmo maniera, oltreché disperato per magari mettere pressione a Occhiuto stesso, facendo sì che Ferrari rientrasse nel novero degli assessori così da far ripescare in Consiglio la terza arrivata in lista Elisabetta Aiello.

Ma se per questo gruppo a livello regionale ci sono ormai “zeru tituli”, e altrettante chance, di emergere, cosa diversa è in città. Dove la vendetta politica delle tre figure citate contro Fi e la destra, tra l’altro con danni minimi o addirittura ininfluenti per Occhiuto, può trasformarli nei “compagni” Aiello-Talerico-Tallini. Novelli Jep Gambardella che (come fatto nel ‘22) sabotano la festa anti-Kommunista, favorendo la sinistra. Ma manca ancora tanto tempo e quindi staremo a vedere.

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