Riceviamo e pubblichiamo
«Celebrare l’ottantesimo anniversario della Liberazione significa oggi più che mai affermare con forza i valori di libertà, democrazia, partecipazione e giustizia sociale. Il 25 aprile non è, e non può essere, una ricorrenza formale o ‘sobria’: è un momento fondamentale per riaffermare diritti, tutele e dignità, soprattutto per il mondo del lavoro».
Lo ha dichiarato il segretario generale della Cgil Area Vasta Catanzaro-Crotone-Vibo, Enzo Scalese, intervenendo alla manifestazione promossa dall’ANPI Catanzaro sul lungomare di Catanzaro Lido, dove il sindacato ha partecipato con le proprie bandiere e i propri contenuti, anche nelle iniziative parallele svoltesi a Vibo, Soverato e a Crotone.
«Quando parliamo di Liberazione – ha proseguito Scalese – parliamo anche di libertà di pensiero, di espressione e di partecipazione. Ecco perché, in continuità con quei valori, invitiamo cittadine e cittadini a tornare protagonisti l’8 e il 9 giugno, sostenendo con il voto i cinque quesiti referendari promossi dalla Cgil, che puntano a restituire dignità al lavoro e ai lavoratori».
Ricordiamo che i quesiti referendari riguardano:
1. L’abolizione dei contratti pirata, ovvero i contratti collettivi firmati da sigle non rappresentative, che sviliscono le tutele conquistate con i contratti maggioritari.
2. La cancellazione delle norme che impediscono il reintegro nel posto di lavoro in caso di licenziamenti illegittimi, in particolare per i lavoratori delle aziende con meno di 15 dipendenti.
3. L’eliminazione delle causali nei contratti a termine, che hanno trasformato il lavoro stabile in una giungla di precarietà.
4. L’estensione della responsabilità solidale negli appalti, per garantire che i diritti dei lavoratori siano tutelati lungo tutta la filiera.
5. Il ripristino delle tutele contro gli infortuni e i rischi per la salute nei luoghi di lavoro, rimuovendo le deroghe che oggi consentono di lavorare senza le giuste garanzie di sicurezza.
«Il lavoro – ha aggiunto Scalese – non può essere terreno di sfruttamento o precarietà. Va difeso, reso sicuro, dignitoso, riconosciuto nella sua piena funzione costituzionale. Ma oggi dobbiamo anche guardare al tema della cittadinanza: chi vive, lavora, studia e contribuisce al benessere del Paese deve avere piena dignità e riconoscimento.
È una questione di giustizia, di coerenza con i principi della nostra Repubblica, nata proprio dalla lotta contro ogni forma di esclusione e disuguaglianza.»
«Il 25 Aprile è una data fondante, che ci richiama alla responsabilità collettiva di difendere e attualizzare ogni giorno quei valori. Lo facciamo anche andando alle urne, esercitando con consapevolezza il nostro diritto di scelta per un’Italia più giusta, più libera, più umana».