Match odierno mica da ridere per un Catanzaro, se non malato, quantomeno convalescente dopo il recente balordo periodo caratterizzato da sconfitte in sequenza. Di fronte, però, c’è una Sampdoria che, a dispetto di nome e blasone, sta vivendo una stagione calcistica con l’acqua alla gola. Deve infatti evitare a ogni costo l’inferno della C. “Inferi” toccati invece due decenni fa ai suoi cugini del Genoa, ma per illecito sportivo. E destino che, se i blucerchiati uscissero sconfitti dal Nicola Ceravolo, potrebbe toccare pure a loro esattamente 20 anni dopo il Grifone. E per giunta sul campo, dunque non in seguito a una sentenza emessa dalla giustizia sportiva. C’è quindi da macinare punti per la Evani-band. Che, come premesso, cerca in ogni modo di star fuori dalle sabbie mobili della retrocessione diretta. E poi, possibilmente, anche di non cadere nella potenziale trappola playout. Ma procediamo ora con il consueto film della partita, a cominciare come sempre dal primo tempo.
Primo tempo:
Sampdoria con l’acqua alla gola, come spiegato. E si vede. Perché già al 6’ si fa vedere dalle parti di Pigliacelli con un virtuosismo di Venuti che però spara alto sulla Traversa. Al 18’ è invece Sibilli a provarci. Ma il suo tiro è fiacco. La Samp tuttavia, come dicono quelli che parlano bene, fa movimento e densità, anche se nulla di trascendentale e al 24’ arriva al vantaggio con Depaoli su passaggio di Vieira. Il Catanzaro schiuma rabbia e con Iemmello, Biasci e Pompetti, prova a superare il portiere dei liguri Cragno in 3 occasioni in rapida successione. Accade tra il 30’ e il 39’, ma niente da fare. Al 42’, poi, Brighenti di testa non trova il… pertugio giusto a due passi dalla porta avversaria. Ma l’appuntamento con il gol è rinviato di pochissimo. Perché al 45’ Iemmello inzucca sugli sviluppi di un angolo con il pallone che sbatte addosso all’avversario Riccio, finendo proprio sui piedi di Brighenti che fulmina il portiere dei genovesi con un tiro di destro facile-facile. Un pizzico di fortuna dunque per le Aquile, ma nell’occasione assolutamente meritata per un Catanzaro che chiude il primo parziale su un risultato di 1-1 del tutto legittimo.
Secondo tempo:
L’inizio della ripresa è vietato ai deboli di cuore. Pronti-via, infatti, e al 3’ Biasci, innescato dalle retrovie da Brighenti con un lancio al bacio, scatta sul filo del fuorigioco e fa 2-1. Il Var conferma il gol, ma neanche il tempo di esultare che la difesa del Catanzaro, a partire da Pigliacelli e soprattutto Petriccione, si suicida calcisticamente parlando ed offre alla Samp il punto del 2-2 firmato da Coda servito da Yepes al 6’. Passa il tempo e al 18’ arriva un’altra possibile svolta di questo scoppiettante incontro: l’espulsione per doppio giallo di Pompetti, che superato dal mobilissimo Coda lo stende per non farlo invocare verso l’area giallorossa. Samp in superiorità numerica per 27’ più recupero, dunque, e pertanto ancor più proiettata in avanti. Capita così che nei 7-8 minuti successivi al… rosso Niang e Depaoli si facciano vedere dalle parti di Pigliacelli, ma non in modo trascendentale. Si arriva così, senza grossi sussulti, al 90’ con 4 minuti di recupero. In cui Iemmello, approfittando di un veloce contropiede, prova a mandare al tappeto i rivali. Ma spara alto, forse perché ormai stanchissimo. Passano allora un altro paio di giri di lancette di orologio e l’arbitro Ayroldi manda tutti sotto la doccia sul 2-2.
Conclusioni:
Malgrado la posta in palio pesantissima nella gara odierna del Ceravolo, soprattutto come più volte ricordato per gli ospiti, ne è scaturito un confronto scoppiettante. Giocato a viso aperto da entrambe le squadre. E onorato da un Catanzaro ridotto in dieci per espulsione da poco oltre l’ora di partita. Tanto che al triplice fischio, che sancisce il 2-2 finale, squadra e tecnico giallorossi si stringono in un bell’’abbraccio a centrocampo, andando poi a ringraziare i tifosi sotto la Curva Massimo Capraro. Contenta, al pari di tutti gli altri settori, di aver visto una squadra che si è data una mossa dopo un periodo da elettroencefalogramma piatto. Un mesetto che aveva fatto temere la perdita del piazzamento in zona playoff, comunque ancora adesso non matematico.
