L’operazione antimafia e il conseguente procedimento penale denominati Basso Profilo hanno ipotizzato un sistema criminale basato sull’illecita ingerenza delle cosche dell’entroterra crotonese nel tessuto economico del capoluogo e, in particolare, del quartiere marinaro. Che negli ultimi 15 anni ha conosciuto un’espansione e una “bolla” economica (per noi sospetta e comunque alla lunga insostenibile), allettante per chiunque abbia capitali (pressoché illimitati) da investire come appunto la ‘ndrangheta. Sta di fatto però, che essendo i processi ancora in corso (per giunta con una serie di imputati già scagionati e quindi per così dire usciti di scena), nulla può essere riferito alle singole posizioni personali della specifica inchiesta. E neppure, come ovvio, all’effettiva consistenza della tesi accusatoria formulata dalla Direzione distrettuale antimafia e quindi dalla Procura del capoluogo. Allo stato fondata, ribadiamo, sull’esistenza di un asserito sistema illegale. Assai collaudato, con la mafia della provincia di Crotone che sarebbe interessata ad avvalersi di operatori economici molto ben inseriti nel territorio catanzarese e soprattutto di Lido, soggetti affidabilissimi in quell’aberrante contesto, utilizzati per fare affari e riciclare denaro sporco mantenendo una solida copertura e un alone di rispettabilità.

I boss di ‘ndrangheta a certe “elitarie” feste di famiglia catanzaresi come ne La Piovra

Il rapporto poc’anzi descritto tra boss e loro incensurati referenti sarebbe così saldo che, nel nostro Romanzo Criminale e “forse” anche nella realtà, porterebbe questi temibilissimi capibastone a essere ospiti (d’onore, in tutti i sensi del termine) in matrimoni, battesimi, comunioni e persino compleanni, della Catanzaro… bene. Fatto che di per sé, come ovvio, non costituisce reato. Ma che, per citare uno dei… millemila proverbi del per noi indimenticato e impareggiabile Nonno Saverio, ci porta subito a esclamare: “Dimmi con chi vai e ti dirò chi sei (o cosa davvero fai, ndr)!”. E per un simile “indice di mafiosità” non servono i Palazzi di Giustizia. Perché le feste di famiglia con parenti e amici e al tavolo principale il mammasantissima di turno, che non è certo un vecchio amichetto d’infanzia o compagno di scuola, ci convince inoppugnabilmente a vederci del… marcio sotto.  Nella fattispecie senza importarci alcunché di sentenze e condanne definitive dei giudici, viceversa bastandoci e avanzandoci quelle morali e della… logica. Ribadiamo. Considerato come un simile inequivocabile scenario sembri proprio quello de La Piovra, che abbiamo descritto nella nostra prima parte di Romanzo criminale pubblicata lunedì scorso (leggi qui: irriverentemente.com/?p=12170).

Ma oltreché a suggellare unioni incestuose e inconfessabili patti criminali, a cosa servono i banchetti (affollatissimi) con i capicosca sul… podio?

Nel “film” che abbiamo appena proiettato (in verità un drammatico racconto del reale, ahinoi), gli affollatissimi banchetti con i capicosca sul… podio servono innanzitutto a mostrare il potere dei loro referenti all’esterno. A rappresentare in modo plastico chi (e cosa) si ha alle spalle. Ma servono, anche e soprattutto, a far sì che il mondo di sotto (popolato dai peggiori delinquenti della terra) s’incontri, si… ripulisca e alla fine si mescoli, con quello di sopra (invece pullulante di insospettabili e rispettabili professionisti). Di colletti bianchi, cioè. Radunati e coinvolti da “personaggi cerniera”: faccendieri, mediatori, intrallazzatori, membri di conventicole e sodalizi vari che hanno proprio il delicato compito di mettere insieme (e, se possibile, affratellare) il nero con il bianco; lo sporco con il pulito e, in sostanza, il legale con l’illegale. Cosicché tutto si omologhi e, dunque, si confonda. Un trucco per nascondere il putrido, gettare fumo negli occhi e far sorgere un forte dubbio alle persone oneste. Che, in caso di iniziative giudiziarie su tali soggetti e contesti, si domandano (sempre in buona fede? Mah): “Ma con di mezzo tali brave persone, talvolta persino stimati conoscenti, come poteva esserci qualcosa di male? Non è che magistrati e inquirenti, che sono invece convinti del contrario, si sbagliano? Che hanno insomma preso un grosso abbaglio?”.

Dall’ancora del tutto presunto mister 100mila al possibile sicuramente già attivo m. 200mila

Come nel Gioco dell’Oca, quasi dalla fine del pezzo torniamo alla casella di partenza. A Basso Profilo, quindi. Rispetto a cui va detto che se l’apparato malavitoso immaginato dai Pm, e pilastro del loro impianto accusatorio, fosse confermato da sentenze inappellabili, è chiaro come a uno dei principali indiziati (innocente fino a prova del contrario, sia chiaro!), soprannominato mister 100mila, se ne sarebbe sostituito sin da subito nel ruolo esercitato uno di gran lunga più potente. Un m. 200 mila, che come nei film di James Bond sarebbe il pronto 008 che ha preso il posto di uno 007 ormai fuori gioco. Solo che…

Il “nostro” 008 potrebbe aver preso il posto di 007 o, se preferite, mister 200mila aver surrogato m 100mila. Ma quali sono (o quali erano) i loro reali rapporti?

Beh, se qualcuno pensa a una stretta collaborazione tra l’ancora immaginario mister 200mila e l’ancora presunto m 100mila come potrebbe esserci tra uno 008 e uno 007, si sbaglia. E di grosso! Il primo, infatti, non vedeva l’ora di fare le scarpe al secondo per prenderne il posto. Tanto da aizzargli contro persino una certa compiacente, corrotta e (pre)addomesticata, stampa in un regolamento di conti interno (a distanza) finalizzato a mettere ko, finalmente in modo definitivo nell’ottica di m. 200mila, lo scomodo rivale peraltro già al tappeto. Perché (008) è uno molto ambizioso e si sente intoccabile, essendo attivo non solo nel settore produttivo e nel mondo degli affari, ma impegnato ovunque. E con la grossa protezione di ambienti e conventicole che lo fanno sentire al riparo da… brutte sorprese. Sebbene sia il re dei prestanomi e un riciclatore di denaro doc. Che delinque alla luce del sole, spacciando i suoi reati per seria, indefessa e linda, intrapresa commerciale.

C’è qualcosa di nuovo, anzi d’antico, nei più recenti mezzi di comunicazione de La Piovra catanzarese

Come abbiamo appena spiegato m. 200mila punta a comprare o intimidire ogni avversario in tutti i suoi campi d’azione. E ad attirare a sé una vasta rete di apparentemente immacolati uomini di paglia e teste di legno, sguinzagliati ovunque: tessuto economico; politica; associazioni “solidali”; comunicazione e così via. Gente, consapevole e colpevole come il peccato, la quale alimenta un circolo vizioso che spaventa, inquina, corrompe e soffoca chiunque in avvolgenti spire. Ecco perché gli serve il nuovo organo di stampa, Il Prestanome Quotidiano, a breve in… edicola. Vale a dire un prodotto “giornalistico” edito e diretto (sulla carta) dalla (finalmente ricongiunta, stavamo in pensiero!) coppia clandestina più bella del mondo. Rosa e Olindo, “manculicani chi barzelletta vivente”. Una roba… contro natura. Da spiegare a Superquark come un esperimento mendeliano di 2 persone completamente asservita, perché senza tale (fittizio) strumento disoccupate e disperate. Ma, ribadiamo, quanto appena raccontato è solo un romanzo, attualmente senza il conforto di sentenze o prove definitive. Non c’è alcunché da preoccuparsi, allora. 

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