Riceviamo e pubblichiamo

Dinamiche di potere, disuguaglianze sociali e anacronistici stereotipi culturali spesso rappresentano il terreno fertile per la conflittualità e la violenza, non solo verbale o mentale, nei rapporti di genere, ma anche terreno fecondo per il mancato riconoscimento della soggettività dell’altro.

Ad esempio in vari paesi avanzati economicamente continuano ad esistere consistenti sperequazioni nel mercato del lavoro.

Le donne spesso sono trattate in maniera differente sia a livello qualitativo che quantitativo, nell’ambito delle competenze acquisite,  rispetto agli uomini e ad essere quindi  sovrarappresentate nei settori meno retribuiti e sottorappresentate nelle posizioni di potere.

Poi la violenza domestica che comprende tutte le forme di violenza fisica, psicologica o sessuale, che si consuma all’interno del nucleo familiare, è ancora molto presente in vari paesi nel mondo.

E non solo nelle classi meno abbienti o poco sviluppate culturalmente e socialmente, ma paradossalmente, anche nelle classi, apparentemente, più progredite.

Il femminicidio, ovvero l’uccisione di una persona di genere femminile, spesso è la risultante di abusi fisici e psicologici continuativi da parte di un partner violento e prevaricatore.

Una sensibilizzazione da parte delle istituzioni e dei media e provvedimenti specifici volti a tutelare l’incolumità della donna possono essere davvero risolutivi.

Ecco qui di seguito una poesia ed un dipinto della giornalista e attivista Vanessa Pia Turco.

Dedicato a tutte le vittime di femminicidio, e della violenza di genere, che non solo uccide la vittima ma anche tutta la rete sociale e familiare cucita attorno ad essa.

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