Quartiere degradatoQuartiere degradato

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Quartiere Pistoia di Catanzaro, situazione senza speranza dopo l’ennesima violenta lite di ieri? Parrebbe purtroppo di sì, come ci ha detto un gruppo di cittadini esasperati. Che vuole restare anonimo per comprensibili motivi legati al timore di ritorsioni. Ma che ci ha parlato delle innumerevoli segnalazioni; degli esposti (reiterati) ad Aterp (l’azienda per l’Edilizia pubblica, proprietaria di pressoché tutte le case della zona assegnate nel corso degli anni agli aventi diritto); delle denunce (seguite agli inutili confronti) presentate alle autorità preposte a intervenire e di varie altre iniziative. Tutte miseramente fallite.

Pistoia “zona franca”

Pistoia è, è stata e continua a essere, una “zona franca”. Un… porto aperto dove ognuno fa ciò che vuole, come e quando vuole. Ma non  da oggi o da sei mesi fa bensì da sempre. Lì, infatti, non c’è prevenzione; non c’è controllo e non c’è repressione. Affermazione esagerata? Forse no! Perché, potrebbe capitare che persino le forze dell’ordine, encomiabili nel loro incessante e prezioso lavoro, si sentano… disarmate, e sconfortate, a operare in una condizione di grave difficoltà. E rischio personale affrontato per fermare o arrestare soggetti che rubano, spacciano e intimidiscono.

E che, dopo procedimenti e conseguenti condanne, in breve tempo tornano a spadroneggiare sul territorio. Quello di Pistoia, appunto. Dove insiste un degrado fatto di gente con disagio psichico o dedita all’uso di sostanze stupefacenti o semplicemente incline a non lavorare e quindi a delinquere che convive e spesso vessa chi invece nello stesso ambito conduce una vita assolutamente regolare e ossequiosa delle leggi dello Stato. Famiglie assegnatarie di quelle case popolari che talvolta, dopo il cosiddetto riscatto, ne sono divenute proprietarie e, sebbene abbiano migliorato la propria condizione economica al punto da potersene permettere altre, legittimamente non intendono abbandonarle o alienarle. Discorso che vale, dieci volte di più per così dire, per i canonici affittuari del vecchio Istituto Acp.

Che si sentono appunto abbandonati a un triste e ineluttabile destino, sebbene l’impegno del sindaco Nicola Fiorita. Che una volta tanto, in base a quanto ci è stato riferito, merita almeno il riconoscimento di diversi tentativi fatti nel confronto istituzionale con le autorità di pubblica sicurezza.

Il ruolo della politica, non solo locale, nella delicata faccenda

Il ruolo della politica nella delicata faccenda, nella fattispecie in questione come in varie altre del resto, dovrebbe in generale essere molto più incisivo. Se si pensa che nell’area di cui si parla pure un campetto sportivo intitolato e dedicato alla memoria degli eroi civili Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, di Francesca Morvillo e di 8 agenti di polizia delle rispettive scorte dei citati alti magistrati trucidati da Cosa Nostra nel 1992, è stato danneggiato. E che una bellissima strada interna, di collegamento tra Pistoia stessa e il vicino quartiere Corvo, potenzialmente attrezzata con giardini laterali e piste ciclabili non riesce a vedere la luce da decenni. Ovvero a far aprire i cancelli, curare il verde che “circonda” la lingua d’asfalto, e quindi essere resa fruibile in tutto e per tutto. Un vero peccato. E non solo per i residenti di quella zona, ma anche per l’intera città che si liberebbe di una grande ‘sacca di degrado’. Un posto dove non si riesce a… bonificare, mentre è stato possibile farlo addirittura in un quartiere come il famigerato Bronx di New York. Che beffa!

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