L’operazione antinangheta di circa 18 ore fa, condotta tra Catanzaro e la Brianza (Lombardia) oltreché il Veneto, ha riportato sotto gli occhi di tutti l’attività criminale, che dovrà come ovvio essere comprovata delle future risultanze processuali, del vecchio (vecchissimo) clan dei Gaglianesi. Detto così perché prende il nome da un quartiere molto periferico (Gagliano) del capoluogo dove, ormai molti decenni fa, ha iniziato la sua azione delinquenziale un sodalizio malavitoso molto radicato nella stessa zona. A carico di cui sono stati imbastiti molti procedimenti penali antimafia. Che hanno disvelato una realtà incontrovertibile: i collegamenti di questa “cellula” locale con le potenti cosche del crotonese. Di Cutro, Isola Cr e S.Leonardo, in particolare. Ma sono state numerose altre le inchieste (da Jonny a Basso Profilo, sempre al netto di proscioglimenti e assoluzioni di alcuni degli indagati e imputati coinvolti, sia chiaro!), che hanno dimostrato come ci sia un collegamento diretto e fortissimo tra la temibile mafia della provincia di Crotone e la città dei Tre Colli. 

Gli ormai vecchi legami tra la mafia crotonese e Catanzaro

Il legame di cui abbiamo poc’anzi parlato non sembra limitarsi all’ala militare (o braccio operativo), bensì pare andare a involgere anche quel cosiddetto Terzo Livello costituito da insospettabili. Colletti bianchi, professionisti e operatori economici, che offrono il loro appoggio restando nell’ombra e quindi agendo dietro le quinte. Perché, l’impressione netta che si ricava dal lavoro svolto negli anni (moltissimi) dagli inquirenti è: la ‘ndrangheta, soprattutto quella sempre più affaristica degli ultimi decenni, non può avere bisogno di avvalersi soltanto dell’operato di malavitosi in coppola e lupara per così dire. Gente cioè da impiegare per la raccolta del pizzo, l’usura, il traffico e lo smercio di armi e stupefacenti, i fatti di sangue e così via, addentrandoci nell’orrendo campionario di reati a cui è dedita la più potente organizzazione criminale del pianeta. Ma se così è, l’opera meritoria ed incessante di magistratura e forze dell’ordine deve ancora di più essere… corroborata (come ha peraltro di recente chiesto lo stesso neoprocuratore della Repubblica di Catanzaro Salvatore Curcio) dalla collaborazione della società civile e delle persone oneste. 

Se la società civile non reagisce in qualche modo, il mercato economico locale rischia di essere sempre più irrimediabilmente… drogato

Agli onesti forse nessuno chiede di impersonare il difficilissimo ruolo degli eroi. Ma quantomeno di fare una piccola parte. La propria piccola parte. E lo diciamo anche perché, ad esempio, un mercato economico ‘drogato’ da riciclaggio di denaro sporco, capitali mafiosi e sostegno della criminalità organizzata, finisce per strozzare proprio chi cerca di fare impresa in modo lecito e pulito. La maggiorza delle aziende, come ovvio. Però spesso messe in grossa ambasce, se non addirittura letteralmente strozzate, da quanti si nascondono dietro il paravento degli affari rispettabili per poi invece delinquere e guadagnare (o ripulire, che poi nella fattispecie è più o meno la stessa cosa) montagne di soldi sporchi. 

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