Riceviamo e pubblichiamo
Si conclude il percorso del progetto SPREAD – Strategie preventive a contrasto delle dipendenze comportamentali e d’abuso, promosso dal Centro Calabrese di Solidarietà ETS e finanziato dal Dipartimento per le Politiche Antidroga della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Un traguardo importante, frutto di mesi di lavoro, di incontri e di attività che hanno saputo coinvolgere operatori sociali, studenti, insegnanti e specialisti, con un approccio innovativo alla prevenzione e al benessere giovanile.
L’obiettivo del progetto è stato quello di costruire risposte concrete al disagio giovanile e alle nuove forme di dipendenza, lavorando sull’ascolto, sull’empatia e sul protagonismo degli studenti.
Dal suo avvio, SPREAD ha puntato su un modello di prevenzione partecipata, fondato sul dialogo, la creatività e il protagonismo dei ragazzi. Dopo i workshop formativi realizzati a Catanzaro e Lamezia Terme, il progetto ha sviluppato una fase laboratoriale nelle scuole superiori, invitando gli studenti a riflettere in prima persona sui rischi legati alle nuove dipendenze — non solo da sostanze, ma anche digitali e comportamentali — e a costruire messaggi di prevenzione per i propri coetanei.
Ora, questo percorso condiviso trova la sua sintesi nell’evento conclusivo di venerdì 24 ottobre, che vedrà la partecipazione di circa sessanta studenti impegnati in quattro laboratori esperienziali. Le attività, pensate per un apprendimento attivo e coinvolgente, si svolgeranno dalle ore 10 alle 13 e culmineranno in un momento conviviale con un buffet finale.
I giovani potranno mettersi alla prova con un simulatore in realtà aumentata, percorrere un tracciato su strada con occhiali multidimensionali per comprendere gli effetti delle sostanze sulla percezione, affrontare una escape room a tema dipendenze, e partecipare al laboratorio “D’accordo e non d’accordo”, completato dal Muro dei pensieri, dove potranno lasciare riflessioni e messaggi personali. Un’esperienza formativa e sensoriale, costruita per imparare attraverso l’azione e la relazione.
«Fare prevenzione – spiega il sociologo Andrea Barbuto, responsabile tecnico del progetto – non significa solo informare sui rischi e puntare il dito sui comportamenti d’uso e abuso da parte dei giovani. È necessario accostarsi a loro per capire come veicolano quella informazione, come la fanno propria a livello cognitivo e come la traducono in comportamenti concreti nella quotidianità. Per questo SPREAD ha scelto di chiudere la fase formativa regalando agli studenti gli strumenti stessi della prevenzione. Sono loro i protagonisti e i ricercatori di conoscenza, noi operatori e facilitatori ci limitiamo a creare il giusto ambiente relazionale e a chiarire alcuni aspetti scientifici. Solo così i programmi di prevenzione possono raggiungere risultati reali e partecipati».
Accanto al Centro Calabrese di Solidarietà Ets, guidato dalla presidente Isolina Mantelli, hanno collaborato la Cooperativa sociale Zarapoti e la Comunità Progetto Sud, in un percorso condiviso che ha posto al centro il rafforzamento della comunità educante e la creazione di una rete stabile tra scuole, istituzioni, servizi socio-sanitari e realtà del terzo settore.
SPREAD chiude così il suo percorso, ma lascia aperta una direzione chiara: quella di una prevenzione viva, partecipata e inclusiva, che guarda ai giovani non come destinatari ma come parte attiva del cambiamento.
Nei giorni scorsi
Sta per concludersi il percorso del progetto SPREAD – Strategie preventive a contrasto delle dipendenze comportamentali e d’abuso, promosso dal Centro Calabrese di Solidarietà ETS e finanziato dal Dipartimento per le Politiche Antidroga della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Un traguardo importante, frutto di mesi di lavoro, di incontri e di attività che hanno saputo coinvolgere operatori sociali, studenti, insegnanti e specialisti, con un approccio innovativo alla prevenzione e al benessere giovanile.
Dal suo avviamento, il progetto ha puntato a costruire un modello di prevenzione partecipata, capace di unire la formazione professionale, il lavoro di rete e la creatività dei ragazzi.
Dopo i workshop formativi realizzati a Catanzaro e Lamezia Terme, SPREAD ha infatti sviluppato una fase laboratoriale dedicata al protagonismo dei giovani delle scuole superiori, invitandoli a riflettere in prima persona sui rischi legati alle nuove dipendenze e a elaborare messaggi di prevenzione rivolti ai loro coetanei.
Come ha spiegato il sociologo Andrea Barbuto, responsabile tecnico del progetto, SPREAD “intende incidere sui sistemi educativi e relazionali in cui vivono i giovani, portando la prevenzione non solo nelle scuole, ma anche nei contesti quotidiani: quartieri, piazze, centri di aggregazione”.
Una visione che ha guidato anche la fase operativa del progetto, fatta di azioni di prossimità e ascolto, momenti di confronto, e attività di creative learning dedicate alla co-progettazione di campagne comunicative e iniziative concrete di prevenzione.
Accanto al Centro Calabrese di Solidarietà ETS, guidato dalla presidente Isolina Mantelli, lavorano in sinergia la Cooperativa sociale Zarapoti e la Comunità Progetto Sud, in un percorso condiviso che ha posto al centro il rafforzamento della comunità educante e la creazione di una rete ampia e stabile tra scuole, istituzioni, servizi socio-sanitari e realtà del terzo settore.
L’obiettivo comune è offrire risposte reali al disagio giovanile e alle nuove forme di dipendenza, non solo legate all’uso di sostanze, ma anche comportamentali — come il gioco d’azzardo, l’abuso di internet o l’isolamento sociale.
Dopo mesi di incontri, formazione e confronto, il traguardo è ormai vicino: nella prossima settimana si terrà un evento conclusivo che racconterà il percorso di SPREAD, valorizzando i risultati raggiunti e le esperienze condivise da chi, in questi mesi, ha scelto di mettere al centro i giovani e il loro diritto a crescere in contesti sani, consapevoli e partecipati.
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Si è concluso con un evento esperienziale e partecipato il percorso del progetto SPREAD – Strategie preventive a contrasto delle dipendenze comportamentali e d’abuso, promosso dal Centro Calabrese di Solidarietà ETS e finanziato dal Dipartimento per le Politiche Antidroga della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Un traguardo che segna la fine di un anno di intenso lavoro e il consolidamento di un modello di prevenzione partecipata che ha coinvolto operatori sociali, studenti, insegnanti, famiglie e specialisti, nei territori di Catanzaro e Lamezia Terme.
L’iniziativa, realizzata in partenariato con la Cooperativa sociale Zarapoti e la Comunità Progetto Sud, ha avuto come obiettivo quello di potenziare i fattori di protezione dei giovani, agendo sui sistemi in cui vivono e si relazionano – scuola, famiglia, spazi di aggregazione – per contrastare le nuove forme di dipendenza, non solo da sostanze ma anche digitali e comportamentali.
Il progetto, articolato in diverse fasi – dalla formazione degli operatori ai laboratori scolastici, fino alle attività di prossimità sul territorio – ha promosso una prevenzione “attiva”, che guarda ai ragazzi non come destinatari, ma come partecipanti e costruttori di conoscenza.
L’evento conclusivo, ospitato nel Centro Polivalente “Maurizio Rossi” in via Fontana Vecchia a Catanzaro, ha coinvolto circa 60 studenti delle scuole superiori in quattro laboratori esperienziali, pensati per favorire l’apprendimento attraverso l’azione e la relazione.
All’iniziativa hanno preso parte anche i minori giovani sottoposti a misura alternativa al carcere della Comunità ministeriale del Centro giustizia minorile, diretto da Massimo Martelli, accompagnati dall’educatrice Arianna Mauro.
I partecipanti hanno sperimentato un simulatore in realtà aumentata e un percorso “walk” con occhiali multidimensionali, per comprendere gli effetti delle sostanze sulla percezione. Hanno affrontato un’escape room a tema dipendenze, partecipato al laboratorio “D’accordo e non d’accordo”, esercitandosi nel confronto e nell’ascolto reciproco, e infine contribuito al Muro dei pensieri, lasciando riflessioni personali e messaggi per i coetanei.
«Fare prevenzione – ha spiegato Andrea Barbuto, sociologo e responsabile tecnico del progetto – non significa solo informare sui rischi. È necessario capire come i giovani interiorizzano quei messaggi e li traducono in comportamenti concreti. SPREAD ha scelto di dare loro gli strumenti stessi della prevenzione: i ragazzi diventano ricercatori di conoscenza, mentre noi operatori creiamo l’ambiente relazionale e culturale in cui possono riflettere, scegliere e agire».
Durante l’evento, Irene Iritano ha illustrato le attività laboratoriali, evidenziando «il valore dell’esperienza diretta come strumento di consapevolezza e crescita».
Angelina Ianchello, assistente sociale della comunità terapeutica “Fandango” che opera nell’ambito della “Progetto Sud”, ha sottolineato la dimensione emotiva del percorso: «Abbiamo parlato con i ragazzi non solo di dipendenze, ma delle emozioni che spesso ne sono all’origine. È stato bello vederli raccontarsi e riconoscersi, scoprendo che la prevenzione passa anche dal dialogo e dalla fiducia».
Per Ampelio Anfosso, presidente della Cooperativa sociale Zarapoti, il risultato più importante del progetto «sta nella sinergia tra enti e nella capacità di lavorare insieme con obiettivi comuni e risultati misurabili sul territorio. È così che si costruiscono risposte concrete e durature».
Guidato dalla presidente Isolina Mantelli, il Centro Calabrese di Solidarietà Ets ha messo in campo un’ampia rete di collaborazione tra scuole, servizi socio-sanitari e terzo settore. La metodologia adottata – basata sul team building e sull’approccio promozionale alla prevenzione – ha permesso di creare un modello replicabile, fondato su competenze professionali, partecipazione e innovazione sociale.
Tra i risultati più significativi, la creazione dei “welfare student group”, spazi di co-progettazione gestiti con gli studenti per intercettare precocemente situazioni di disagio, e la diffusione di prassi di prevenzione capaci di integrare interventi scolastici, territoriali e di prossimità.
SPREAD chiude il suo percorso ma lascia una direzione chiara: una prevenzione viva, partecipata e inclusiva, in cui la comunità educante si rafforza e i giovani diventano motori di cambiamento. Un modello che il Centro Calabrese di Solidarietà Ets intende portare avanti, perché – come sottolineato dagli operatori – «la prevenzione è efficace solo se nasce dall’ascolto e dal protagonismo dei ragazzi».
