Catanzaro-Pescara è l’anticipo del venerdì sera di una 13. giornata di serie B a cui le due squadre chiedono tanto, malgrado si sia ancora nella prima parte di stagione. Ma conta relativamente poco. Perché in particolare gli abruzzesi, dopo il fallimento del progetto tecnico iniziale affidato all’ex amatissimo allenatore delle Aquile Vincenzo Vivarini, in caso di sconfitta stasera potrebbero ritrovarsi, come ovvio alla conclusione del turno di domenica sera, nella scomoda posizione di cenerentola del torneo. Intanto, però, ecco la cronaca proprio del secondo anticipo della stagione dei giallorossi, fin qui, al Nicola Ceravolo. Che bissa quello del pari (2-2) maturato contro la Juve Stabia lo scorso 26 settembre. Ma stasera l’Aquilani-band deve invece avere risposte sul suo effettivo ruolo in questa sua terza annata calcistica consecutiva tra i Cadetti.
Primo tempo:
Parte meglio il Catanzaro, senz’altro più propositivo. Ma Desplanches è un signor portiere. Titolare di un Under 20 finalista mondiale appena 2 anni e mezzo fa. E quindi non è facile sorprenderlo. Come invece fanno i padroni di casa, quando appaiono appunto sorpresi al 9’ dal gol di Di Nardo che servito da Tonin batte Pigliacelli per l’1-0 degli ospiti. Che al 18’ con un Tonin molto mobile vanno vicinissimo a un clamoroso 2-0 parziale. Ma gol mancato, gol… . Sì, esatto, perché al 21’ arriva puntuale l’1-1. La firma è di Brighenti. Agevolato da una sontuosa azione, con un colpo di tacco finale, del solito inafferrabile Cisse. Pronti-via, alla ripresa di gioco, e D’Alessandro, per pochissimo, non piazza un micidiale 1-2 in circa 60” per il possibile vantaggio dei locali. Purtroppo per loro, imitato al 24’ da Iemmello. Che nella circostanza reclama un fallo da rigore, ignorato tuttavia dall’arbitro Massimi di Termoli (leggi qui: https://irriverentemente.com/?p=24514), mettendo alto. Alla mezz’ora esatta, invece, è l’assistente che gela il Catanzaro con il gol fatto annullare a D’Alessandro per off-side. Al 36’, poi, Pescara quasi dal nulla di nuovo… mortifero. E in gol con Corazza, che sfrutta una respinta di Pigliacelli su una gran bomba dalla trequarti campo di Dagasso. Al 39’, invece, Favasuli ha la chance di un veloce pari, ma niente. Come al 42’ e al 45’, quando un super Desplanches si esalta prima su Rispoli e a seguire su Dudin. E si va così all’intervallo sul 2-1 pescarese.
Secondo tempo:
Parte la ripresa ed è subito… gol. Lo mette a segno un fresco di ingresso in campo Pittarello, al 1’, su respinta di un comunque sempre grande Desplanches. Che salva inizialmente su colpo di testa dell’altro neo-entrato delle Aquile Frosinini. Il Catanzaro è “indemoniato”. E cerca di mettere la… prua avanti in tutti i modi. Ad esempio facendo volume e densità in attacco, come si dice nel gergo calcistico dei giorni nostri, e collezionando angoli, come si diceva al contrario anni e anni fa. Intanto, però, si alza un vento fortissimo e la partita si ferma un po’, nel senso che diminuiscono i giri nel motore delle Aquile facendo il paio con quelli del Pescara già bassi di loro. Bisogna quindi arrivare al 21’ per assistere a un’occasione per parte, in appena un novantina di secondi, con Favasuli e Caligara. Cala improvvisamente il vento e forse per coincidenza (ri)sale il ritmo del match con le Aquile sempre a fare la partita alla spasmodica ricerca della rimonta completa. Che arriva, sotto una pioggia battente, al 36’ con una “legnata” di Buso. In precedenza poche occasioni… pure, ma grande velocità per Aquile a caccia della rete. Al 48’, però, ecco un fulmine che non piove dal cielo. Ma arriva dritto al cuore dei tifosi giallorossi dal rettangolo verde. Ed è il pari, in pieno recupero, degli abruzzesi targato Corazza (doppietta per lui). Servito abilmente dal compagno Letizia su punizione. Una doccia gelata per Pontisso e compagni e per tutto il pubblico di fede giallorossa sugli spalti.
Conclusioni:
Emozioni a go go negli anticipi del venerdì sera del Catanzaro al Nicola Ceravolo. Tanti gol e rimonte buone per esaltare i tifosi, ma anche per deluderli. Come soprattutto stasera, in cui alle Aquile si chiedeva una vittoria contro un Pescara modesto e in piena crisi. Un’affermazione che, come poco meno di due mesi fa contro la Juve Stabia, alla fine non è però arrivata. Tre punti dovevano essere, insomma, ma tali non sono stati per l’Aquilani-band. E il resto conta poco. O niente, almeno per ora!