Le dimissioni dell’assessore Raffaele Scalise, adesso una non notizia (clicca qui: https://irriverentemente.com/comune-catanzaro-grand-hotel-giunta-gente-che-va-gente-che-viene-nuovo-rimpasto-con-i-nomi/) perché da noi data mesi fa e già nota a molti, sposta poco negli equilibri politici dell’Amministrazione Fiorita. Che vorrebbe chiudere la… partita, mettendo al posto di Scalise un altro fedelissimo quale l’attuale capo di gabinetto Pasquale Squillace. Che pure pare avrebbe qualche problemino di incompatibilità da risolvere. Ma tant’è.

Stessa cosa dicasi per Salvatore Bullotta che subentrerebbe a Squillace, ma tant’è. Si sa, infatti, che Nicola Fiorita non va per il sottile. E soprattutto quando si tratta di beneficiare quelli nel suo cuore, o di cui ha fondato timore, se ne fotte di tutto e tutti. Sta di fatto, però, che alle sue porte bussano l’alleato (in realtà dominus) Antonello Talerico e anche un Pd sempre più ai margini.

Che vorrebbe osare, ma non può. Resta però il fatto che tanto Talerico quanto i Dem ambiscono ad avere più assessori. Il primo per aumentare il proprio potere, pilotando un governo cittadino di finta sinistra con sempre più suoi aventi causa sistemati in posti chiave, il secondo per salvare la faccia. Che ha perso sacrificandola sull’altare della tutela a oltranza della vicesindaca Giusi Iemma. Non a caso messa lì per rappresentare un gruppo politico ben identificato.

Cosa c’è dietro alle polveri bagnate del Pd

Il gruppo grazie a cui Iemma è stata eletta a furor di popolo e per cui è una sorta di “portanome” ha tanti piani in serbo per lei. E dunque, al di là di un po’ di fumo negli occhi per salvare le apparenze, se ne sbatte altamente della composizione della giunta comunale oltre alla funzione (blindata) di Iemma. In particolare se si pensa a una figura come la citata vicesindaco magari da proporre addirittura quale aspirante governatore fra 2 anni, se ci saranno le condizioni. Fino al punto di entrare in aperto conflitto con personaggi del calibro di Ernesto Alecci, ad esempio. Che ambisce allo stesso prestigioso ruolo in caso di ‘azzoppamento’ o rifiuto dell’attuale sindaco di Reggio Giuseppe Falcomatà. Ma tornando al discorso Giunta, le uniche ipotesi di maggiore spazio per i Democrat (leggasi un altro componente) vengono dalla (improbabile) cacciata delle due assessore tecniche Marinella Giordano e Marina Mongiardo (sulla carta segnalata dal Pd, ma ufficialmente disconosciuta dal medesimo partito, anche di recente). E dalle eventuali dimissioni della eletta, consigliera comunale come ovvio prima della cooptazione nell’Esecutivo, Donatella Monteverdi.

Difficile che ci sia un Fiorita-ter

Difficili le ‘rivoluzioni’ in Giunta. E la conferma la si ha dalla roboante, seppur all’atto pratico sommessa, richiesta del capogruppo Dem Fabio Celia nel Consiglio di una settimana fa. Istanza di avviare un Tavolo di centrosinistra in vista del rimpasto di Giunta, che come ovvio Fiorita ha ignorato. E qui scatta il retroscena, per così dire, rivelato prima. Che fa leva sulle velleità di Iemma, la quale pensando alla propria sorte personale è facile preda dei diktat del sindaco. E lo è tanto lei quanto il gruppo che le sta dietro, naturalmente. Perché (in)segue analoghi piani.

Ma vi è di più. Molto di più. Lo scaltro Fiorita, che pure si è messo l’asso nella manica Sinistra Italiana con Mimmo Lucano per un posto al sole a Roma, non ha rinunciato a controllare il Pd catanzarese. Come? Semplice: cercando di portare dalla sua parte i rappresentanti di Azione, da far subito dopo (ri)entrare nei Dem dei Tre Colli, con la famiglia Guerriero in testa (che ha voti e risorse economiche non certo indifferenti). Una famiglia con cui il sindaco ha superato i dissidi del passato e le ruggini relative alle Regionali del 2021, quando Fiorita li tradì non votando un loro membro candidato per favorire invece Alecci. Ma ormai è acqua passata.

Ecco allora che la pace sarebbe definitivamente suggellata con un semplice accordo: Roberto Guerriero assessore e gli altri ai vertici del Pd locale, ridimensionando drasticamente il gruppo collegato proprio a Iemma.

Il Pd Catanzaro che non ci sta davvero esiste ancora o è una barzelletta?

Le recenti dimissioni (clicca qui per leggere: https://irriverentemente.com/comune-catanzaro-grand-hotel-giunta-gente-che-va-gente-che-viene-nuovo-rimpasto-con-i-nomi/) di uno dei due commissari del Pd Catanzaro, Rossana Neri, sembrerebbero dimostrare che c’è una parte del partito che dice no. Che non vuole sostenere un governo cittadino di destra mascherata. E fa un passo indietro, anche perché non ha rendite di posizione da mantenere. Resta regolarmente al suo posto invece chi, al pari di Antonio Prunestì, è stato indicato da Iemma. Vedremo allora se a prevalere sarà il partito, con le mani legate, di Iemma e soci o quello senza alcun vincolo o rappresentante.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *