Grosso guaio a… via San Nicola. Sede del Pd Catanzaro. Partito in questi giorni scosso da venti di burrasca. Come se fosse una novità. Ma di novità vere, però, stavolta invece ce ne sono. A partire dalle dimissioni, improvvise e impreviste, di Antonio Calogero (leggi qui: https://irriverentemente.com/?p=13120). Già storia vecchia, tuttavia in realtà, tant’è vero che da 48 ore sarebbe oggetto di un pressing asfissiante per fare dietrofront. Una sorta di… abbiamo scherzato, insomma. Ma Calogero, che tutti ci descrivono come persona perbene e con le mani libere, non si è svegliato una mattina, borbottando tra sé e sé: “Beh, sai cosa c’è, quasi quasi oggi mi dimetto”. No! È evidente che così non è. È evidente, sempre in base a quanto ci dicono, che è finito in un frullatore impazzito (leggi qui: https://irriverentemente.com/?p=12796).

Lo scontro in seno al Pd che ha “fagocitato” il mite Calogero

Il frullatore impazzito, di cui parlavamo, è quello alimentato dallo scontro tra il gruppo Giusy Iemma-Fabio Celia, da una parte, e la dirigente nazionale Jasmine Cristallo, dall’altra. Che, soprattutto in questo periodo, con un Celia “su di giri” per una particolare contrapposizione con il vertice dell’Amministrazione e una Cristallo decisa a continuare la sua opera riformatrice del partito locale (un’impresa titanica, ma per cui merita un plauso), si rivela uno scontro accesissimo. Troppo, probabilmente, per il mite Calogero. Che non a caso, pur con il massimo rispetto, il 4 marzo scorso avevamo definito alla stregua di un “vaso di coccio tra i vasi di ferro” in omaggio a Esopo. E se sì pensa che, se persino un gruppo assai strutturato quale il Guerriero-Donato ha deciso di non entrare nel Pd in un momento di tale attrito sebbene il placet cristalliano e pare anche del vertice romano, ha preferito stare alla finestra mentre impazza(va) la Corrida, figuratevi il Carneade (sempre con rispetto e rimandi manzoniani) Calogero se poteva restare come nulla fosse.

Buc subito o non Buc subito, pure questo ha influito sulle inattese dimissioni calogeriane?

In un clima rovente come quello appena descritto si è probabilmente patito anche il contraccolpo dell’arrivo di Gregorio Buccolieri. Nei confronti di cui, potremmo simpaticamente dire alla catanzarese: “Trasiu e tracu e mo si conza e chiattu”. Vale a dire si aggiustato come uno che, da irriducibile fan dei Socialisti, è poi entrato in consiglio comunale alla chetichella con poco più di 200 voti; lo ha fatto per “grazia ricevuta” di Salvatore Passafaro, candidatosi con il Pd invece che nella lista buccolieriana dove sarebbe arrivato primo per distacco, e lo ha ottenuto anche e soprattutto per la miracolosa-miracolistica vittoria di Nicola Fiorita. Ma gli va detto lo stesso bravo, perché è noto come nella vita senza un immenso Fattore C si resti al palo. E lui, sia chiaro, non ha solo quello. Senza contare che i casini dei Dem non possono essere certo eventualmente addebitabili all’approdo dello stesso Buc.

Sullo sfondo anche il “duello” Iemma-Cristallo

Buccolieri un problema? No, no di sicuro! Semmai nel partito c’è (lo ribadiamo!) un Celia scalpitante per (pare) questioni. Ma, da sempre, revanscista con Fiorita e troppo diverso (in tutti i sensi del termine) da Cristallo per andarci d’accordo e farci della strada insieme, politicamente parlando, s’intende. Attenzione, però, anche al ruolo di Iemma. Amica di tutti ma… giocatrice solista, che sta intanto smaniando per mantenere il ruolo di presidente dell’assemblea regionale Democrat. Che, però, senza l’appoggio di Cristallo, anzi con la sua contrarietà, farà molta più fatica a mantenere al prossimo congresso. Semmai ci sarà a breve. E sappiamo come questo ruolo, oltreché per prestigio a cui la diretta interessata non è affatto insensibile, le servirà se vuole puntare con molta maggiore facilità a future candidature di peso. Motivo per cui, tenterà di imboccare ogni via percorribile per arrivare alla metà prefissata.

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