Il prof Ferdinando "Nando" SpinettiIl prof Ferdinando "Nando" Spinetti

Oggi pomeriggio l’ultimo saluto a Ferdinando “Nando” Spinetti. Forse ingiustamente dimenticato dalla città dopo aver legato il suo nome a una disciplina sportiva in passato quasi… bullizzata e poi invece diventata di gran moda: il calcio a 5. Che Spinetti (il “prof”) ha per anni deciso di vivere, diciamo così, in un altro modo e con un altro ruolo rispetto a quello di allenatore di alto livello come a lungo fatto.

Spinetti e il campo dell’Agraria

Spinetti diventato responsabile del campo dell’Agraria, situato a pochi metri da casa sua e dal Catanzaro Club che aveva contribuito a fondare a fine anni Settanta, viveva il suo C5 anche così. Ogni tanto, però, buttando un occhio alle partite in corso per fungere da talent scout. E, se non andiamo errati, ‘adocchiando’ tra gli altri anche un certo Luca Marullo proprio in una partita in cui giocavamo pure noi. Perché parliamo di un campo dove generazioni di ragazzi(ni) degli anni Novanta, tra cui anche noi, e primi anni Duemila sono passati. E hanno anche e sopratutto imparato a conoscere quest’uomo gentile, persino in molti casi affezionandosi a lui. Che era insegnante alle Medie (non di Educazione fisica, come in tantissimi pensavano, bensì di Educazione tecnica) e per questo sempre chiamato prof. Fisico minuto, voce leggermente nasale e flebile, baffetti e un sorriso appena accennato, quasi timido, peculiare però di una persona di un’umanità infinita. Che si faceva consegnare le quote a fine gara da chi aveva prenotato il campo addirittura con un certo imbarazzo. Eppure si trattava solo delle 5mila delle vecchie lire a testa dai 10 giocatori per arrivare alle 50mila complessive che servivano per affittare il campo un’ora e mezza con l’uso di spogliatoi e docce.

Spinetti allenatore di alto livello con il Catanzaro agli… Albori del C5

Fare un lungo passo indietro è doveroso. Bisogna infatti tornare a un periodo in cui, neanche poi tanto lontano, uno sport oggi amato e praticato ogni giorno da milioni di appassionati, il calcio a 5 appunto, era il “gioco degli scarsi”. Di chi cioè a pallone, quello… vero, non sapeva o non poteva giocare perché negato o troppo grasso per muoversi in spazi larghi. E allora, per soddisfare la voglia di mettersi in calzoncini e maglietta a inseguire una sfera bianca, non gli restava che il… calcetto. Un piccolo calcio. Quello che si inizia a diffondere a metà anni Ottanta.

Ma, nel frattempo, capita che da Brasile, Spagna, Russia, Olanda e Belgio, soprattutto, arrivino le prime immagini di palazzetti stracolmi e arbitri ufficiali (in Italia per vari anni ci saranno un arbitro e un guardalinee e poi due Ddg, ma con uno senza cartellini). Tanto che Fifa prima e Figc subito dopo ci mettono su il… cappello rapidamente. Intanto a Catanzaro c’è una squadra che fa faville e si impone a suon di risultati nell’allora neonata neonata serie A.

La allena proprio il prof Spinetti. E sfornerà campioni potenzialmente da Nazionale di… calcetto come il compianto portiere, un gatto di circa 165 cm, quale un altro Ferdinando “Fernando o Nando”, ma Colicchia, e l’indimenticato bomber Stefano Gallo. A cui è peraltro stato intitolato il Palacorvo e la Coppa Calabria di quello che da diversi anni è ormai noto come futsal. Autentici talenti, entrambi purtroppo volati in cielo troppo presto.

Addio prof, un abbraccio alla famiglia

Come premesso, però, centinaia se non più esattamente migliaia di ragazzini, attualmente 40 o 50enni, a Spinetti hanno voluto bene per un motivo diverso, seppur semprr legato al C5. Addio allora al prof che se fosse stato in panca in A 20 anni dopo rispetto a quando è invece stato, avrebbe ad esempio oscurato Leopoldo Capurso e il suo Bisceglie dei… miracoli. Ma adesso non conta. Perché conta soltanto stringersi attorno alla famiglia. E magari andarlo a salutare per l’ultima volta alle 16 al Conventino di Sant’Antonio dove si svolgeranno le esequie. A noi non resta dunque che scrivere una semplice frase: “Ciao prof Spinetti, con te se ne va definitivamente la nostra giovinezza!”.

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